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di paolodifalco01
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sperimentazione licei brevi

Si allarga la platea dei licei e degli istituti tecnici che accederanno alla sperimentazione del cosiddetto "liceo breve", ovvero una riduzione degli anni di studio alle superiori che passano da cinque a quattro.

La sperimentazione a cui già partecipano 200 scuole, secondo quanto riportato dal Sole24Ore, nella nuova bozza del decreto ministeriale dovrebbe adesso coinvolgere 1000 scuole.

Ma, perché questa particolare esigenza di ridurre gli anni di liceo? Quando è nata la sperimentazione e, soprattutto, come funziona? Vediamolo insieme.

Perché ridurre gli anni di liceo?

La riduzione degli anni liceali è un tema che sta molto a cuore all'attuale ministro dell'Istruzione che ne aveva già parlato nel saggio edito da Il Mulino del 2020 "Nello specchio della scuola". Come sosteneva lui nel saggio, accorciare gli anni di studio liceali sarebbe molto utile per velocizzare i tempi di accesso all'università e al mercato del lavoro così come avviene già in molti Paesi Europei.

In realtà a livello europeo la situazione è molto variegata: in alcuni paesi come Francia e Spagna il ciclo di studi liceali si conclude a 18 anni; in altri invece, come l'Italia e i Paesi scandinavi, si conclude a 19.

Da dove viene la proposta del "liceo breve"?

Questa proposta che può sembrare nuova, in realtà, ha un po' di storia alle spalle: se ne parlò già ai tempi di Luigi Berlinguer che fu ministro dell'istruzione tra il 1996 e il 2000 e che provò a far partire una prima sperimentazione introducendola in una riforma della scuola all'interno della quale si prevedeva un ciclo scolastico di 7 anni a cui poi si andava a sommare il percorso liceale che si articolava in un biennio comune e in un triennio di indirizzi specialistici.

La riforma però non divenne nemmeno operativa in quanto fu abrogata dal governo successivo. Nel 2017 è la volta della ministra Fedeli che diede il via alla sperimentazione in Italia dei "licei brevi" in ben 100 scuole a partire dall'anno scolastico del 2018/2019. L'anno successivo la platea fu ulteriormente allargata fino ad arrivare a coprire ben 192 scuole superiori in totale: 144 licei e in 48 istituti tecnici.

Come funziona la sperimentazione?

Attualmente nelle scuole dove è attiva la sperimentazione sono previsti gli stessi obiettivi formativi delle normali scuole superiori e, per far sì che possano essere raggiunti, il ministero permette di aumentate le ore annuali da 900 a 1.050.

Al fine di fare un bilancio dei risultati raggiunti annualmente vi sono i comitati scientifici regionali che stilano dei resoconti inviati poi al comitato scientifico nazionale che si occupa di verificare l'andamento della situazione complessiva della sperimentazione.

L'allargamento della sperimentazione

Secondo la bozza del decreto ministeriale inviato all'organo consultivo del ministero dell'istruzione ovvero il Consiglio superiore della pubblica istruzione (Cspi), l'obiettivo del ministro Bianchi è quello di estendere la sperimentazione in Italia per l’anno scolastico 2022/23 coinvolgendo complessivamente 1000 scuole superiori.

Sempre all'interno della bozza del decreto è previsto "un potenziamento dell’apprendimento linguistico (attraverso l’insegnamento di almeno una disciplina non linguistica con metodologia Clil, a partire dal terzo anno di corso), più laboratori e insegnamenti opzionali e personalizzati, e una rimodulazione del calendario scolastico annuale e dell’orario settimanale delle lezioni". Alla sperimentazione le scuole potranno accedere presentando un progetto che poi dovrà essere valutato da un’apposita commissione del ministero.

Paolo Di Falco