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Concetti Chiave

  • Nel 1800, l'Europa vive un periodo di relativa pace, con conflitti principalmente nei Balcani e in Africa; è l'era dell'industrializzazione e dell'imperialismo, con Inghilterra e Francia come potenze politiche chiave.
  • L'Italia post-unitaria è caratterizzata da un governo accentratore con limitato accesso al voto; il periodo vede l'espansione economica tramite il libero scambio e il protezionismo industriale, ma anche la nascita della questione meridionale.
  • Il positivismo emerge come filosofia centrale, enfatizzando il metodo scientifico e influenzando discipline come l'antropologia e la sociologia; Darwin sconvolge il pensiero con la teoria dell'evoluzione, paragonabile all'impatto di Copernico e Galileo.
  • Il realismo e il naturalismo si sviluppano come correnti letterarie che applicano il metodo scientifico alla narrativa, rappresentando la realtà in modo oggettivo e critico; Zola è un esponente chiave con il suo "romanzo sperimentale".
  • In Italia, movimenti come la Scapigliatura tentano di innovare la letteratura, ma è il verismo di Verga e Capuana a rinnovare profondamente il panorama culturale, distanziandosi dal naturalismo francese in termini di approccio alla scienza e al progresso.

Indice

  1. Nascita di Italia e Germania
  2. Politica ed economia del Regno d'Italia
  3. Positivismo e Darwinismo
  4. Realismo e Naturalismo in letteratura
  5. Zola e il romanzo sperimentale
  6. Decadentismo e Verismo in Italia

Nascita di Italia e Germania

In Europa nascono due stati: Italia e Germania.

Dal punto di vista politico è l'Inghilterra che ha il primato poiché aveva ormai una solida monarchia costituzionale, anche la Francia, però, era una potenza. Il 1800 è un periodo di relativa pace in Europa, i conflitti sono spostati sui Balcani e in Africa.

Infatti, è il periodo dell’imperialismo: i vari paesi europei cercano di espandersi nel mondo. Dal punto di vista economico è il periodo della industrializzazione.

Politica ed economia del Regno d'Italia

Il regno d'Italia era uno stato accentratore, la legislazione sabauda e lo statuto Albertino vennero allargati a tutto il regno, pochi avevano accesso al voto, sostanzialmente era una élite che governava il paese. Il primo governo fu della destra storica che introdusse l’obbligo scolastico. Dal punto di vista economico favorì il libero scambio cercando di dare sviluppo all'agricoltura, quindi, comunque alla forma di economia tradizionale. Venne abolita la tassa sul macinato che colpiva la sussistenza stessa delle persone. Poi si cercò di dare impulso anche all’industria applicando il protezionismo, quest’ultimo, tuttavia, diede problemi agli agricoltori. Nacque quindi la questione meridionale: la condizione di miseria in cui vivevano i contadini al sud d’Italia. Un importante faro circa questa questione lo accese proprio la letteratura. I racconti di Verga pongono l’attenzione su queste problematiche.

Positivismo e Darwinismo

Ecco alcune caratteristiche del quadro culturale.

Nel secondo ottocento nell’ambito filosofico si sviluppò il positivismo, una filosofia di grande impatto, che era in opposizione con l’hegelismo. Il positivismo pose le sue basi nel capitalismo, che trovava il suo presupposto nelle scoperte scientifiche e nello sviluppo industriale.

Grande impatto fu dato dalla teoria dell'evoluzionismo di Darwin. Egli scrisse “l’origine delle specie”. Il suo libro è scritto sulla base dei suoi studi e dei suoi viaggi. L’origine della specie stravolge il modo di concepire l’uomo. Fino ad allora si credeva che l’uomo fosse stato creato ad immagine e somiglianza di dio, Darwin, invece, introdusse il concetto di evoluzione. L’uomo come lo conosciamo si è sviluppato attraverso un processo evolutivo. L’impatto culturale è paragonabile a quello che si ebbe nel 1500 con Copernico e nel 1600 con Galileo Galilei.

Nel pensiero di Darwin si parlava anche di selezione naturale: solo gli animali con i tratti più adatti all’ambiente riuscivano a sopravvivere.

Il positivismo si sviluppò a partire dal 1830: pone al centro dell'esistenza la scienza e il metodo scientifico.

Fu Comte ad essere il massimo esponente. Egli aveva elaborato una concezione di filosofia positiva già nella prima metà del 1800 ma solo nella seconda metà riuscì a rimpiazzare l’idealismo. Nella seconda metà del secolo il positivismo ebbe un’influenza importante anche in Italia. Già Leopardi aveva accusato i suoi contemporanei, rivolgendosi prevalentemente ai cattolici, che pure avevano una visione ottimistica ma spiritualistica. Il positivismo era invece materialista come filosofia. Essa contestava radicalmente l’hegelismo e ogni filosofia che aveva posto la dimensione spirituale al centro.

Il positivismo metteva in primo piano il metodo scientifico: essi sostenevano che l’unica conoscenza possibile era quella che si ottiene tramite la scienza; pertanto, essi credevano che il metodo scientifico andasse ampliato ad ogni ambito che riguardasse l’uomo e la società. In questo periodo si sviluppò l’antropologia e la sociologia, fu messa in secondo piano la metafisica. In questo contesto fu importante il pensiero del positivista Spencer che giunse alla conclusione che in ogni aspetto della realtà vige la legge dell’evoluzione per cui anche la società umana evolve verso una forma sempre più differenziata in classi e specializzata nelle singole attività. Emerse nel suo pensiero una visione ottimistica di progresso per cui l’evoluzione umana si sarebbe conclusa solo con il raggiungimento della perfezione e della completa felicità.

Realismo e Naturalismo in letteratura

Alcune delle esperienze culturali che si sviluppano in questo periodo trovano il loro presupposto nella filosofia del positivismo. La tendenza culturale che rispecchia il nuovo approccio scientifico della realtà è il realismo che si sviluppò in tutta d’Europa e prese le distanze dal romanticismo. Con il termine Realismo si intende una tendenza artistica nel suo complesso. Il romanticismo aveva esaltato il sentimento e l’immaginazione. Il Realismo pone lo sguardo sulla realtà per ricostruirla in maniera oggettiva. Il realismo si sviluppa come una forte critica al romanticismo. In particolare, viene criticato l’eccesso di sentimentalismo e patetismo, cioè i suoi aspetti più deteriori. È vero anche che il romanticismo aveva anche avuto una sua componente realistica, però i fatti narrati venivano filtrati dallo sguardo dell’autore, la realtà era ricostruita con i commenti dell’autore, quindi dal suo punto di vista. In Manzoni, per esempio, la narrazione era catapultata in un’ottica cattolica e Manzoni vedeva i personaggi con un occhio paternalistico.

Nel realismo, invece, si punta all’impersonalità dell’autore nelle opere. Questo nuovo modo di fare narrativa è introdotto in Francia, che assume un ruolo centrale nell’elaborazione letteraria di questo periodo, da Gustave Flaubert che è l’autore di Madame Bovary (pubblicato nel 1857). Flaubert racconta la storia mettendo a nudo l’ipocrisia della protagonista che si presenta apparentemente come attratta dai sentimenti profondi ma nelle sue intenzioni vere si mostra una arrampicatrice sociale. Lo sguardo di Flaubert è impietoso (diverso da quello Manzoniano): descrive la società per quella che era, introducendo il concetto di impassibilità. Questo fu il primo passo verso un racconto oggettivo e realistico. Non fu senz’ altro il punto di approdo perché da questo romanzo la tendenza assunse delle caratteristiche ancora più specifiche.

Si diffonde in Francia e in Germania il naturalismo, una tendenza realista. È una vera e propria applicazione del positivismo in letteratura. Anche in letteratura, in quanto aspetto dell’arte e della realtà, si deve applicare il metodo scientifico.

HIppolyte Taine è visto come l’ideatore del naturalismo. Per lui ogni prodotto dell'uomo si può ricondurre a tre condizioni materiali: razza (patrimonio genetico), ambiente, periodo storico. Le opere letterarie vanno intese come un prodotto naturale dell’uomo. Tutto, e quindi anche l’arte, è da ricondurre alla matrice biologica dell’uomo e all’ambiente e contesto storico in cui opera. Si evince una visione materialistica e deterministica della realtà. Se nel romanticismo le opere sono dovute al genio dell’autore, ora sono concepite come prodotti fisici dell’uomo, l’uomo produce opere come l’ape produce il miele.

Zola e il romanzo sperimentale

I naturalisti furono tutti intellettuali che credono di potere intervenire nella società.

Il più importante è Zola, visto come il caposcuola del naturalismo, che definisce il “romanzo sperimentale” al pari di un fenomeno scientifico. Nel testo del 1880 scrive quali devono essere gli intenti del romanziere e l’oggetto del romanzo. Già dal titolo si intuisce che il romanziere deve comportarsi come uno scienziato. In questa opera egli sostiene che: il metodo sperimentale che è stato applicato al mondo inanimato con la chimica e la fisica e poi al mondo animato con la fisiologia dovrebbe essere applicato anche ai fattori spirituali, quindi anche la filosofia e la letteratura che sono un prodotto della mente dell'uomo. Letteratura e filosofia, quindi, devono essere intese come scienze. Si evince come il positivismo sia l'orizzonte di pensiero di questi intellettuali. Gli atti spirituali degli uomini dipendono da leggi fisse e immutabili: visione meccanicistica. Si ritiene che solo quando la scienza capirà tutte le leggi che agiscono sui comportamenti degli uomini si potrà agire su questi. Egli è fermamente convinto che non sono state identificate tutte le leggi ma certamente sono già chiari due principi: i comportamenti umani sono condizionati dall’eredità biologica e dall’ambiente; il fine del romanzo sperimentale è impossessarsi dei meccanismi psicologici per poter intervenire e quindi incidere sulla società. Il romanzo dovrebbe, dunque, aiutare le scienze politiche e sociologiche. L’intellettuale dovrebbe collaborare con il politico e il sociologico nello studio dei comportamenti umani. L’intellettuale avrebbe un chiaro impegno politico. Emerge il ruolo che ha il romanziere in questo periodo: non più ribelle, non più emarginato dalla società.

Zola, per esempio, interviene in un fatto scandaloso il “Dreyfus”, con un discorso il cui titolo è rimasto proverbiale “Je accuse” (chi critica qualcosa si dice che ha fatto la sua j'accuse). Zola si fa portavoce della scoperta che un innocente era stato preso come capro espiatorio e pertanto condannato per la sua appartenenza al popolo ebraico: la sua condanna era un atto di antisemitismo. Per questo discorso è accusato di diffamazione e per evitare il carcere Zola si allontana dalla Francia, potrà tornare solo per un’amnistia. Egli scrisse anche altri romanzi che si ispirano a questo tipo di scrittura. Egli pubblicò 20 romanzi tra il 1881 al 1893 racchiusi nel ciclo che si chiama “I rougon macquart". É un ciclo perché i romanzi sono in qualche modo legati tra loro. Egli intende rappresentare la società della Francia del secondo impero in maniera completa, cioè tutte le classi sociali. La ricostruzione avviene attraverso i membri di una famiglia che si succedono attraverso le generazioni. É chiara la legge dell'eredità biologica. Egli vuole mostrare che il patrimonio biologico condiziona i personaggi rappresentati, egli si sofferma su casi patologici perché mettono bene in evidenza i casi. Esempio: le azioni deplorevoli di Germinal (protagonista dell’omonimo romanzo) sono legate ai comportamenti disturbati che avevano già i suoi genitori.

Sono chiari gli intenti politici: voleva ricostruire un quadro completo della società affinché si potesse intervenire. Emblematico è il caso dell’ Assomoir “ l’ammazzatoio” che era il nome di una bettola, osteria di basso livello dove si beveva. L’attenzione è posta sulla decadenza di una famiglia operaia di cui si mostra la degenerazione e la decadenza. Non vuole dimostrare che il quarto stato era cattivo ma si vuole dimostrare che l’ambiente condiziona la vita delle persone: l’osteria è simbolo di tale ambiente degradato. Questo romanzo è l'unico in cui Zola cerca di imitare il gergo degli ambienti popolari descritti, calandosi in quel mondo. Negli altri romanzi Zola è distaccato, assume un’ottica esterna come uno scienziato.

Dal naturalismo prenderà le mosse il nostro verismo. Nel 1857 furono pubblicati sia madame Bovary di Flaubert che i fiori del male “le Fleur du mal” de Baudelaire. Il primo è in prosa, il secondo in poesia. Da Baudelaire avrà origine un’altra tendenza antitetica al realismo, una tendenza che dà spazio a follia e all’abisso interno del poeta. In Francia si sviluppa il simbolismo che è però solo un ramo del decadentismo che si sviluppa a fine 1800 in Europa. Nel 1889 in Italia vengono pubblicati due romanzi esemplari:

  1. Il piacere di D’annunzio massimo esponente del decadentismo.
  2. Mastro Don Gesualdo di Verga, massimo esponente del verismo.

Decadentismo e Verismo in Italia

In Italia fu un periodo particolare: furono gli anni del risorgimento e della prima unità.

A livello culturale fu un periodo produttivo per l'Italia. Il romanzo, che si era diffuso molto lentamente con Foscolo e poi con il Manzoni, venne sviluppato. In questo momento arrivarono tendenze innovatrici.

La Scapigliatura, intellettuali milanesi, negli anni 60 proposero un tipo di letteratura diversa da quella tradizionale e dal romanticismo. Il movimento dovette il nome a un’opera di uno di questi. Fu un adattamento italiano di quella che fu la bohème in Francia. I bohemien si sentivano distanti da tutti i valori capitalisti, dalla mentalità dell’interesse economico e si schieravano dalla parte della sinistra.

Questi intellettuali della scapigliatura, tuttavia, non scrissero capolavori che possano essere ritenuti punti di riferimento. Carlo Dossi (Alberto Pisani), nella Milano dell’epoca, scrisse opere molto innovative, non capolavori ma originali dal punto di vista narrativo, in particolare ricordiamo l’Alfieri e la vita di Alberto Pisani. Intraprese la carriera diplomatica, quindi, non fu un emarginato come i bohemien ma aveva il suo ruolo nella società. Per esempio, la vita di Alberto Pisani inizia al capitolo 4. Veniva meno la struttura chiara e organizzata in ogni sua parte del romanzo manzoniano. Il romanzo di Carlo Dossi inizia in media res. Dopo il 4, segue il primo e poi il secondo il terzo e poi il quinto. L’intento era di rompere i canoni ormai statici e cristallizzati del romanzo. Anche dal punto di vista stilistico e linguistico fu innovativo.

I promessi sposi avevano rappresentato un punto di riferimento per l'unità linguistica del tempo.

Carlo Dossi utilizzò un linguaggio da lui detto un pastis, cioè una mescolanza di termini di uso quotidiano, popolare, aulico. Ben si allontanò dunque dalla ricerca di uniformità ricercata dal Manzoni a lungo. Si allontanò dall’idea di romanzo serioso che si era imposto in Italia da Manzoni in poi.

Tuttavia, non furono gli scapigliati che colsero a pieno il compito di rinnovare la letteratura italiana, essi rimasero dei casi isolati. Furono degli intellettuali meridionali di Sicilia, che però operavano a Milano, che si affiancarono alle opere del naturalismo. Erano Giovanni Verga e Luigi Capuana. Nel 1878 fu pubblicato rosso malpelo, la prima novella di Verga: fu la svolta verista. Capuana scrisse “Giacinta”.

L’altro grande verista fu Federico De Roberto, napoletano che visse a Catania, scrisse i viceré. Si cercava di descrivere in modo realistico i personaggi di una famiglia nobile siciliana. Infine Matilde Serao fu una verista, anche se soprattutto una giornalista. Scrisse “ventre di Napoli” che riprende chiaramente il ventre di Parigi di Zola. Voleva essere un racconto della vita sociale della Napoli del tempo. De Sanctis, più grande critico letterario del tempo, si appassionò al positivismo e apprezzò la scrittura dei veristi perché ritenne che in Italia ci si dovesse liberare dalla malattia dell’ideale cioè l’eccessiva soggettività e patetismo del tardo romanticismo. Ci sono tuttavia delle differenze tra i veristi e i naturalisti.

I veristi presero le distanze da Zola per quanto riguarda il ritenere la letteratura una branca della scienza: gli italiani credevano che ciò facesse morire l’arte, il senso dell’arte. Quello a cui guardavano i veristi italiani a proposito del naturalismo è lo stile di scrittura, la tecnica dell'impersonalità, descrivere il romanzo in maniera oggettiva, “come se il romanzo si fosse fatto da sé" (Verga) vicino soprattutto alla tecnica usata nell’Assommoir. Ai veristi venne meno la fiducia al progresso e nella possibilità di poter agire nella società.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i due stati che sono nati in Europa nel 1800?
  2. Italia e Germania.

  3. Quali sono le caratteristiche principali del quadro culturale del periodo?
  4. Sviluppo del positivismo, impatto della teoria dell'evoluzionismo di Darwin, enfasi sul metodo scientifico.

  5. Chi è considerato il massimo esponente del naturalismo?
  6. Émile Zola.

  7. Quali sono le differenze tra i veristi italiani e i naturalisti?
  8. I veristi italiani si distanziavano dal considerare la letteratura una branca della scienza e avevano meno fiducia nel progresso e nella possibilità di agire nella società.

  9. Quali sono i romanzi più famosi di Giovanni Verga?
  10. "Rosso Malpelo" e "I Malavoglia".

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