
"Didattica della vicinanza" - come la definisce l'ex ispettore scolastico, Raffaele Iosa, a Tecnica della Scuola - dove gli studenti scappati dalla guerra possono mantenere un rapporto diretto con gli insegnanti che, nascosti in metro o in qualche bunker sotterraneo, riescono a collegarsi per svolgere la consueta lezione.
-
Leggi anche:
- Scuola, ci sarà il Piano estate e coinvolgerà i ragazzi ucraini
- Studentessa Ucraina arriva nella sua scuola italiana, il racconto del compagno di scuola: "Cartelloni in ucraino per darle il benvenuto"
- Video tutorial e app per imparare l'italiano: così una scuola di Vò aiuta gli studenti ucraini
Studenti ucraini in Italia fanno la Dad con i loro insegnanti rimasti in Patria
Il distacco dalla propria terra e l'arrivo in una nuova Nazione porta con sé traumi che segneranno per sempre la vita dei tanti studenti che da giorni stanno giungendo nel nostro Paese. L'idea escogitata da alcuni istituti scolastici è quella di non disperdere del tutto la propria quotidianità e di poter lasciare un filo che li colleghi ancora alla loro Ucraina. Questo è ciò che, grazie alla Dad, sta avvenendo in alcune scuole italiane dove gli studenti ucraini possono, giornalmente, seguire le lezioni con i propri insegnanti, in collegamento dalla terra sotto assedio. Un'iniziativa che, si spera, possa diventare una regola in tutte le scuola del nostro Paese - come racconta a Tecnica della Scuola l'ex ispettore scolastico Raffaele Iosa.
Come funziona la "Didattica della vicinanza" per gli studenti ucraini
Tutto è nato quando alcuni dirigenti scolastici durante un webinar hanno esposto la richiesta, fatta da alcuni studenti ucraini, di ottenere un orario in cui potersi collegare con gli insegnanti che li attendono in Dad. "Funziona così - spiega Iosa - un quarto d’ora prima inviano un sms per dire che l’insegnante è pronta e poi…. Ma c’è di più: altri sei presidi confermano che anche da loro succede così. Non ne sapevo nulla e mi commuovo: è stupefacente che questo accada dopo solo tre settimane di guerra". I docenti rimasti in Ucraini ogni mattina provano a collegarsi a internet con i mezzi a disposizione, magari nascosti in metro o in qualche bunker casalingo costruito ad hoc per la situazione, inviano un sms di avvenuto collegamento e iniziano a fare lezione ai propri alunni."Non Didattica a distanza - spiega l'ex ispettore - ma quella che ho chiamato didattica della vicinanza, quella possibile online. Perché di questo emotivamente e cognitivamente si tratta: ricostruire la relazione, far loro sentire che siamo vicini".