Concetti Chiave
- Il termine "Crepuscolari" fu coniato dal critico G.A. Borgese per descrivere poeti che riflettevano la sensibilità del Decadentismo italiano nei primi anni del XX secolo.
- I poeti crepuscolari traggono ispirazione dal crepuscolo, simbolo di penombra e aspetti meno brillanti dell'esistenza.
- Le loro opere celebrano la quotidianità, gli oggetti banali e l'intimità, rifuggendo grandi ideali e impegno sociale.
- I poeti crepuscolari aspirano a una vita semplice e tradizionale, ma affrontano i loro sogni con ironia e distacco.
- Guido Gozzano è il più noto dei crepuscolari, con Sergio Corazzini, Corrado Govoni e Marino Moretti tra i principali esponenti del movimento.
Indice
Origine del termine Crepuscolari
Crepuscolari fu l'aggettivo con cui il critico G.A. Borgese definì un gruppo di poeti che operarono all'incirca nel primo ventennio del nostro secolo e che interpretarono in modo particolare la sensibilità e i temi del Decadentismo italiano.
Temi e sensibilità dei Crepuscolari
Il crepuscolo è il momento della giornata che segue il tramonto, è l'ora in cui si diffonde una luce tenue e morente: i poeti crepuscolari derivano il loro nome dal gusto perla penombra e dall'amore per gli aspetti più grigi, meno appariscenti e meno solari dell'esistenza.
Essi cantano le piccole cose di ogni giorno, gli oggetti e gli ambienti più banali, le abitudini, gli affetti e l'intimità di una vita senza grandi ideali; rifiutano l'impegno nella realtà sociale, sognano il ritorno all'infanzia e aspirano ad un'esistenza semplice, confortata dai valori della tradizione; manca in loro lo slancio e la passione; considerano con ironia anche il loro sogno di una felicità quieta, quasi modesta.
Poeti principali del movimento
Fra i crepuscolari il poeta che ha acquistato più fama è Guido Gozzano; accanto a lui si ricordano Sergio Corazzini e, per quanto riguarda le loro prime opere, Corrado Govoni e Marino Moretti.