Concetti Chiave
- La diminuzione delle api è allarmante, con un calo del 75% nella produttività delle colture se il trend continua.
- I neonicotinoidi e altri sette specifici insetticidi sono le principali cause dell'aumento della mortalità delle api.
- La perdita di alveari supera il 50% in Europa, mentre in altre regioni come Sudamerica e Africa l'impatto è minore.
- Il programma italiano BEENET indaga sulle interazioni tra il parassita Varroa, i virus, e l'uso di nuovi insetticidi.
- L'acaro Varroa indebolisce le api, e nonostante vari acaricidi, una soluzione efficace di controllo non è ancora stata trovata.
«Se le api scomparissero dalla terra, all’uomo non resterebbero che 4 anni di vita» disse Albert Einstein ed ora questa frase viene citata sempre più spesso perché il numero di api nel mondo sta calando sempre di più.
Esse sono molto importanti per la nostra alimentazione in quanto sono tra i responsabili principali dell’impollinazione di molte piante e se si continuasse su questa strada verrebbe compromesso il 75% della produttività delle colture.
Le principali cause della loro scomparsa sono i neonicotinoidi che entrano nel sistema vascolare delle piante(nettare e polline).Queste sostanze chimiche sono tra le responsabili principali dell’aumento della mortalità delle api. Vi sono inoltre sette insetticidi che dovrebbero essere eliminati per evitare la morte delle api:imidacloprid, thiametoxan, clothianidin, fipronil, clorpirifos, cipermetrina e deltametrina.
In totale nell’Unione Europea c’è stata una diminuzione di alveari negli anni scorsi che ha superato il 50 per cento. In Italia questa cifra si attesta sul 20/30 per cento. Anche negli Stati Uniti si aggira intorno al 30 per cento, in Giappone al 25 per cento.In Sudamerica e in Africa l’incidenza negativa di questo problema è decisamente ridotta o nulla perché in quei territori è minore l’impatto delle cause di inquinamento ambientale e anche le razze di api sono più resistenti al loro principale parassita chiamato Varroa.In Italia, gli sforzi maggiori volti a chiarire le cause delle perdite di colonie, sono stati ampiamente profusi nell’ambito del programma APENET
(ora BEENET). I risultati scientifici più significativi riguardano le interazioni tra il parassitismo di Varroa e i virus nonché sull’impatto di nuovi insetticidi come i Neonicotinoidi.
L’acaro Varroa, in particolare, che si nutre succhiando l’emolinfa (il sangue) dell’ape e si riproduce sulla covata all’interno delle cellette dei favi, intacca fortemente le difese immunitarie dell’ape, esponendola ad altri agenti patogeni.
Pur essendo disponibili diversi acaricidi in commercio, non è stato ancora trovato un sistema adeguato di controllo di questo parassita. Inoltre, alcuni degli stessi acaricidi impiegati per la lotta sono a loro volta fonte di problemi per le stesse api e per i prodotti dell’alveare.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza delle api per l'alimentazione umana?
- Quali sono le principali cause della scomparsa delle api?
- Quali sono le differenze regionali nell'impatto della scomparsa delle api?
Le api sono cruciali per l'alimentazione umana poiché sono tra i principali responsabili dell'impollinazione di molte piante, e la loro scomparsa potrebbe compromettere il 75% della produttività delle colture.
Le principali cause della scomparsa delle api includono l'uso di neonicotinoidi e altri insetticidi come imidacloprid, thiametoxan, clothianidin, fipronil, clorpirifos, cipermetrina e deltametrina, che aumentano la mortalità delle api.
Nell'Unione Europea, la diminuzione degli alveari ha superato il 50%, mentre in Italia è del 20/30%, negli Stati Uniti del 30% e in Giappone del 25%. In Sudamerica e Africa, l'impatto è minore grazie a razze di api più resistenti e minore inquinamento ambientale.