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Tar promuove lo studente bocciato perché troppo intelligente

Un caso senza precedenti ha scosso il sistema scolastico italiano. Uno studente di seconda media in un istituto del Vicentino era stato bocciato per una presunta incompatibilità con il percorso di studi tradizionale, dovuta alla sua plusdotazione cognitiva

Una decisione che i genitori del ragazzo non hanno accettato e che ha portato a un ricorso al Tar del Veneto. Ora, il tribunale ha dato loro ragione, riconoscendo che la scuola avrebbe dovuto adottare un percorso personalizzato per il giovane e decretando la sua promozione.

Ma vediamo più nel dettaglio cosa è successo.

Indice

  1. Una sentenza rivoluzionaria
  2. Il ruolo della scuola e la decisione del Tar

Una sentenza rivoluzionaria

"Era già stato ammesso in terza in via provvisoria, ora però è arrivata l’ufficialità. Si tratta di una sentenza rivoluzionaria, la prima di questo genere a livello nazionale". Queste le parole dell’avvocato del ragazzo, come riportato da ‘Il Giornale di Vicenza’

Una decisione che ha avuto anche una conseguenza economica: il Ministero dell’Istruzione e del Merito è stato condannato a risarcire i genitori dello studente con 2.000 euro per le spese legali.

Il caso ruota attorno alla neurodiversità della plusdotazione cognitiva: lo studente presentava elementi di ansia da prestazione, tendenza al perfezionismo e bassa autostima in ambito scolastico

Secondo l’analisi psicologica riportata nel ricorso, questi elementi avrebbero dovuto portare la scuola a valutare la necessità di un piano didattico personalizzato (PDP) per affrontare le sue esigenze educative speciali (BES). Tuttavia, l’istituto non avrebbe fornito il supporto adeguato, giustificando la bocciatura con una motivazione ritenuta inadeguata e contraddittoria.

Il ruolo della scuola e la decisione del Tar

Secondo i giudici, la scuola avrebbe dovuto garantire al ragazzo un percorso educativo su misura, invece di valutare la sua idoneità con criteri standard.

"Nel corso dell’anno scolastico 2023-24", si legge nella sentenza, sempre come riportato da ‘Il Giornale di Vicenza’, "la scuola non avrebbe apprestato in favore del minore un percorso personalizzato o comunque specifiche strategie inclusive, anche mediante l’adozione di un piano didattico personalizzato, con un effetto disparitario nei confronti degli altri alunni".

A supporto di questa posizione, il Tar ha riportato il parere della psicologa dello studente, che suggeriva di limitare i compiti ripetitivi e integrare le attività con approfondimenti stimolanti, fornendo materiali didattici con livelli crescenti di complessità.

Inoltre, sottolineava l’importanza di favorire il ragionamento creativo e divergente rispetto a quello tradizionale e di promuovere il lavoro tra pari con il supporto dell’insegnante, per prevenire situazioni di esclusione. La plusdotazione cognitiva, infatti, può comportare un’asincronia tra le diverse dimensioni dello sviluppo, associata a vulnerabilità emotiva e immaturità affettiva.

Data pubblicazione 18 Febbraio 2025, Ore 16:00
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