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alunni poco vestiti

Il freddo nelle classi è una delle problematiche che attanaglia il mondo della scuola ormai da anni, tanto da diventare uno dei nodi centrali delle proteste studentesche dell'ultimo periodo. A causa dell'emergenza sanitaria, infatti, gli alunni sono costretti ad assistere alle lezioni con le finestre aperte per garantire un'idonea areazione e, la maggior parte delle volte, addirittura senza riscaldamenti.

Proprio questo è il tema di una polemica nata nelle ultime ore su Twitter, tutto è partito dal giornalista Edoardo Buffoni che chiedeva ai followers se tra loro ci fosse qualcuno con figli costretti a patire il freddo a causa delle finestre aperte.

Burioni: “Non esistono aule fredde, esistono solo alunni poco vestiti”

A far nascere la polemica è stato un tweet di risposta del noto virologo dell'Università San Raffaele di Milano, Roberto Burioni. Lo scienziato, sostenendo che “non esistono aule fredde ma solo alunni poco vestiti”, ha scatenato un lungo dibattito sul social. A proposito è intervenuta anche Mila Spicola, appartenente al Partito Democratico, da sempre attenta alle tematiche sulla scuola. L'architetto, iscritta del PD, ritiene sciagurata la scelta di aver investito il SuperBonus per delle villette “e non dotare le scuole del sostegno per starci”. Ma non solo, come sempre non è mancata l'ironia del popolo del web.

L'ironia del web: “Ai miei tempi le maestre aprivano la finestra per fumare”

E così, mentre qualcuno si trova d'accordo con il professor Burioni assumendo chebasterebbe mettere un maglione in più”, qualcun altro twitta che si tratta di “rivoluzionarie ed avanzate misure anti-covid, che le menti eccelse del Governo hanno escogitato dopo lunghe meditazioni”. C'è invece chi ragiona sul fatto che il problema in realtà non sussista dal momento cheormai i ragazzi vedono la scuola 4 ore alla settimana”. E ancora, c'è chi invece ricorda ibei tempi andati” degli anni '80 in cui le classi erano una fredda ciminiera a cielo aperto per via delle maestre che “aprivano comunque le finestre perché dovevano fumare”.