Concetti Chiave
- Flaubert anticipa la poetica del Naturalismo, applicando l'impersonalità nel suo romanzo Madame Bovary.
- Critica autori come Balzac per aver inserito opinioni personali nei loro lavori, apprezzando invece l'approccio neutrale di Shakespeare.
- Propone che l'autore debba essere invisibile come Dio, presente ovunque ma mai manifestato apertamente nell'opera.
- Flaubert considera l'arte una seconda natura, dove l'artista deve creare con la stessa maestosità e mistero di Dio.
- L'arte è per Flaubert un fine a sé stessa, autosufficiente e slegata dalle opinioni e dai sentimenti dell'autore, opponendosi alla soggettività romantica.
Indice
Flaubert e l'impersonalità nell'arte
Per il concetto di impersonalità dell’opera d’arte, Flaubert costituisce un’ anticipazione della poetica del Naturalismo che sarà sviluppata completamente da Zola.
Flaubert applica il canone dell’impersonalità nel suo romanzo Madame Bovary.
Critica agli autori soggettivi
1) Inizia, criticando quelle opere i cui autori ne approfittano per esprimere le proprie opinioni di tipo morale o religioso come La capanna dello zio Tom.
Critica anche Balzac per il fatto che nei sui romanzi abbia espresso apertamente le proprie idee e non perché sia favorevole all’ Ancien Régime. Invece, apprezza Shakespeare che ne Il mercante di Venezia non è presente e non espone affatto il suo pensiero riguardo all’usura.L'autore come Dio nell'universo
2) Continua affermando che l’autore deve essere come Dio nell’universo che è presente dappertutto, ma non è visibile, non manifesta la sua grandezza e quindi non è mai presente concretamente.
L'arte come seconda natura
3) Infine, Flaubert fa un’altra considerazione: l’arte è come una seconda natura e l’artista che crea l’opera d’arte deve comportarsi come si è comportato Dio nella creazione del mondo; e come l’uomo si meraviglia e si sente annichilito di fronte al creato, così il lettore deve provare sbalordimento di fronte all’opera artistica.
Tutti e tre questi motivi sostengono la teoria dell’impersonalità dell’ opera d’arte.
In sintesi, Flaubert sostiene che lo scrittore deve “rappresentare e basta” senza fare commenti né politici, né morali e senza esprimere i propri sentimenti. Egli si oppone nettamente agli scrittori romantici per i quali l’opera d’arte era espressione della propria soggettività.
Flaubert affronta anche il problema del ruolo dell’arte e in questo si oppone agli scrittori romantici. Manzoni affermava che l’arte deve avere l’utile come scopo, ma non è così per Flaubert. Lo scopo dell’arte è l’arte stessa e soprattutto non deve avere essere un mezzo per permettere allo scrittore di esprimere i propri sentimenti.
L'arte come realtà autosufficiente
In pratica, l’arte è vista come una realtà autosufficiente, completamente slegata dagli aspetti della realtà, autonoma nei confronti delle opinioni e dei sentimenti dell’autore. Alla fine della lettera, Flaubert definisce l’arte soggettiva come indecorosa e non seria e per esprimere un giudizio su questo tipo di arte utilizza delle similitudini: tubo di scarico delle passioni, vaso da notte, schiuma del cuore.
Domande da interrogazione
- Qual è il concetto di impersonalità nell'arte secondo Flaubert?
- Come Flaubert critica gli autori soggettivi?
- Qual è il ruolo dell'arte secondo Flaubert?
Flaubert sostiene che l'opera d'arte deve essere impersonale, anticipando la poetica del Naturalismo. L'autore deve rappresentare senza esprimere opinioni personali, come un Dio invisibile nell'universo.
Flaubert critica gli autori che esprimono le proprie opinioni morali o religiose nelle loro opere, come Balzac e "La capanna dello zio Tom", apprezzando invece Shakespeare per la sua impersonalità.
Per Flaubert, l'arte è una realtà autosufficiente, il cui scopo è l'arte stessa, non un mezzo per esprimere sentimenti personali, in contrasto con la visione romantica di Manzoni.