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Alunno in Dad fino alla fine della scuola per punizione: si scatena la polemica articolo

Una scuola secondaria di primo grado a Pordenone ha adottato una misura disciplinare piuttosto insolita nei confronti di uno studente. A seguito di vari episodi di comportamento inappropriato, inclusi presunti atti di bullismo e vandalismo, è stato deciso che l'alunno concluda l'anno scolastico in didattica a distanza (DAD).

Lo racconta 'IlGazzettino.it'.

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La madre: "Mio figlio un ragazzo vivace, ma non meritava una cosa del genere"

La madre dello studente ha espresso forte dissenso verso questa scelta: “Mio figlio – racconta – è sicuramente un adolescente vivace. È attratto da quello che fanno i ragazzi più grandi di lui e dal mondo “proibito” degli adulti. Ma non meritava una cosa del genere”.

Ha iniziato con qualche marachella in classe – spiega ancora la donna – ed è stato sospeso due volte, ciascuna per la durata di dieci giorni. Ho cercato di spiegare alla dirigenza scolastica che il ragazzo aveva bisogno dell’obbligo di frequenza, che in questo modo non lo si sarebbe aiutato. Ma tant’è, la decisione è stata questa. Nel secondo caso è stato sospeso in corrispondenza della gita scolastica di terza media, un momento chiave per ogni adolescente. Ci è rimasto male e non si è più ripreso”.

Le motivazioni della scuola

Le autorità scolastiche, tuttavia, hanno un'opinione diversa riguardo agli incidenti. Il comportamento dello studente, infatti, comprenderebbe aggressività verso i compagni, danneggiamenti e altre azioni non consone. L'episodio che ha portato all'ultimo provvedimento disciplinare include il sospetto di aver cercato risposte su internet durante le prove Invalsi, oltre al presunto danneggiamento dei servizi igienici in un'ala dell'istituto.

La madre dello studente si è rivolta ad un avvocato

Dopo questi episodi, il Consiglio di istituto avrebbe deliberato che lo studente non potesse più partecipare alle lezioni in presenza fino al termine dell'anno scolastico. “Mi sono rivolta ad un avvocato – ha proseguito la madre dell’alunno pordenonese -, perché quello che ci ha arrecato la scuola è un danno a tutti gli effetti. Un danno per mio figlio ma anche per me, dal momento che ho un lavoro e che ho dovuto assumere una persona in grado di stare con mio figlio durante le ore di lezione a distanza”.