Concetti Chiave
- La prima legge di Mendel, o legge della dominanza, afferma che i figli mostrano solo il carattere dominante di uno dei genitori.
- I genitori devono avere tratti di DNA puri, composti da due pezzi uguali, per manifestare una caratteristica specifica come il colore dei capelli.
- Quando i geni si combinano, il carattere dominante è visibile mentre il recessivo rimane silenziato nei figli, presenti in coppie di DNA diverse dai genitori.
- Questa legge è utile per previsioni genetiche, come nel caso di malattie ereditarie, poiché permette di anticipare le caratteristiche dei figli.
- Mendel utilizza lettere maiuscole per rappresentare geni dominanti e lettere minuscole per quelli recessivi, combinando maiuscole e minuscole nei figli ibridi.
Prima scoperta e legge di Mendel
La prima legge di Mendel afferma che, considerando due genitori i quali hanno una caratteristica diversa tra loro (e la caratteristica è data da pezzi di DNA), se questi creano dei figli, tutti (nessuno escluso) avranno solo la caratteristica portata da uno dei genitori. Capiamo come è possibile e dove è finita l’altra caratteristica. Come condizione necessaria, i genitori devono avere quel tratto di DNA che è formato da due pezzi che daranno vita allo stesso carattere: cioè, se il padre è capelli rossi, deve avere quel tratto di Dna che da vita solo ai capelli rossi, senza essere proprietario di altri geni per altri colore dei capelli. Idem per la madre, ma con diverso colore. Dato che il carattere è diverso (rosso o biondo per esempio) ma il tipo è lo stesso (colore capelli), allora uno avrà la meglio sull’altro, avremo il carattere che domina (c’è ed è visibile) e quello che sta silenziato (c’è ma non è visibile). Nel momento in cui si uniscono, arriva un pezzo di DNA paterno e uno materno: secondo la prima legge, il carattere che vince è quello che noi vediamo, ma c’è anche il carattere che sta silenziato. Quindi i figli ne avranno due (in due pezzi vicini di DNA), mentre i genitori avevano sempre due pezzi vicini di DNA ma uguali, cioè per la stessa caratteristica.
La prima legge di Mendel è conosciuta anche come:
-legge della dominanza dei caratteri. Vale a dire, su due aspetti opposti dei genitori, il figlio ne presenterà uno.
-legge della uniformità degli ibridi. Vale a dire, c’è la regola che dice che i figli sono tutti uguali tra loro e uguali a uno dei genitori, se i genitori sono diversi.
Ora, la prima legge di Mendel ci è utile perché, facendo analisi genetiche, dai genitori si sanno in anticipo come saranno in parte i figli, per esempio è utile nel caso di malattie genetiche ed ereditarie per sapere in anticipo come intervenire. Tutte le leggi di Mendel usano la percentuale per indicare risultati statistici, perché nel caso della prima regola il 100% dei figli è uguale, ma sarà utile soprattutto nelle regole successive dove non tutti i nascituri saranno uguali tra loro.
Sempre per le sue regole, Mendel usa due lettere maiuscole (stessa lettera) per indicare i due pezzi uguali nello stesso DNA che daranno vita ad un aspetto; mentre usa due lettere minuscole per indicare i due pezzi uguali di DNA che non daranno vita all’aspetto del figlio finale. Quando questi si mischiano, si usa una lettera maiuscola accanto a una minuscola (stessa lettera).
Domande da interrogazione
- Qual è la prima legge di Mendel e cosa implica?
- Come si applica la prima legge di Mendel nella genetica?
- Cosa rappresentano le lettere maiuscole e minuscole nel contesto delle leggi di Mendel?
- Qual è l'importanza della percentuale nelle leggi di Mendel?
La prima legge di Mendel, nota come legge della dominanza dei caratteri, afferma che quando due genitori con caratteristiche diverse si riproducono, i figli presenteranno solo la caratteristica dominante di uno dei genitori, mentre l'altra caratteristica sarà silenziata.
La prima legge di Mendel è utile per prevedere le caratteristiche dei figli basandosi sui genitori, specialmente per identificare e intervenire su malattie genetiche ed ereditarie.
Mendel utilizza due lettere maiuscole per indicare i due pezzi uguali di DNA che esprimono un carattere dominante, e due lettere minuscole per i pezzi di DNA che non esprimono il carattere nel fenotipo finale.
Le leggi di Mendel utilizzano le percentuali per indicare i risultati statistici, come nel caso della prima legge dove il 100% dei figli presenta la stessa caratteristica dominante, mentre nelle leggi successive le percentuali aiutano a prevedere la variabilità tra i nascituri.