Concetti Chiave
- Il Decadentismo del XIX secolo esplora il simbolismo tra individuo e ambiente, come illustrato nel romanzo "Il piacere" di Gabriele d'Annunzio.
- "La Coscienza di Zeno" di Italo Svevo offre una visione dello spazio attraverso la distorsione della coscienza del protagonista.
- Il Neorealismo mette in risalto l'influenza dell'ambiente post-bellico sulla vita degli individui, come nel "Sentiero dei nidi di ragno" di Italo Calvino.
- Il Surrealismo rappresenta spazi fantastici che esprimono l'inconscio, un esempio è "Il Deserto dei Tartari" di Dino Buzzati.
- Giovanni Drogo, protagonista di Buzzati, vive un'esperienza di prigionia psicologica nella fortezza, simbolo del Surrealismo.
Indice
Decadentismo e simbolismo spaziale
Nei primi decenni del XIX secolo, il Decadentismo ha proposto una rappresentazione dello spazio volta a mettere in evidenza i rapporti di carattere simbolico fra l’individuo e l’ambiente, come nel romanzo il piacere di Gabriele d’Annunzio (1863-1938), massimo esponente, in Italia, della corrente dell’Estetismo.
Coscienza di Zeno e percezione
Una concezione dello spazio ancora diversa è quella che troviamo nella Coscienza di Zeno di Italo Svevo (1861-1928), dove i luoghi in cui sono ambientate le vicende del narratore-protagonista, Zeno Cosmi, sono descritti attraverso la lente deformante della sua coscienza.
Neorealismo e influenza ambientale
L’istanza realistica torna in primo piano con la corrente del Neorealismo, che affronta i temi della guerra, della lotta artigiana e delle difficili condizioni di vita nell’Italia del dopoguerra, mettendo in evidenza proprio l’influenza dell’ambiente sull’esistenza degli individui.
In questo passo, tratto dal Sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino (1923-1985) la “camera” di Pin viene descritta attraverso la prospettiva del bambino, abituato a spiare la sorella attraverso le fessure del tramezzo.Surrealismo e spazio inconscio
Un’altra importante corrente nel panorama della narrativa novecentesca è costituita dal Surrealismo, dove lo spazio, spesso rappresentato in chiave fantastica, diviene l’espressione visiva dell’inconscio. In questo passo, tratto dal Deserto dei Tartari di Dino Buzzati (1906-1972), il giovane ufficiale Giovanni Drogo descrive il suo arrivo nella fortezza che diventerà per lui una vera e propria “prigione” psicologica.