Concetti Chiave
- La memoria è un sistema complesso e dinamico che si divide principalmente in memoria a breve termine (MBT) e memoria a lungo termine (MLT), ognuna con sottotipi specifici come la memoria di lavoro e la memoria dichiarativa.
- I processi fondamentali della memorizzazione includono la codifica, la ritenzione e il recupero, che lavorano insieme per acquisire, mantenere e richiamare informazioni.
- Lo span di memoria misura la capacità di ritenzione a breve termine e varia a seconda degli item utilizzati, come cifre o lettere, influenzando test neuropsicologici e valutazioni di intelligenza.
- Esistono diverse tipologie di memoria, tra cui memoria visiva, uditiva e gestuale, ognuna caratterizzata da modalità specifiche di apprendimento e ritenzione delle informazioni.
- Ogni individuo può avere una predisposizione naturale verso una specifica tipologia di memoria, influenzando il modo in cui studia o lavora quotidianamente.

Indice
La memoria: cos’è e quali tipologie di memoria esistono
La memoria è un sistema dinamico, flessibile e non unitario, che ci consente di immagazzinare e ricordare le informazioni, gli stimoli, le azioni e più in generale tutti i vari input ricevuti.
Secondo i modelli più recenti elaborati dalla psicologia, è possibile distinguere due macro-tipi di memoria: la memoria a breve termine- MBT e la memoria a lungo termine- MLT.
La memoria a breve termine ci consente di mantenere delle informazioni per intervalli di tempo molto brevi, che si aggirano attorno ai pochi secondi. Questa tipologia di memoria comprende, a sua volta: la memoria sensoriale e la memoria di lavoro. Nello specifico, la memoria di lavoro, anche conosciuta come working memory, ci consente di mantenere e manipolare le informazioni nella memoria per un breve periodo di tempo. Si tratta di una tipologia di memoria di fondamentale importanza per svolgere compiti complessi. Ad esempio, risolvere un’equazione richiede la capacità di ricordare per breve tempo i numeri e di manipolarli per svolgere i calcoli.
La memoria a lungo termine, al contrario, consente di mantenere le informazioni per periodi di tempo più lunghi. Possono essere distinte differenti tipologie di memoria a lungo termine, che sono suddivisibili in due macrocategorie: la memoria dichiarativa e la memoria non dichiarativa.
La memoria dichiarativa (nota anche come memoria esplicita) è contraddistinta dalla capacità di esprimere verbalmente le informazioni immagazzinate; mentre la memoria non dichiarativa (nota anche come memoria implicita) si riferisce alle situazioni in cui le informazioni sono ricordate sebbene non vengano riferite verbalmente. Gli studi hanno distinto differenti tipologie di memoria dichiarativa, quali, ad esempio: la memoria episodica e la memoria semantica. La memoria episodica si riferisce alla tipologia di memoria che ci permette di immagazzinare e rievocare degli eventi e degli episodi specifici. La memoria semantica invece fa riferimento all’insieme di conoscenze acquisite dalla persona durante il corso della sua vita. Invece, la memoria non dichiarativa comprende a sua volta: la memoria procedurale, il condizionamento e il repetition priming.
Per approfondimenti sulle caratteristiche della memoria vedi anche qua
I processi alla base della memorizzazione e del ricordo
La memoria si avvale di una serie di processi dinamici, che sono in stretta interrelazione tra loro. Nello specifico, vi sono tre processi fondamentali alla base della memoria: la codifica, la ritenzione e il recupero.
- La codifica è il processo attraverso il quale le informazioni da ricordare vengono acquisite. Vi sono molti aspetti che possono influenzare la codifica positivamente o negativamente. Gli studi hanno evidenziato che il livello di profondità della codifica influenza positivamente sia il ricordo che il recupero delle informazioni. Ciò significa che un’informazione elaborata ad un livello più profondo (ad esempio, legato al significato) verrà ricordata con maggiore probabilità e chiarezza rispetto ad un’informazione che è stata elaborata ad un livello più superficiale (ad esempio, legato all’aspetto visivo o fonologico).
- La ritenzione è il processo attraverso il quale le informazioni precedentemente codificate vengono mantenute nella memoria, e questo è un processo che varia a seconda che le informazioni vengano immagazzinate nella Memoria a Breve o a lungo termine.
- Infine, il recupero è il processo attraverso il quale le informazioni memorizzate vengono rievocate, vale a dire, vengono riattivate in modo tale da essere nuovamente disponibili; in questo processo entrano in gioco anche i sistemi sensoriali, in quanto più un’informazione è elaborata, quindi maggiori sono le sensazioni, le immagini e i dettagli legati all’informazione, tanto più sarà facile per il sistema di memoria rievocarla con chiarezza.
La misurazione della capacità di memoria a breve termine attraverso le misure di span
In Psicologia lo Span si qualifica come una unità di misura, che indica la capacità di immagazzinazione delle informazioni, ovvero quante parole, frasi o numeri, l’individuo è capace di ricordare subito dopo averle apprese. Le misure di span della memoria vengono usate per misurare il livello della ritenzione delle informazioni nella memoria a breve termine, e questa è una tecnica adottata per lo svolgimento di molti test neuropsicologici, ma anche per la valutazione dell’intelligenza. Tuttavia, è importante sottolineare che lo span di memoria non è di per sé direttamente correlato alle misure di intelligenza. Sulla base della misurazione che si desidera effettuare, possono essere distinte varie tipologie di span, che si differenziano per i tipi di item che vengono utilizzati, quali ad esempio: cifre, lettere, immagini, e così via. Una delle tecniche di span più utilizzate è lo span di cifre, che consiste nel ricordare una serie di numeri nel loro ordine di presentazione. L’utilizzo dello span di cifra per la valutazione della capacità (intesa come quantità di elementi) della memoria a breve termine risale al 1887, per opera del ricercatore John Jacobs. Dagli studi più recenti emerge che, in media, lo span di memoria di cifre nella popolazione priva di patologia si aggira attorno ai 7 elementi. L’aspetto che rende particolarmente difficile e arduo il compito è la richiesta di ricordare sia le cifre, sia l’ordine in cui sono state presentate. In effetti, gli studi hanno mostrato che quando vengono utilizzati stimoli poco familiari per i partecipanti (ad esempio, le cifre pronunciate in una lingua straniera) piuttosto che stimoli familiari (ad esempio, le cifre pronunciate nella lingua natia), si osserva una notevole diminuzione dello span di memoria.
Tipologie di memoria: Che memoria hai di base?
Come si è detto esistono varie tipologie di memoria, che fanno capo ad una o a più sfere sensoriali, ogni individuo è predisposto geneticamente a ricordare facilmente determinate informazioni piuttosto che altre, sia per quanto riguarda le attività di studio o di lavoro, che per quanto riguarda la quotidianità di ciascuno. Di seguito si illustra una breve panoramica dei tipi di memoria e delle tip per capire che tipo di memoria si ha:
- Memoria visiva: la memoria visiva consiste nella capacità del soggetto di associare le immagini alle parole o ai concetti collegati. Per questo motivo, chi ha una memoria visiva tende con facilità a rievocare immagini o schemi mentali, e da questi è più facile recuperare le informazioni. Solitamente, chi ha una memoria visiva, nello studio tende a prediligere l’utilizzo di schemi, mappe concettuali e fotografie che aiutino il processo di memorizzazione e di rievocazione dei concetti.
- Memoria uditiva: la memoria uditiva consiste nella capacità di ricordare con facilità tutto ciò che viene ascoltato durante i processi di ascolto attivo. Per questo motivo chi ha una memoria di tipo uditivo ricorda con più facilità ciò che ascolta rispetto a quello che legge. Nello studio chi ha una memoria uditiva tende a prediligere l’ascolto, quindi ascoltare le registrazioni delle lezioni o ripetere ad alta voce al fine di supportare i processi di memorizzazione per imprimere bene i concetti.
- Memoria gestuale (o cinetica): la memoria gestuale consiste nella capacità del soggetto di imparare qualcosa e memorizzare “facendo”, motivo per cui chi ha questo tipo di memoria avrà facilità nel ricordare una procedura riproducendola in fase di memorizzazione, “mimandone” i vari step e passaggi attraverso i gesti. Nello studio chi ha questo tipo di memoria predilige il mantenere un suo “ritmo”, che può essere il tracciare schemi, linee, prendere appunti, o ancora gesticolare o muoversi in fase di ripetizione, al fine di ricordare meglio quanto appreso.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali tipologie di memoria descritte nel testo?
- Quali sono i processi fondamentali alla base della memorizzazione e del ricordo?
- Come viene misurata la capacità di memoria a breve termine?
- Quali sono le differenze tra memoria dichiarativa e non dichiarativa?
- Quali sono le tipologie di memoria basate sulle sfere sensoriali?
Il testo distingue tra memoria a breve termine (MBT) e memoria a lungo termine (MLT), con ulteriori suddivisioni come memoria sensoriale, memoria di lavoro, memoria dichiarativa e non dichiarativa.
I processi fondamentali sono la codifica, la ritenzione e il recupero, che lavorano insieme per acquisire, mantenere e rievocare le informazioni.
La capacità di memoria a breve termine viene misurata attraverso le misure di span, che valutano quante parole, frasi o numeri un individuo può ricordare immediatamente dopo l'apprendimento.
La memoria dichiarativa permette di esprimere verbalmente le informazioni immagazzinate, mentre la memoria non dichiarativa riguarda informazioni ricordate senza espressione verbale.
Le tipologie includono memoria visiva, uditiva e gestuale, ognuna delle quali si basa su diversi metodi di associazione e rievocazione delle informazioni.