Concetti Chiave
- Il Verismo italiano nasce negli anni Sessanta del 1800, ispirato al Naturalismo francese ma focalizzato sulle problematiche nazionali, evitando polemiche progressiste.
- Autori come Giovanni Verga, Luigi Capuana e Federico De Roberto adottano una tecnica narrativa impersonale, eliminando il proprio punto di vista.
- Luigi Capuana è il fondatore dei principi del Verismo, enfatizzando l'obbiettività e l'impersonalità nella narrazione.
- La Scapigliatura è un movimento eterogeneo di intellettuali milanesi che si oppongono ai canoni romantici e ai valori borghesi.
- Gli ideali della Scapigliatura si avvicinano a quelli della bohème parigina e dei poeti maledetti, promuovendo una visione estrema della realtà.
Indice
Origini e influenze del Verismo
Il Verismo italiano è un movimento letterario che andò a formarsi a partire dagli anni Sessanta del 1800. Esso, si rifà al Naturalismo francese, radicalmente fondato sulla fiducia nella scienza, nei suoi meccanismi razionali e nelle capacità dell’uomo. Il Verismo italiano riprende sì la stessa razionale visione della realtà del Naturalismo, ma si concentra più sulla constatazione delle problematiche del territorio nazionale, e rifiuta gli elementi di polemica progressista e denuncia sociale tipici ad esempio, dell’opera di Zola. Gli autori più celebri di questo movimento sono Giovanni Verga, Luigi Capuana e Federico De Roberto. Autori che adottano una tecnica narrativa fortemente impersonale, annullando il proprio punto di vista e utilizzando nuove tecniche narrative e stilistiche.
Principi e tecniche del Verismo
Capuana è il fondatore dei principi letterari del Verismo italiano:
• L’obbiettività: nella trattazione delle tematiche, questa tecnica può rifarsi al vero storico manzoniano, diverso rispetto al vero poetico.
• La tecnica dell’impersonalità: ovvero l’assenza del punto di vista personale dell’autore.
La Scapigliatura e i suoi ideali
Il termine “Scapigliatura” deriva da un romanzo di Cletto Arrighi “La Scapigliatura e il 6 febbraio” del 1862, in cui viene narrata la storia di sei giovani intellettuali milanesi, portatori di uno spirito di ribellione sullo sfondo di una fallita rivolta mazziniana. La Scapigliatura infatti è un insieme eterogeneo di intellettuali con comuni obbiettivi polemici e politici. In primis, l’opposizione da ogni canone romantico, l’anticonformismo e il rifiuto dei valori borghesi. Essi infatti propongono un’esistenza svincolata dai valori sentimentali e borghesi, affermando che la cruda realtà possa essere rivelata solamente in condizioni estreme. I loro ideali sono fortemente riconducibili a quelli della bohème parigina e dei poeti maledetti di fine ‘800.