Serena Rosticci
di Serena Rosticci
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 ricorso bocciatura

Nel 2004 un ragazzo fiorentino fa la maturità, all’orale viene interrogato solamente in tre materie e viene bocciato con la votazione di 52/100. Fa ricorso al Tar che non solo annulla la sua bocciatura, ma lo risarcisce anche con 5000 euro.

Il suo, a detta dell’avvocato che l'ha assistito, è il primo caso in Italia. Infatti, di bocciature annullate dal Tar ce ne sono state parecchie, ma nessuna con un risarcimento.

IL GIORNO DELL’ESAME – Il ragazzo, frequentante il liceo artistico, sostiene l’orale della maturità il 5 luglio 2004 e viene interrogato solo in tre materie: italiano, storia e anatomia artistica. Sembrerebbe uno studente fortunato: in fondo, chi non ha mai sognato un esame di maturità in cui viene ascoltato solo in pochissime materie? Ma per il giovane fiorentino non è così. Il suo esame viene ritenuto insufficiente ed inizia a pensare che, se fosse stato ascoltato in tutte le materie, in particolare in quelle di indirizzo, ce l’avrebbe potuta fare. Allora decide di fare ricorso al Tar.

L’ORDINANZA MINISTERIALE – Nonostante molti studenti sognino di non essere ascoltati in tutte le materie il giorno del loro esame, in particolare quelle in cui vacillano un po’ di più, questa modalità è da considerarsi illegittima. Infatti, l’ordinanza ministeriale 35 dell’8 aprile 2003 prevede che il colloquio d’esame debba iniziare con un tema sviluppato a piacere dallo studente, e continuare su argomenti proposti al candidato collegati al tema iniziale. L’ordinanza è chiara: “Il colloquio, nel rispetto della sua natura pluridisciplinare, non può considerarsi interamente risolto se non si sia svolto secondo tutte le fasi sopra indicate e se non abbia interessato le diverse discipline, anche raggruppate per aree disciplinari”.

IL GIOCO VALE LA CANDELA? – Da qui possiamo comprendere perché il Tar abbia annullato la bocciatura del ragazzo. Ma perché il risarcimento? In poche parole, lo studente nel frattempo si era iscritto ad una scuola privata in cui era riuscito a diplomarsi con la votazione di 63/100. Ecco quindi la motivazione: i 5000 euro, che dovrà risarcire il ministero dell’istruzione, sono stati la spesa che la famiglia del giovane ha dovuto sostenere per la sua maturità. Ma dal giorno della sua bocciatura ad oggi sono passati ben sette anni in cui il ragazzo ha speso tempo e danaro. Insomma, ne è valsa davvero la pena?

E se succedesse a te faresti ricorso o proseguiresti gli studi normalmente?

Serena Rosticci