Concetti Chiave
- Frobel, influenzato dal Romanticismo, fonda l'idea del Kindergarten, un modello educativo che integra natura e spiritualità per sviluppare il potenziale divino e creativo nei bambini.
- Il gioco è considerato fondamentale per il bambino, permettendo l'espressione e la comprensione di sé e del mondo, in un ambiente che emula la cura materna.
- Nel periodo dell'infanzia, l'educazione deve rispettare la spontaneità del bambino, favorendo l'autodeterminazione e l'apprendimento attraverso il gioco senza interventi prescrittivi.
- Durante la fanciullezza, l'educazione si concentra sull'interiorizzazione attraverso strumenti educativi noti come "doni", che facilitano la comprensione del mondo e delle sue complessità.
- L'approccio educativo di Frobel si basa sulla guida dell'educatore che facilita la crescita naturale del bambino, mantenendo un equilibrio tra spontaneità e strutturazione educativa.
Indice
Origini e filosofia del pedagogista
Nasce in Germania, è il pedagogista più coerente con il Romanticismo. Al centro di tutto pone la natura, intesa non come insieme di leggi matematiche e fisiche, ma come espressione vitale e unitaria della divinità (natura → creazione divina).
Ha una visione panenteista: la realtà è stata costruita da Dio e nel mondo noi lo ritroviamo. C’è una legge divina che si manifesta nella natura e nello spirito di ognuno. Dentro di noi troviamo le leggi che Dio ha posto.
Quindi l’educazione sarà cercare di guidare l’uomo a conoscere meglio se stesso, ad essere in pace con se stesso, con la natura, e in unione con Dio.
Sarò pienamente felice quando riconoscerò le leggi di Dio dentro di me e nel mondo, poiché agirò coerentemente ad esse e vivrò in coesione con Dio.
Fondazione del Kindergarten
A partire da questa riflessione fonda, nel 1840, il Kindergarten (giardino d’infanzia). Per costruirlo egli si rifa alla filosofia di Schelling, secondo cui l’unità del tutto e la concezione della natura sono manifestazione dello spirito. Questi ‘giardini’ si diffondono in Europa e in occidente, sono i pilastri della pedagogia moderna. Critica:
Lo scopo dell’educazione è far emergere il divino che è dentro all’uomo. Infatti l’uomo è stato creato da Dio a propria immagine e somiglianza, e per questo l’uomo deve essere attivo (come lo è Dio, che ha creato l’uomo e la natura), è chiamato a creare ed operare come Dio. L’educazione, quindi, deve assecondare le potenzialità e le modalità espressive del bambino → bambini che lavorano, producono, creano, si esprimono…
Ci sono 3 fasi di sviluppo:
1. lattante, in cui c’è lo sviluppo corporeo
2. infanzia, in cui inizia a svilupparsi il linguaggio e la capacità rappresentativa della realtà
3. fanciullezza, periodo dell’istruzione, in cui si può rafforzare la capacità di apprendimento
Secondo Frobel nell’infanzia accade l’esteriorizzazione: il bambino scopre di avere dentro di sè un mondo ricco e ha voglia di esprimerlo, esprimere l’energia creativa che ha dentro di sé. Questo il bambino lo fa attraverso il linguaggio ma soprattutto attraverso il GIOCO → “il bambino inizia a giocare con le cose, ma poi gioca con se stesso e il mondo”.
Frobel intuisce che il bambino nel momento in cui gioca riesce a rappresentare e capire se stesso e il mondo.
Il gioco è il “più alto grado dello sviluppo del bambino”.
Ruolo dell'educatore e del gioco
Nel ‘Giardino d’infanzia’ il modello educativo è quello della mamma, bisogna ispirarsi alla sua capacità educativa, che è semplice, gioiosa ed è attenta al bambino. Un buon educatore deve essere semplice, gioioso e attento. La maestra deve dedicarsi ai bambini con affetto, deve essere attenta in modo individualizzato al bambino ma deve anche possedere una preparazione pedagogica, per poter guidare il bambino alla libera espressione attraverso attività e materiali appositi, tutto questo mantenendo un clima sereno, come in famiglia.
La maestra deve assecondare il bambino e non devono esserci interventi prescrittivi: la maestra non deve dare ordini, ma il bambino deve far emergere la natura che è in se, ella è solo un intermediario che fa incontrare il bambino e la natura.
L’educatore deve aiutare il bambino a scoprire il GIUSTO che c’è dentro di lui; il bambino ha il senso del giusto, bisogna solo aiutarlo a farlo emergere.
Per le insegnanti è quindi necessaria una scuola normale → la maestra “giardiniera” (come il giardiniere cura il giardino e facilita la nascita dei fiori così deve fare la maestra) sa assecondare la psicologia del bambino, attraverso attività e materiali predeterminati, in un clima sereno e in continuità con l’azione della madre.
Il “Giardino d’infanzia”deve essere un luogo per esprimere e sperimentare i sensi tra bambini, madri e insegnanti. È un ambiente educativo con materiali adatti e personale qualificato, che mette il bambino nelle condizioni di crescere liberamente seguendo le regole della natura, date da Dio.
Questo luogo dovrà essere gaio, chiaro e sereno con mobilio su misura, giocattoli, pareti con illustrazioni e piccoli lavori appesi (Montessori): deve far star bene il bambino, farlo sentire come a casa.
Importanza del gioco e autodeterminazione
Il giardino era diviso in due parti: una per il lavoro comune (→ socializzazione) e un’altra dove ogni singolo bambino aveva un proprio pezzettino di terra per coltivare i suoi fiori e ortaggi, notando lo sviluppo della natura. Così trascorre l’intera giornata del tutto impegnato mentre la maestra lo sorveglia, lo stimola e lo aiuta.
- Non bisogna intervenire e preordinare, altrimenti si ostacola l’azione divina (la pedagogia preventiva rischia di creare persone insicure).
- Ogni persona deve autodeterminarsi con una libera scelta: ognuno ha diritto all’autodeterminazione (anche se il suo metodo è stato criticato proprio di fare questo, perché il bambino non riesce a capire quali sono le cose importanti da fare, potrebbe fare la cosa più facile piuttosto che quella più giusta; delega troppo la libera scelta del bambino).
- Il gioco ha un ruolo fondamentale perché è nel gioco che il bambino mette tutto se stesso; il gioco è la prima azione produttiva, all’interno di esso il bambino impara a stare con gli altri quindi sviluppa la socialità ma anche il linguaggio, disegno, attività logico-matematiche, la poesia, iul canto, le attività ginniche... Il gioco è un’occasione per imparare tante cose proprio perché giocando si fanno tante cose.
- Il bambino deve essere sempre attivo, la spontaneità non deve mai trasformarsi in passività.
- Il bambino deve essere sempre stimolato e indirizzato verso il “bene” e il “giusto”.
Si passa dall’espressione all’interiorizzazione (nella fase precedente era importante che esprimesse ciò che aveva dentro, ora il contrario).
Si passa dall’educazione all’istruzione.
Per questo passaggio occorrono 3 oggetti: persona, Dio, natura (cfr. Rousseau dava più importanza alla natura, Frobel a Dio), poiché riesco ad insegnare quando ho chiare queste 3 dimensioni.
Strumenti educativi e doni
Per insegnare inventa degli strumenti, dei DONI, che servono per raggiungere la conoscenza (l’unità del tutto). Sono in grado di mediare tra l’esperienza sensibile e la struttura intima (concetti che servono per comprenderla) della natura. Ai bambini viene dato un materiale didattico cognitivo (aiuta a crescere). In questo passaggio si passa dalla semplicità e dall’unità alla complessità, molteplicità (es all’inizio si distingue solo morbido e duro, poi si scoprono vari tipi di morbido e duro). I doni vengono chiamati così perché devono rappresentare la gratuità (i regali). Sono belli poiché sono giocattoli (importanza del gioco, simbolico e formativo) e insegnano il valore simbolico. Questi doni sono:
1. Palla morbida ed elastica di stoffa: la sfera della palla rappresenta l’infinito e l’unità, consente al bambino di muoversi . Con il tempo si danno più palle.
2. Cubo di legno: statico, stabile e immobile, rappresenta la stabilità cosmica e la molteplicità tridimensionale
3. Cilindro: sintesi di sfera e cubo
Poi verranno dati altri doni per rappresentare unità, pluralità, lunghezza, larghezza, altezza, moltiplicazione, divisione.
L’educazione del Kindergarten si basa sulla spontaneità infantile, guidata dall’educatore.
Domande da interrogazione
- Chi era Frobel e quale era la sua visione educativa?
- Qual è l'importanza del gioco secondo Frobel?
- Come deve essere il ruolo dell'educatore nel "Giardino d'infanzia"?
- Quali sono le fasi di sviluppo secondo Frobel e come si differenziano?
- Cosa sono i "doni" nel metodo educativo di Frobel e quale è il loro scopo?
Frobel era un pedagogista tedesco, coerente con il Romanticismo, che vedeva la natura come espressione vitale della divinità. Credeva che l'educazione dovesse guidare l'uomo a conoscere se stesso, essere in pace con la natura e in unione con Dio.
Frobel considerava il gioco come il "più alto grado dello sviluppo del bambino", un mezzo attraverso il quale il bambino può esprimere e comprendere se stesso e il mondo, sviluppando socialità, linguaggio e altre abilità.
L'educatore deve essere semplice, gioioso e attento, ispirandosi al modello educativo della madre. Deve facilitare la libera espressione del bambino senza interventi prescrittivi, aiutandolo a scoprire il giusto che è dentro di lui.
Frobel identifica tre fasi: lattante (sviluppo corporeo), infanzia (sviluppo del linguaggio e capacità rappresentativa), e fanciullezza (istruzione e rafforzamento dell'apprendimento). Ogni fase ha metodi educativi specifici.
I "doni" sono strumenti educativi che mediano tra esperienza sensibile e struttura intima della natura, aiutando i bambini a crescere e comprendere concetti complessi attraverso il gioco simbolico e formativo.