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Concetti Chiave

  • La teoria di Jean Piaget sullo sviluppo cognitivo dei bambini si basa su schemi mentali che si adattano attraverso assimilazione, accomodamento ed equilibrio.
  • Pensiero e linguaggio si influenzano reciprocamente: un pensiero evoluto favorisce un linguaggio ricco e viceversa, come dimostrato dagli ipercorrettismi e dal linguaggio egocentrico.
  • Lo sviluppo intellettivo secondo Piaget avviene in quattro fasi distinte: senso-motoria, pre-operatoria, operazioni concrete e operazioni formali, ognuna con caratteristiche specifiche.
  • Durante la fase pre-operatoria, i bambini iniziano a utilizzare immagini e simboli nella loro attività rappresentativa, ma incontrano limiti come l'egocentrismo e la mancanza di conservazione.
  • Il linguaggio si sviluppa in tre fasi: non verbale, linguaggio infantile e linguaggio vero e proprio, influenzato dall'ambiente in cui cresce il bambino e dalla sua interazione sociale.

Indice

  1. Teoria dello sviluppo di Piaget
  2. Fasi dello sviluppo intellettivo
  3. Riflessi nei neonati
  4. Memoria e imitazione nei neonati
  5. Apprendimento e risoluzione dei problemi
  6. Attività rappresentativa e linguaggio
  7. Limiti nella risoluzione dei problemi
  8. Capacità di pensare logicamente
  9. Operazioni formali e pensiero astratto
  10. Sviluppo cognitivo e fattori ambientali
  11. Stili cognitivi e sviluppo del linguaggio
  12. Comunicazione non verbale nei bambini
  13. Produzioni vocali e prime parole
  14. Fase del linguaggio infantile
  15. Sviluppo del linguaggio e ambiente
  16. Curiosità e domande nei bambini
  17. Relazione tra pensiero e linguaggio
  18. Codici linguistici e ambiente socio-economico

Teoria dello sviluppo di Piaget

Tra le varie teorie sullo sviluppo del pensiero la più completa è quella dello psicologo svizzero Jean Piaget.

Piaget è partito da un’osservazione: certi modi di pensare scontati per gli adulti non lo sono affatto per i bambini.
Secondo Piaget nei loro processi mentali i bambini adoperano gli schemi, ovvero i modelli mentali usati per adeguarsi al mondo circostante. Quando i bambini vivono nuove esperienze adattano i propri schemi alle nuove scoperte tramite tre processi:

-L’assimilazione è il processo con cui per comprendere il mondo il bambino utilizza i suoi schemi preesistenti,

-L’accomodamento è il processo con cui il bambino modifica i propri schemi per renderli più consoni alla realtà,

-L’equilibrio è lo stato che il bambino raggiunge quando sente che i propri schemi concordano con la realtà che lo circonda, esso è temporaneo e viene spesso disturbato.

Fasi dello sviluppo intellettivo

Secondo Piaget lo sviluppo intellettivo avviene in 4 fasi, esse avvengono sempre nello stesso ordine poiché un nuovo tipo di pensiero dipende sempre dal tipo di pensiero precedente ma possono comparire prima o dopo nella vita di un bambino. Le fasi sono: fase senso-motoria (0-2 anni), fase pre-operatoria (2-7 anni), fase delle operazioni concrete (7-11 anni) e fase delle operazioni formali (11+ anni).

Riflessi nei neonati

Nei primi momenti di vita i bambini rispondono agli stimoli tramite i riflessi, ovvero risposte innate e non intenzionali, i principali riflessi nei bambini sono:

-Riflesso di suzione: il neonato inizia a succhiare quando qualcosa gli tocca le labbra.

-Riflesso di presa: se il neonato sente qualcosa sulla sua mano la chiude per afferrarla.

-Riflesso di moro: quando il neonato si spaventa si apre a stella e poi si richiude.

-RIflesso di Babinski: se si stimola la pianta del piede di un neonato esso apre le dita.

-Riflesso di marcia automatica: quando si tiene un neonato dalle ascelle e gli si poggiano i piedi a terra esso prova a camminare.

Memoria e imitazione nei neonati

Uno studio di Andrew Meltzoff mostra come nei neonati di pochi giorni di vita ci siano

già comportamenti come memoria e imitazione. Andrew presentava il proprio volta per 15 secondi a diversi bambini facendo delle boccacce che molti dei bambini erano poi in grado di ripetere, questo ci mostra che i neonati sono già molto attenti verso il mondo che li circonda tuttavia fino agli 8 mesi di vita quando qualcosa scompare dal loro campo visivo smettono di preoccuparsene, dopo l’ottavo mese di vita invece i bambini conquistano la permanenza dell’oggetto per cui capiscono che anche se qualcosa è scomparsa dal loro campo visivo essa continua ad esistere.

Apprendimento e risoluzione dei problemi

In questa fase compaiono anche l’apprendimento e la risoluzione dei problemi: di fronte ad un problema il bambino procede per tentativi ed errori ma si arrende in fretta almeno fino alla fine della fase senso-motoria dove compare l’intuizione per cui il bambino impara a rappresentarsi mentalmente situazioni e oggetti cosi farà tentativi più intelligenti e riuscirà a risolvere problemi più complessi.

Attività rappresentativa e linguaggio

In questa fase il bambino comincia ad utilizzare le operazioni cioè le azioni che vengono eseguite mentalmente piuttosto che fisicamente. Questo passaggio avviene quando nel bambino compare l’attività rappresentativa per cui esso impara a pensare grazie a immagini e simboli. Altri tre comportamenti di questa fase sono:

-Il linguaggio verbale, il bambino impara il linguaggio verbale così sostituisce oggetti e persone con le parole anche senza averli davanti, utilizza le parole come simboli

-L’imitazione differita, il bambino imita comportamenti che ha osservato anche tempo dopo averli visti, per fare ciò significa che è in grado di rievocare mentalmente le immagini che ha visto. L’imitazione serve al bambino per impadronirsi di nuove azioni.

-Il gioco simbolico, se nella scorsa fase il gioco era solo di esercizio fisico adesso il bambino dà agli oggetti che usa per giocare un valore simbolico (es. usa un bastone come spada) inoltre cambia il suo ruolo e immagina di essere qualcun’altro, a ciascuna fase dello sviluppo corrispondono diversi modi di giocare, a seconda di come gioca un bambino si può capire quale fase sta attraversando.

Limiti nella risoluzione dei problemi

In questa fase ci sono ancora molti limiti nella risoluzione dei problemi, ciò a causa:

-Della mancanza del concetto di conservazione, ovvero il bambino non comprende che un oggetto mantiene invariata la sua quantità anche se cambia forma o collocazione. A proposito di ciò sono comuni i due esempi dei bicchieri di aranciata e delle monete.

-Dell’incapacità di comprendere la reversibilità, il bambino ragiona quindi in una sola direzione e non comprende che le operazioni sugli oggetti possono essere compiute in senso inverso. Esempio: “Hai una sorella?” “Si, Anna” “E Anna ha una sorella?” “No”.

-Dell’egocentrismo, ovvero l’incapacità di mettersi nei panni degli altri perché non si capisce che essi hanno altri punti di vista e esperienze personali, il bambino pensa in generale che tutto esista in funzione sua. Ad esempio il bambino crede che quando lui va a dormire chiunque altro dorma. (esempio della montagna).

-Del centramento, il bambino si fissa su un’unica caratteristica di un oggetto perdendosi

le altre, nell’esempio dell’aranciata il bambino si fissa solo sull’altezza del liquido.

-Del fare attenzione agli stati e non alle trasformazioni, il bambino punta l’attenzione sulle condizioni statiche e ignora lo svolgimento delle azioni, si concentra quindi sugli stati finali, nell’esempio dell’aranciata esso non segue il processo del liquido che viene versato ma guarda poi solo lo stato finale esso che raggiunge.

Capacità di pensare logicamente

In questa fase il bambino acquisisce la capacità di pensare in modo logico ma solo per problemi rappresentabili concretamente, esso è ancora legato alla realtà fisica immediata, in questa fase si apprendono tre nuovi concetti:

-La conservazione: Il bambino ora riesce a risolvere il problema dell’aranciata e in generale supera tutte le tipiche limitazioni della fase pre-operatoria. Questo concetto si sviluppa per gradi: (5-7 anni) conservazione della quantità, (8-9) conservazione della superficie, (9-10) conservazione del peso, (12-14) conservazione del volume.

-La classificazione: Il bambino impara a raggruppare delle singole classi in un insieme più grande che le comprende ed è poi in grado di scomporre l’insieme totale per tornare alle singole classi, le classi sono quindi organizzate gerarchicamente.

-La seriazione: Il bambino è capace di ordinare mentalmente gli oggetti, quindi anche senza averli davanti agli occhi, in base ad una loro caratteristica (dimensione, peso…)

Il pensiero basato sulle operazioni concrete ha ancora molti limiti rispetto a quello della prossima fase, il bambino ha difficoltà ad occuparsi di problemi ipotetici e potenziali, lontani nello spazio e nel tempo inoltre riesce ad occuparsi solo di due cose alla volta.

Operazioni formali e pensiero astratto

Le operazioni formali sono l’insieme di capacità cognitive che consente di ragionare in modo astratto e di occuparsi di situazioni ipotetiche. Questa nuova fase viene dimostrata quando il ragazzo comincia ad avere un pensiero scientifico, è infatti comune che in questa fase ci si appassioni alle storie di fantascienza che, pur essendo fantastiche, hanno una certa logica. Il ragazzo ora comprende meglio i fenomeni della natura e afferra nuovi concetti matematici non realizzabili concretamente come l’infinito, inoltre utilizza termini astratti come “bontà”, “gelosia”...

Questa fase non viene raggiunta da tutti, questo perché se le scorse tre fasi erano forzate dall’ambiente fisico in cui si trovava il bambino che era obbligato a scontrarsi con problemi concreti, quest’ultima fase di discosta dalla realtà concreta. Un’alta percentuale di adulti usa le operazioni formali solo in alcuni campi.

Sviluppo cognitivo e fattori ambientali

Lo sviluppo cognitivo dipende sia da fattori innati che ambientali, esso può essere stimolato anche dal contatto con altre persone. Una ricerca eseguita con 37 bambini che non avevano ancora raggiunto la conservazione della quantità dimostra come ciò avvenga. Ognuno di questi bambini era messo per la prima volta davanti all’esperimento dell’aranciata insieme ad altri due bambini che lo avevano già risolto e ciò accendeva spesso discussioni, dopo questa prova il bambino la ripeteva altre due volte da solo, una il giorno dopo e l'ultima dopo qualche settimana per capire se l’eventuale cambiamento si fosse mantenuto. Altri 12 bambini che “non conservavano” hanno ripetuto le stesse prove ma sempre da soli. Alla fine dell’esperimento il 65% dei 37 bambini aveva acquisito la conservazione mentre dei 12 bambini solo il 16%.

Stili cognitivi e sviluppo del linguaggio

I bambini come gli adulti hanno stili cognitivi diversi senza che alcuni siano migliori di altri. In particolare gli stili sono due: globale, concentrato sulla visione d’insieme e articolato, concentrato sulla visione specifica.

Il bambino sviluppandosi matura le basi fisiologiche necessarie per l’apprendimento del linguaggio ma oltre a ciò è necessario che esso sia immerso in un ambiente in cui si parla una lingua per impararla. Lo sviluppo del linguaggio si può dividere in tre fasi: fase non verbale, fase del linguaggio infantile e fase del linguaggio vero e proprio.

Comunicazione non verbale nei bambini

In questa fase il bambino comunica senza utilizzare la parola, attraverso la comunicazione non verbale e le produzioni vocali. Tuttavia il bambino inizia realmente a voler comunicare quando usa questi mezzi solo dal secondo semestre di vita.

La comunicazione non verbale: essa è rappresentata dai gesti, come l’indicare, oppure dai sorrisi che si sviluppano in tre momenti, all’inizio sono riflessi non intenzionali, dopo il secondo mese di vita il sorriso diventa sociale generale per cui il bimbo sorride a tutti gli umani infine dopo il sesto mese è un sorriso sociale selettivo per cui il bambino sorride solo ai volti conosciuti. Nella cnv compaiono anche gli sguardi che il bambino usa per attirare l’attenzione della madre, per chiederle approvazione o aiuto.

Produzioni vocali e prime parole

Le produzioni vocali: La prima di esse è il pianto con cui il bambino chiede aiuto o mostra di essersi spaventato. A uno o due mesi compaiono i suoni simili al tubare dei colombi e le piccole risate tramite cui il bambino inizia ad allenare l’apparato vocale, al quinto mese cominciano i balbettii (essi cambiano in base alla lingua che il bambino sta imparando), poco tempo dopo inizia l’imitazione dei suoni emessi dagli adulti.

Fase del linguaggio infantile

Verso la fine del primo anno di vita il bambino pronuncia le prime parole ed entra in questa fase, il balbettio non scompare subito ma col passare dei mesi esso diminuisce

e le parole aumentano. le parole sono usate con l’intenzione di indicare persone e oggetti specifici, ognuna ha infatti una funzione olofrastica per cui essa sostituisce un’intera frase, una parola può quindi assumere significati diversi. Appena il bambino comincia ad utilizzare le parole va incontro all’estensione per cui ad esempio chiama

nonna tutte le donne anziane che incontra, col tempo poi riesce ad attribuire meglio le varie singole parole. Verso i 18-24 mesi il bambino conosce circa 50 parole e utilizza le frasi binarie, ovvero quelle composte da due parole.

Sviluppo del linguaggio e ambiente

A tre anni le frasi sono lunghe circa 4 parole e, di mese in mese, esse si allungano e diventano grammaticalmente più corrette. L’arricchimento del vocabolario procede rapidamente tuttavia il numero di parole conosciute varia molto da bambino a bambino, un fattore importante è anche l’ambiente in cui un bambino cresce. I bambini che crescono in famiglie linguisticamente stimolanti hanno di solito un vocabolario più ampio rispetto ai bambini che crescono in famiglie culturalmente svantaggiate.

Curiosità e domande nei bambini

Lo sviluppo del linguaggio è molto rapido tra i due e i sei anni. Nel terzo anno di vita i bambini hanno molta curiosità verso i nomi, è il momento delle domande “Come si chiama questo?” “Cos’è un…?”.

I bambini nella fase pre-operatoria hanno ancora problemi a comunicare, questo perché 1. Hanno scarsa capacità di sintesi e 2. Utilizzano il linguaggio egocentrico.

Relazione tra pensiero e linguaggio

Tra pensiero e linguaggio esiste un rapporto molto stretto, essi si influenzano a vicenda, ciò significa che un pensiero evoluto favorisce lo sviluppo di un linguaggio ricco e viceversa:
Due esempi di come ciò avvenga sono:

-Gli ipercorrettismi: In tutte le lingue ci sono delle parole irregolari che non seguono le classiche regole grammaticali, mentre il bambino impara il linguaggio inizialmente imita ciò che sente quindi utilizza le parole irregolari correttamente, ad un certo punto però esso apprende le regole della grammatica ed inizia a metterle in pratica anche nelle eccezioni, ad esempio dirà “uovi” o “diti”. Questi sono gli ipercorrettismi ed essi non sono un passo indietro ma dimostrano che il bambino grazie al suo pensiero sta elaborando attivamente le regole della lingua.

-Il linguaggio egocentrico: Piaget ha osservato la conversazione tra due bambini di età prescolare notando che essa assomigliava più a due singoli monologhi che ad una discussione, come se ciascun bambino parlasse a se stesso, i bambini infatti a causa dell’egocentrismo supponevano che i loro ascoltatori avessero le loro stesse informazioni, capendo così perfettamente i loro discorsi. A sei anni i bambini escono dall’egocentrismo e imparano a mettersi nei panni degli altri facendo discorsi più logici.

Codici linguistici e ambiente socio-economico

Un linguaggio verbale ben sviluppato permette al pensiero di manifestarsi più precisamente. Secondo il sociologo Basil Bernstein i bambini sviluppano codici diversi in base all’ambiente da cui provengono. In particolare Bernstein si concentra sulle differenze tra ragazzi poveri e benestanti affermando che di solito le famiglie dei primi utilizzano un codice ristretto (rudimentale e ripetitivo, con pochi aggettivi, più pronomi che nomi e frasi brevi e incomplete) mentre quelle dei secondi un codice articolato (più complesso e vario, con frasi articolate che permettono di esprimere concetti astratti).

Come già detto il linguaggio è un fattore importante nella maturazione del pensiero perciò i bambini delle classi socio-economiche più svantaggiate sono frenati nello sviluppo dell’intero potenziale intellettivo, a proposito di ciò Bernstein ha condotto un esperimento esaminando due gruppi di ragazzi, i primi provenienti da classi operaie, i secondi figli di famiglie benestanti e culturalmente ricche. I ragazzi affrontavano alcuni test di intelligenza, nei primi era richiesta una buona padronanza del linguaggio mentre in quelli successivi essa non era fondamentale. I soggetti delle classi lavoratrici ottenevano punteggi bassi nel primo test e alti nel secondo, questo squilibrio nei ragazzi benestanti invece non si osservava.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la teoria principale di Jean Piaget sullo sviluppo del pensiero nei bambini?
  2. La teoria di Piaget si basa sull'idea che i bambini utilizzano schemi mentali per adattarsi al mondo, attraverso processi di assimilazione, accomodamento ed equilibrio.

  3. Quali sono le quattro fasi dello sviluppo intellettivo secondo Piaget?
  4. Le fasi sono: senso-motoria (0-2 anni), pre-operatoria (2-7 anni), operazioni concrete (7-11 anni) e operazioni formali (11+ anni).

  5. Come si sviluppa il linguaggio nei bambini secondo il testo?
  6. Lo sviluppo del linguaggio avviene in tre fasi: non verbale, linguaggio infantile e linguaggio vero e proprio, con un'evoluzione da comunicazioni non verbali a frasi complesse.

  7. In che modo il pensiero influenza il linguaggio nei bambini?
  8. Il pensiero evoluto favorisce lo sviluppo di un linguaggio ricco, come dimostrato dagli ipercorrettismi e dal superamento del linguaggio egocentrico.

  9. Qual è l'influenza del linguaggio sul pensiero secondo Basil Bernstein?
  10. Bernstein sostiene che un linguaggio articolato permette un pensiero più preciso, mentre un codice ristretto può limitare lo sviluppo intellettivo, specialmente nei bambini di classi socio-economiche svantaggiate.

Domande e risposte