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Concetti Chiave

  • La narrazione esplora le preoccupazioni mondane e celesti, mostrando come molte persone si distraggano con attività terrene mentre l'autore si trova in paradiso, libero da tali affanni.
  • San Francesco e San Domenico sono elogiati per la loro carità e sapienza, rappresentando guide spirituali per la Chiesa, ciascuno con un ordine religioso che contribuisce alla cristianità.
  • La nascita di San Francesco è descritta come un evento luminoso e significativo, paragonato al sorgere del sole, con riferimento alla sua scelta di sposare simbolicamente la Povertà.
  • Dante usa l'allegoria della Povertà per raccontare una storia d'amore, con San Francesco che sfida le convenzioni sociali e storiche per abbracciare uno stile di vita umile e virtuoso.
  • La missione di San Francesco include il suo dialogo con il papa e il tentativo di convertire il sultano d'Egitto, culminando con l'approvazione divina rappresentata dalle stimmate.

Indice

  1. Preoccupazioni terrene e celesti
  2. Elogio di San Francesco e San Domenico
  3. Nascita e vita di San Francesco
  4. Dante e l'allegoria della Povertà
  5. Missione e approvazione di San Francesco

Preoccupazioni terrene e celesti

O stolta preoccupazione dei mortali, quanto sono erronei quei ragionamenti che vi fanno volgere alle cose terrene!

Chi se ne andava dietro alla giurisprudenza, e chi dietro alla medicina, e chi inseguiva i benefici ecclesiastici, e chi cercava di dominare con la violenza o con la frode e chi era occupato a rubare, e chi in attività pubbliche;

chi si affaticava immerso nei piaceri della carne, e chi invece si abbandonava all’ozio, mentre io, libero da tutte queste vane sollecitudini, lassù in cielo in compagnia di Beatrice ero accolto con tanta festa.

Dopo che ognuno (dei dodici spiriti) fu tornato (danzando) nel punto del cerchio in cui si trovava prima, si fermò immobile, come (è immobile) una candela sul candeliere.

E dentro quella luce (San Tommaso) che prima mi aveva parlato, mentre sorrideva facendosi più splendente, io udii incominciare:

“ Come io risplendo del raggio divino, così, lo sguardo nella luce eterna di Dio, conosco da dove abbiano origine le tue incertezze.

Tu dubiti, e desideri che il mio discorso si chiarisca con una esposizione così evidente e ampia, che si distenda davanti alla tua capacità di intendere, riguardo al punto in cui prima dissi “U’ ben s’impingua”, e all’altro in cui dissi “Non surse il secondo”;

e a proposito di questi dubbi è necessario procedere con opportune distinzioni.

La provvidenza, che governa il mondo con sapienza così profonda che davanti ad essa ogni intelligenza creata è vinta prima di riuscire a penetrarla fino in fondo.

affinché la Chiesa, la sposa di Cristo, che con alte grida si unì a lei nel suo sangue benedetto (versato sulla croce), procedesse verso il suo diletto,

più sicura in se stessa e anche più fedele a Lui, decretò in suo aiuto (ordinò in suo favore) due capi, che le fossero di guida da una parte con la carità e dall’altra con la sapienza.

Uno fu tutto ardente di carità come un Serafino; l’altro per la sua sapienza fu in terra una luce degna della scienza propria dei Cherubini.

Parlerò di uno di costoro, perché lodando uno si celebrano entrambi, qualunque dei due si scelga, perché le loro opere mirarono allo stesso fine.


Elogio di San Francesco e San Domenico

Il domenicano San Tommaso celebra l'elogio di San Francesco, mentre nel canto seguente il francescano San Bonaventura loderà San Domenico.

Dante

si ispira all'uso, molto antico, secondo il quale, nelle feste dei due santi fondatori, nelle chiese francescane un domenicano pronunciava il panegirico di San Francesco e nelle chiese domenicane un francescano esaltava San Domenico. Tuttavia l'intento del Poeta e quello di proporre un esempio di concordia ai due ordini religiosi che sulla terra, in quel tempo, apparivano divisi da profondi dissensi e rivalità sia in campo pratico che in campo dottrinale. Via via il tono del discorso di San Tommaso si innalza, pur sempre serbando quell'ardente fissità suggerita dall'immagine iniziale: fermossi, come a candellier candela. Canto   11 Paradiso - Parafrasi articoloDante, misurando con un solo sguardo l'alto e il profondo, dal segreto dei disegni provvidenziali, tale che nessuna vista può penetrarne tutto il mistero, e da una confessione d'impotenza prende le mosse per avviarsi agilmente a dir gioia e lutti, allegrezza e sangue delle nozze di Cristo e della Sposa. Il Duecento è tutto pervaso ed esaltato dall'opera complessa degli ordini mendicanti, in ogni campo della vita della cristianità occidentale: slancio caritativo del francescanesimo, che rompe i vincoli della chiusa società feudale, riconcilia le creature nel segno della paternità comune di Dio, ritrova benigna la natura, da tanto tempo considerata maligna, avversa e diabolica nella concezione manichea: e sapienza dell'ordine domenicano, che promuove la nuova organizzazione scientifica, sincretizzando il sapere antico con la Rivelazione cristiana. Lo sfondo storico dei due canti agiografici è anche più ampio che lo sfondo paesistico del ritratto di Francesco e di quello di Domenico, ma sottinteso e come velato da quell'immagine della Provvidenza profonda.

Nascita e vita di San Francesco

Tra il fiume Topino e il fiume Chiascio, l’acqua che scende dal monte scelto dal beato Ubaldo come eremitaggio, digrada la fertile costa dell’alto massiccio del Subasio, dal quale Perugia riceve verso Porta Sole i venti freddi d’inverno e caldi d’estate;

e sul versante opposto del Subasio piange sotto il pesante giogo Nocera con Gualdo Tadino.

Sulla costa occidentale ( del Subasio ), là dove essa diventa meno ripida, nacque al mondo un sole, come talvolta questo sole ( in cui ora ci troviamo) nasce dal Gange.

La luce spirituale di San Francesco ha lo stesso fulgore di quella del sole quando, nell'equinozio di primavera, esso sorge, rispetto al meridiano di Gerusalemme, nel suo punto più orientale (di Gange).

Perciò chi parla di quel luogo, non dica Assisi, perché direbbe troppo poco, ma dica Oriente, se vuol parlare con proprietà (proprio).

Questo sole non era ancora molto lontano dal momento della sua comparsa, quando cominciò a far si che la terra sentisse qualche beneficio della sua potenza vivificatrice, perché, ancora giovane, affrontò una lotta col padre per amore di una donna tale, la Povertà, alla quale, come alla morte, nessuno fa grata accoglienza;

e davanti alla curia vescovile della sua città e alla presenza del padre si unì a lei come sposo; in seguito l’amò di giorno in giorno sempre più intensamente.

Questa donna (la Povertà), rimasta vedova del suo primo sposo, Cristo, era stata per oltre mille e cento anni disprezzata e dimenticata, senza che alcuno la ricercasse, fino alla nascita di costui;

né valse (a farla amare) l’udire che Cesare, colui che sgomentò tutto il mondo, la trovò tranquilla e serena, al suono della sua voce, accanto ad Amiclate;

né le valse l’essersi dimostrata fedele ed eroica al punto da patire con Cristo sulla croce, laddove (anche) Maria rimase ai piedi di essa.

Ma perché io non continui a parlare in modo troppo oscuro, nel mio lungo discorso intendi ormai per questi due amanti Francesco e la Povertà.

La loro concordia e la letizia dei loro aspetti facevano si che l’amore e l’ammirazione e la dolce contemplazione che ne derivavano fossero motivo di santi pensieri (in chi li vedeva);

tanto che il beato Bernardo si scalzò per primo, e corse dietro a questa grande pace spirituale e, pur correndo, gli sembrò di andare troppo lento.

O ricchezza ignorata! o bene fecondo di tanti frutti! La sposa piace tanto, che seguendo lo sposo si scalza Egidio, si scalza Silvestro.

Poi quel padre e quel maestro se ne va (a Roma) con la sua sposa e con quel gruppo di discepoli che già cingevano (intorno ai fianchi) l’umile cordone.

Dante e l'allegoria della Povertà

Dante, poeta d'amore e poeta cristiano, racconta qui la sua più bella storia d'amore; e non si obietti che la Povertà è un'allegoria, e che di allegoria non si fa poesia, perché la figura di madonna Povertà ha quella vaghezza di contrappunto ( dalla sua immagine solitaria davanti alla porta che nessun diserra, all'unione amorosa e all'estatico abbandono con Francesco, dalla presenza continua a fianco dello sposo alla sua ultima apparizione in punto di morte) che Dante aveva appreso dalla poesia provenzale.

La guerra che Francesco sostiene contro il padre è un dato storico, e un dato storico è il conforto della virtù che largisce alla sua terra: si opera così un passaggio dal tema del sole a quello delle gesta eroiche, dall'orto al corse, che è gesto anche di torneo cavalleresco;

ma c'è pure un sentimento tutto dantesco, di uomo vivo, quando parla insieme del ribrezzo della povertà e della morte.

Anche il lungo intermezzo della storia antica e della storia sacra (la Povertà sicura in mezzo alle guerre e al cospetto imperiale, la Povertà che, morto Cristo, rimane per millecent'anni e più dispersa e scura) rende più ricco e ammirabile il quadro nuziale, come un fondo d'oro e d'azzurro, mentre la storia d'amore si svolge con il dinamismo proprio dell'affresco, dove le singole scene si susseguono senza interruzione, le une alle altre.

Cosi si passa dall'estasi innamorata degli amanti alle conversioni dei seguaci, colti nel gesto di scalzarsi e di correre a piedi nudi, alla processione dimessa della gente poverella, legata dall'umile capestro, dietro gli amanti.

Missione e approvazione di San Francesco

Né viltà d’animo gli fece abbassare gli occhi per il fatto di essere figlio del mercante Pietro Bernardone, o per il fatto di avere un aspetto tanto spregevole da suscitare stupore,

ma con regale dignità manifestò al papa Innocenzo III il suo proposito di una vita austera, e da lui ebbe il primo riconoscimento del nuovo ordine.

Dopo che i seguaci della povertà si moltiplicarono dietro le orme di costui, la cui vita mirabile si canterebbe meglio (che altrove) nella gloria del cielo, la santa volontà di questo pastore fu coronata con una seconda approvazione dallo Spirito Santo per mezzo di papa Onorio III.

E dopo che, spinto dalla sete del martirio, ebbe predicato la dottrina di Cristo e degli apostoli alla presenza del sultano nel fasto della sua corte, .

Dante ricorda il viaggio in Oriente compiuto da Francesco con dodici suoi frati nel 1219. Egli tentò di convertire il sultano d'Egitto Malek-al-Kamil, il quale, pur non accettando la fede cristiana, ascoltò la predicazione di Francesco e lo trattò benevolmente.

e avendo trovato il popolo musulmano troppo restio ad ogni tentativo di conversione, per non restare (in terra infedele) senza frutto,

se ne tornò a far fruttificare il seme sparso in Italia, sulla cima rocciosa (della Verna) tra le valli del Tevere e dell’Arno ricevette da

Cristo l’ultima approvazione con le sacre stimmate, che le sue membra portarono impresse per due anni.

Quando a Dio che lo aveva destinato ad operare tanto bene, piacque di portarlo in cielo al premio che egli aveva meritato facendosi umile, ai suoi frati, come a legittimi eredi, raccomando la donna sua più cara (la Povertà),

e comandò loro che l’amassero con vera fede; e dal grembo della Povertà la sua nobile anima volle partire, per tornare al cielo che era il suo regno, e per il suo corpo non volle altra bara.

Pensa ora (se tale fu San Francesco) quale dovette essere colui che fu suo degno compagno nel mantenere la barca di Pietro (la Chiesa) sulla giusta rotta nel mare tempestoso; e questo fu (San Domenico) il fondatore del nostro ordine;

per la qual cosa puoi comprendere come chi segue lui secondo le prescrizioni della sua regola, accumula validi meriti per la vita eterna.

Ma il suo gregge è diventato ghiotto di altri cibi, cosicché non è possibile che non si disperda in pascoli fuori della giusta strada; e guanto più i suoi frati fanno come le pecore che se ne vanno erranti e lontane dal pastore, tanto più tornano all’ovile privi del latte (della dottrina e della virtù ) .

Vi son bensì alcuni frati che temono il danno (dell’inosservanza della regola) e si stringono intorno al pastore, ma sono tanto pochi, che basta poco panno per fornire loro le cappe.

Ora se le mie parole non sono oscure e se tu mi hai ascoltato attentamente, se richiami alla memoria quello che è stato detto, sarà in parte appagato il tuo desiderio di chiarimenti,

perché vedrai per quale causa la pianta dell’ordine domenicano si corrompe, e vedrai che cosa significa la correzione che ho fatto all’affermazione “U’ ben s’impingua, se non si vaneggia”.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale del discorso di San Tommaso nel testo?
  2. Il tema principale è l'elogio di San Francesco e San Domenico, con l'intento di proporre un esempio di concordia tra i due ordini religiosi, francescano e domenicano, che all'epoca erano divisi da dissensi e rivalità.

  3. Come viene descritta la nascita di San Francesco nel testo?
  4. San Francesco è descritto come un "sole" nato sulla costa occidentale del Subasio, paragonato al sole che sorge dal Gange, simbolizzando la sua luce spirituale e il suo impatto benefico sulla terra.

  5. Qual è l'allegoria utilizzata da Dante per descrivere la relazione tra San Francesco e la Povertà?
  6. Dante utilizza l'allegoria dell'amore tra San Francesco e la Povertà, descrivendo la Povertà come una donna amata da Francesco, che la sposa davanti alla curia vescovile, simboleggiando la sua dedizione alla vita austera.

  7. Quali sono le missioni e le approvazioni ricevute da San Francesco secondo il testo?
  8. San Francesco riceve l'approvazione papale per il suo ordine da Innocenzo III e successivamente da Onorio III. Inoltre, predica la dottrina cristiana al sultano d'Egitto e riceve le stimmate da Cristo sulla Verna.

  9. Qual è la critica rivolta all'ordine domenicano nel testo?
  10. Il testo critica l'ordine domenicano per essersi allontanato dalle prescrizioni della regola di San Domenico, con i frati che si disperdono in pascoli fuori strada, accumulando meno meriti per la vita eterna.

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