Concetti Chiave
- Il Positivismo, diffuso tra il 1860 e il 1900, enfatizza la ragione e la scienza come strumenti principali di conoscenza, influenzando profondamente la società e la cultura dell'epoca.
- Auguste Comte è un pioniere del Positivismo, introducendo la sociologia come scienza che studia i fenomeni sociali attraverso un approccio scientifico basato su cause ed effetti.
- Charles Darwin, attraverso il suo evoluzionismo, afferma che le specie si adattano e competono per la sopravvivenza, introducendo il controverso concetto di selezione naturale.
- Herbert Spencer sviluppa il darwinismo sociale, sostenendo che le società umane evolvono naturalmente, con i gruppi più forti che prevalgono sui più deboli, giustificando il capitalismo e l'imperialismo.
- Il Naturalismo francese applica i principi del Positivismo alla letteratura, con Émile Zola che usa un approccio scientifico per descrivere realisticamente le condizioni sociali e umane.
Indice
L'ascesa del Positivismo
Nel periodo che va dal 1860 al 1900, nella società e soprattutto nella borghesia, si diffonde un nuovo modo di pensare ed una nuova visione della realtà che prende il nome di Positivismo.
Le cause del Positivismo si ritrovano nella trasformazione avvenuta nella società a causa della rivoluzione industriale, delle scoperte scientifiche e delle invenzioni tecnologiche.
Ciò che si ritiene importante non è più il sentimento o la spiritualità, ma la ragione, la scienza ed il progresso, tutti elementi che portano ad un estremo razionalismo e quindi ad una visione della realtà razionalistica (= basata su ciò che può essere spiegato soltanto con la ragione), In altre parole, la società del tempo ha una grande fiducia nella ragione e nel progresso e sostiene la superiorità della scienza, come unico mezzo di conoscenza.
Il Positivismo vuole applicare ai fenomeni sociali e culturali in metodo che ha sempre caratterizzato le scienze (che sono dette “positive” e da cui deriva il termine “Positivismo”). Ogni fatto viene quindi osservato, sperimentato ed analizzato, proprio come si fa in laboratorio, come se si trattasse di fenomeno scientifico. Il Positivismo non solo si limita ad influenzare il pensiero dell’epoca; esso è presente anche nell’arte e nella letteratura.
Comte e l'evoluzione del sapere
Il termine Positivismo viene usato per la prima volta in Francia nel 1822, ma è il filosofo francese Auguste Comte che lo utilizza per caratterizzare il pensiero e la cultura europea della seconda metà del XIX secolo.
La sua opera fondamentale è Corso di filosofia positiva, scritto dal 1830 al 1842. In essa egli sostiene che nel campo della conoscenza l’uomo si è voluto. Infatti, inizialmente, egli pensava che fosse Dio la causa dei fenomeni della realtà (= visione teleologica del mondo); successivamente, l’uomo ha creduto che i fenomeni della realtà fossero causati non più da una divinità, ma da principi astratti. Nei tempi moderni si è avuta un’ulteriore evoluzione perché l’uomo si è reso conto che l’unico vero sapere è quello scientifico ed è soltanto tramite la scienza che il mondo può essere conosciuto.
Il sapere scientifico è quello che si fonda sull’esperienza, sui dati che possono essere osservati e verificati con degli appositi esperimenti. Per questo motivo, quello che conta non è chiedersi il “perché” di certi fenomeni della realtà, ma studiarne soprattutto il rapporto fra causa ed effetto, cioè qual è la causa di un determinato fenomeno (fisico, sociale o culturale, poco importa) e quali ne siano le conseguenze. Per cui si può affermare che ciò che deve interessare non è il “perché” della realtà, ma il “come” un fatto reale avviene. Con il pensiero positivista, questa dinamica dei rapporti di causa-effetto viene applicata anche all’uomo. Nasce quindi una nuova materia di studio, la sociologia, che studia in modo scientifico tutti i comportamenti umani.
Darwin e l'evoluzionismo
Il metodo scientifico del Positivismo sta all’origine del pensiero di Darwin, chiamato evoluzionismo.
Nella sua opera “L’origine della specie”, Darwin afferma che, in natura, nel corso del tempo, le diverse specie hanno subito delle modifiche per potersi adattare alla situazione ambientale ed inoltre esse entrano in competizione fra di loro per poter sopravvivere. In natura, esiste anche il principio della selezione naturale, in base al quale le modifiche di un singolo essere si trasmettono a tutta la specie e gli individui diventati così più forti sopravvivono mentre quelli che non si sono adattati all’ambiente muoiono.
Nell’opera “L’origine dell’uomo”, Darwin sostiene, inoltre, che la teoria dell’evoluzione vale anche per l’uomo. Infatti, nel corso dei tempi, l’uomo si è differenziato dagli altri animali (soprattutto dai primati) per potersi adattare all’ambiente e quindi sopravvivere.
La teoria evoluzionista di Darwin, diffusa nel 1871, fece molto scandalo perché era contraria all’insegnamento della Chiesa, secondo cui, in base alla Bibbia, l’uomo fu creato da Dio e la specie umana è immutabile.
Spencer e il darwinismo sociale
Il filosofo inglese Spencer applica la teoria evoluzionista di Darwin anche alla società umana. Egli sostiene che, nella società umana, le classi sociali si evolvono e all’interno di essa si ha una selezione tale che il ceto sociale più forte prevale sempre su quelli più deboli; questo è ciò che succede con la società capitalistica e con il ceto borghese, a scapito delle classi meno abbienti. L’evoluzione della società capitalistica e della borghesia non può essere arrestata e ogni tentativo per eliminare le distinzioni sociali sono inutili.
La teoria di Spencer si chiama darwinismo sociale e fu ovviamente accolta con entusiasmo dalla borghesia che in essa vedeva una forma di giustificazione della propria potenza economica.
Alcuni pensatori si servirono del darwinismo sociale di Spencer per giustificare la politica imperialista cioè la conquista di colonie: infatti, essi sostenevano che se la razza umana voleva progredire, occorreva che l’Occidente civilizzato conquistasse i popoli selvaggi o comunque meno progrediti dell’Africa e dell’Asia.
Marx e la critica al capitalismo
La rivoluzione industriale ha come conseguenza lo sviluppo del capitalismo ed una borghesia sempre più ricca. Tuttavia, l’industrializzazione peggiora le condizioni di vita delle classi sociali più povere e soprattutto del proletariato.
Questo problema viene affrontato dal filosofo tedesco Karl Marx, nell’ opera “Manifesto del Partito Comunista”, scritto nel 1848 e soprattutto ne “Il Capitale”, del 1867. In queste due opere egli fa una critica della società borghese e del capitalismo.
Egli sostiene che il sistema capitalistico sfrutta il proletariato: i macchinari utili per la produzione appartengono solo agli imprenditori borghesi che li comprano con la forza di lavoro degli operai. Gli operai sono sfruttati perché sono pagati ad un prezzo assai inferiore rispetto al valore che viene prodotto. Per questo motivo, il guadagno dell’imprenditore è dato dalla differenza fra valore del lavoro e valore del bene prodotto e poiché il secondo è molto più elevato del primo, si ha un forte sfruttamento del proletariato.
Per Marx, il capitalismo è destinato a morire a causa della concorrenza; a questo punto il proletariato si ribellerà e si avrà una rivoluzione sociale; allora, gli operai si impadroniranno dei macchinari e di ogni altro mezzo di produzione; si avrà quindi una società comunista, basata sull’uguaglianza sociale e in cui non esisteranno differenze di classe.
Il socialismo di Marx è chiamato scientifico perché si basa su di una visione molto materialistica del problema senza ricorrere a visioni ideali.
La teoria marxista ebbe importanti conseguenze sul piano storico:
1) nascita dei primi sindacati per difendere i diritti dei lavoratori
2) nascita dei primi partiti politici di ispirazione socialista
3) interesse di molti scrittori per le condizioni di vita delle classi sociali meno abbienti.
Naturalismo e Verismo in letteratura
L’applicazione del Positivismo in letteratura si chiama Naturalismo e si sviluppa in Francia dal 1865 in poi. Nei loro romanzi, gli scrittori naturalisti rappresentano la società in modo realistico e oggettivo, cercando di applicare i principi del Positivismo. Gli scrittori naturalisti francesi sostengono che per costruire un’opera d’arte bisogna innanzitutto studiare tre elementi che stanno alla base e determinano il comportamento dell’uomo e cioè:
• l’eredità genetica
• il contesto storico in cui il personaggio è vissuto
• l’ambiente sociale da cui proviene il personaggio
Il caposcuola del naturalismo francese è Émile Zola che esprime le sue idee nel saggio “Il romanzo sperimentale”, pubblicato nel 1880. Egli afferma che lo scrittore è come uno scienziato; infatti, egli dopo aver osservato la società del suo tempo, costruisce in laboratorio le cause che fanno agire in un determinato modo i suoi personaggi, per poter poi mettere in evidenza e criticare le difficili condizioni delle classi sociali meno abbienti, vittime del progresso.
Per raggiungere tale scopo, i Naturalisti descrivono la realtà in modo del tutto oggettivo (= criterio dell’impersonalità dell’opera d’arte); ciò significa che nel corso del romanzo l’autore non interviene mai per esprimere un suo giudizio e denunciare le ingiustizie sociali; la denuncia delle ingiustizie viene fatta dalla descrizione molto dettagliata e cruda delle situazioni in cui si trovano i personaggi.
In Italia, la teoria di Zola dà vita al realismo. Occorre precisare che in Italia, in quel tempo, stava facendosi strada la questione meridionale ed era molto sentito il problema delle condizioni di vita delle classi più umili.
Il più importante scrittore del Verismo italiano è Giovanni Verga.
I protagonisti delle sue opere (“I Malavoglia” oppure “Mastro don Gesualdo”) sono umili contadini o pescatori siciliani, costretti continuamente a lottare contro qualcosa per poter vivere. Si tratta di una lotta feroce che si collega alla teoria della selezione naturale di Darwin alla fine della quale è sempre il più forte che risulta vincitore sui più deboli. Altri scrittori veristi sono Luigi Capuana e Federico De Roberto.
I veristi italiani riprendono il canone dell’impersonalità dell’opera d’arte dei Naturalisti. Tuttavia, esiste una grande differenza fra Zola e i veristi italiani: i personaggi dei romanzi italiani sono vittime di un fatalismo rassegnato, non reagiscono e non sperano di migliorare le loro condizioni di vita.
Domande da interrogazione
- Quali sono le cause principali dell'ascesa del Positivismo nel XIX secolo?
- Come Auguste Comte ha contribuito all'evoluzione del sapere secondo il Positivismo?
- In che modo la teoria dell'evoluzione di Darwin ha influenzato il pensiero sociale?
- Qual è la critica principale di Karl Marx al capitalismo?
- Come si manifesta il Positivismo in letteratura attraverso il Naturalismo e il Verismo?
Le cause principali dell'ascesa del Positivismo sono la rivoluzione industriale, le scoperte scientifiche e le invenzioni tecnologiche, che hanno portato a un'estrema fiducia nella ragione, nella scienza e nel progresso.
Auguste Comte ha contribuito all'evoluzione del sapere sostenendo che l'unico vero sapere è quello scientifico, basato sull'esperienza e sull'osservazione, e ha introdotto la sociologia come studio scientifico dei comportamenti umani.
La teoria dell'evoluzione di Darwin ha influenzato il pensiero sociale attraverso il darwinismo sociale di Spencer, che applica la selezione naturale alle classi sociali, giustificando la superiorità del ceto borghese e la politica imperialista.
Karl Marx critica il capitalismo per lo sfruttamento del proletariato, sostenendo che il sistema capitalistico è destinato a morire a causa della concorrenza, portando a una rivoluzione sociale e alla nascita di una società comunista.
Il Positivismo si manifesta in letteratura attraverso il Naturalismo e il Verismo, che rappresentano la società in modo realistico e oggettivo, applicando i principi del Positivismo per descrivere le condizioni delle classi sociali meno abbienti senza interventi soggettivi dell'autore.