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Concetti Chiave

  • Il linguaggio è un sistema di segni usato per comunicare, con caratteristiche uniche tipicamente umane, e si distingue in lingue vive e lingue morte come il latino e il greco.
  • Le origini del linguaggio umano richiedono tre passaggi fondamentali: lo sviluppo di un apparato fonatorio, un cervello adatto al linguaggio, e un codice linguistico.
  • La pragmatica studia l'uso del linguaggio, distinta dalla sintassi e dalla semantica, ed è emersa come disciplina importante solo negli ultimi decenni.
  • La comunicazione non verbale (CNV) include segnali motorio-tattili, chimico-olfattivi, visivo-cinestesici e paralinguistici, e varia significativamente tra le diverse culture.
  • Gli aspetti della comunicazione non verbale comprendono lo sguardo, la gestualità, la postura, il contatto corporeo, l'abbigliamento e lo stato fisico, e il comportamento spaziale, che influenzano come le persone si relazionano e comunicano.

Indice

  1. Diversità linguistica e linguaggio
  2. Evoluzione del linguaggio umano
  3. Pragmatica e comunicazione non verbale
  4. Codici di comunicazione
  5. Universalità e malintesi nella comunicazione
  6. Ruolo dello sguardo e gestualità
  7. Postura e contatto corporeo
  8. Aspetto fisico e comportamento spaziale

Diversità linguistica e linguaggio

I popoli della terra parlano un gran numero di lingue diverse. Accanto alle lingue in uso, dette vive, vi sono lingue morte usate in passato e oggi solo oggetto di studio.

(ex: latino, greco…)

Il linguaggio è il fondamento comune delle molteplici lingue naturali

Successivamente, nel XX sec. Si fa strada un’altra definizione di linguaggio: un sistema di segni adoperato per comunicare, tipicamente umano e dotato di caratteristiche del tutto peculiari.

Hockett aveva cercato di stabilire quali fossero i tratti distintivi del linguaggio. Linguaggio: comunicazione verbale non verbale e paraverbale. articolo(ne trovò 16)

Evoluzione del linguaggio umano

Le origini del linguaggio:

Perché l’uomo arrivasse a parlare sono stati necessari 3 passaggi:

1) acquisire un apparato fonatorio che consentisse di articolare agevolmente i suoni;

2) sviluppare un cervello adatto a padroneggiare il codice linguistico;

3) mettere a punto il codice linguistico.

Dai resti scheletrici sappiamo che la laringe era scesa in posizione adatta all’articolazione dei suoni già nell’Homo Erectus. Ancora prima, già nell’Homo Habilis il cervello aveva caratteristiche connesse al linguaggio e la presenza delle aree specializzate di Broca e di Wernicke.

Pragmatica e comunicazione non verbale

La parte linguistica che studia l’uso del linguaggio è la PRAGMATICA. Il termine risale al filosofo statunitense Morris, che distinse la sintassi della semantica e della pragmatica. La pragmatica, però, si è sviluppato di recente, specie negli ultimi decenni.

Gran parte della comunicazione faccia a faccia è fatta di segnali non verbali; la comunicazione non verbali (CNV) è costituita da tutti quegli scambi che avvengono con modalità diverse da quella verbale: comprende, cioè, tutto ciò che passa per i canali motorio-tattile, chimico-olfattivo, visivo-cinestesico (tutto ciò che riguarda la percezione del movimento di sé nello spazio), e tutti gli aspetti paralinguistici (o paraverbali), come ad ex: le pause, i silenzi, l’intercalare, ecc…

Codici di comunicazione

La comunicazione non verbale (CNV) utilizza prevalentemente un codice analogico, cioè riproduce per immagini ciò di cui si riferisce, cioè utilizzando gesti, rituali, ecc.

La comunicazione verbale (CV) utilizza, invece, un codice digitale, cioè vengono usati dei segni arbitrari(=simboli convenzionali che si concretizzano poi nella parola scritta o orale).

Anche nella comunicazione non verbale, però, spesso c’è convenzionalità questo dipende dalle diverse culture che influenzano i comportamenti degli appartenenti alla cultura stessa (Es la segnalazione di “matto”: punta dell’indice contro la tempia, oppure mano su e giù davanti agli occhi, o ancora, il pugno chiuso che percuote la fronte). Ad esempio il segno “OK”, fatto con le dita ad “O”, per noi significa tutto bene; lo stesso segno per i Giapponesi significa denaro, per i Francesi nullità e per i Greci è un insulto.

Universalità e malintesi nella comunicazione

Nella comunicazione verbale spesse volte c’è universalità di comunicazione; a volte invece, alcuni segnali suscitano malintesi.

1) Comunicazione espressiva: serve per manifestare emozioni, sentimenti, stati d’animo

(ex: sorriso, occhiolino..)

2) Comunicazione interpersonale: serve per segnalare amicizia, ostilità, disponibilità, aggressività (ex: darsi la mano, aggrottare le sopracciglia..)

3) Regolazione di interazione: serve per tener sotto controllo la comunicazione faccia a faccia (ex: la punteggiatura, la conclusione di un turno..)

4) Comunicazione verbale: serve per “colorire”, enfatizzare (=semplificare) ciò che si dice a parole (ex: sguardi, espressioni del volto, gesti..).

Ruolo dello sguardo e gestualità

1. Lo sguardo: svolge un ruolo di fondamentale importanza nella relazione con gli altri, soprattutto negli scambi faccia a faccia:

A) durata e frequenza degli sguardi più la dilatazione delle palpebre sonoSegnale di attrazione (si tende a guardare di più chi ci interessa).

B) le persone dominanti (i leader), che sono più sicure ed autonome, guardano per meno tempo gli altri, ma sono le ultime a staccare lo sguardo.

2. La gestualità: riguarda alcune parti del corpo: soprattutto mani, piedi, testa. È spesso Controllabile:

A) alcuni gesti cadono in disuso, col tempo si perdono o cambiano (ex: il bacia-mano)

B) sono legati a contesti socio-culturali (ex: in alcune culture la gestualità è più accentuata)

Postura e contatto corporeo

3. La postura:riguarda la posizione generale del corpo nello spazio; è prevalentemente Involontaria. Ricordiamo 3 posizioni:

- la stazione eretta;

- la posizione distesa (supina, prona);

- la posizione intermedia ( seduta o in ginocchio).

4. Il contatto corporeo è il tipo più immediato di CNV dove la distanza emittente- Ricevente è abolita; si ha soprattutto:

A) nel comportamento aggressivo;

B) nelle relazioni affettivo-sessuali;

C) nell’allevamento-dipendenza-cura;

D) nei casi di affiliazione/interazione

Aspetto fisico e comportamento spaziale

5. L'abbigliamento e lo stato fisico: statura, colore degli occhi e capelli, i tratti somatici costituiscono il nostro aspetto esteriore che è un importante strumento di comunicazione, un vero e proprio linguaggio. Modo di vestirsi, di curare i capelli, il trucco, il modo di porsi agli altri; costituiscono, come l’aspetto fisico, segnali di CNV immediati.

6. Il comportamento spaziale:se né occupata una scienza definita “prosennica”, che Studia come le persone usano lo spazio per comunicare; si è occupata, soprattutto, del fattore vicinanza, indicando la relazione spaziale, in termini di distanza tra 2 o più persone come “agente di Influenza” rispetto alla relazione strutturata:

A) distanza intima: 45 cm circa; consente il sussurro e di cogliere emozioni ed espressioni anche minime permettendo, in alcuni casi, di “entrare in contatto” con l’altro.

B) distanza personale: da 45 a 120 cm; consente ancora di entrare in contatto con l’altro, ma non il sussurro.

C) distanza sociale: da 2,75 a 3,65 m; è solitamente una “distanza di lavoro”, è più impersonale e si ha negli uffici, al ristorante tra un tavolo e l’altro..

D) distanza pubblica: da 3,65 a più metri; usata nelle conferenze, assemblee pubbliche..

Le ricerche condotte, dimostrano che a volte c’è conflitto tra la distanza fisica nella comunicazione e l’intenzione comunicativa; in questo caso (su pullman, treno..) il contesto comunicativo e la tipologia della relazione fungono da “elemento di disturbo”: la relazione può o procedere in modo formale oppure cadere del tutto. Viene infatti a mancare una condizione essenziale della comunicazione: l’ intenzionalità comunicativa.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i passaggi necessari affinché l'uomo potesse sviluppare il linguaggio?
  2. Sono stati necessari tre passaggi: acquisire un apparato fonatorio adatto, sviluppare un cervello capace di padroneggiare il codice linguistico e mettere a punto il codice linguistico stesso.

  3. Qual è la differenza tra comunicazione verbale e non verbale?
  4. La comunicazione verbale utilizza un codice digitale con segni arbitrari, mentre la comunicazione non verbale utilizza un codice analogico, spesso influenzato dalla cultura, e comprende gesti, espressioni e altri segnali non verbali.

  5. Quali sono le funzioni principali della comunicazione non verbale?
  6. Le funzioni principali sono la comunicazione espressiva, interpersonale, la regolazione dell'interazione e l'enfasi della comunicazione verbale.

  7. Come influisce la cultura sulla comunicazione non verbale?
  8. La cultura influenza la convenzionalità dei segnali non verbali, come dimostrato dai diversi significati del gesto "OK" in varie culture.

  9. Quali sono gli aspetti della comunicazione non verbale che coinvolgono lo spazio?
  10. Gli aspetti spaziali includono la distanza intima, personale, sociale e pubblica, che influenzano la relazione e l'interazione tra le persone.

Domande e risposte