Concetti Chiave
- "A sos feudatarios" è un canto rivoluzionario scritto in lingua sarda, nato da un movimento antifeudale di fine Settecento.
- Il canto critica il sistema feudale, che imponeva pesanti tributi e obblighi ai sardi, aggravando la loro situazione economica.
- Le riforme del periodo, come l'editto delle chiudende, peggiorarono le condizioni di sopravvivenza, favorendo i feudatari a discapito della popolazione.
- Il testo evidenzia il desiderio di cambiamento e giustizia sociale, opponendosi alla vendita delle persone per arricchire i potenti.
- La struttura metrica è composta da tre strofe di versi ottonari con numerose rime baciate, creando un ritmo incisivo e memorabile.
Indice
Movimento antifeudale in Sardegna
Si tratta di un canto rivoluzionario, scritto in lingua sarda, sorto da un vasto movimento antifeudale a cui aderirono diversi intellettuali dell’ultima parte del Settecento, consapevoli che solo la fine del regime feudale avrebbe garantito alla Sardegna il riscatto dall’ingiustizia e la conquista della libertà.
Riforme e conseguenze economiche
Perfino i Savoia, dopo i Congresso di Vienna, nonostante la ripristino di quasi tutti i privilegi avvertirono il bisogno di rivedere l’anacronistico sistema feudale in uso nell’isola; tuttavia le riforme non fecero altro che aggravare la situazione economica sarda, facendo pagare in favore dei feudatari un riscatto ben maggiore rispetto al valore dei privilegi abrogati. Anche l’editto delle chiudende emanato nel 1820 da Vittorio Emanuele I, che autorizzando la recinzione dei terreni da sempre considerati proprietà comune e introducendo, così, la proprietà privata, di fatto si trasformo una corsa all’appropriazione dei terreni ancora liberi, compreso a volte anche le fonti, rendendo così ancora più gravi le condizioni di sopravvivenza dei pastori.
Diffusione e struttura del canto
Il canto si diffuse in varie lingue, a testimonianza della maturità sociale a cui i sardi erano giunti nonostante il reazionario dominio piemontese e quello secolare spagnolo che avevano a lungo estraniato l’isola dal contesto italiano e da quello europeo. Dal punto di vista metrico, si tratta di tre strofe di versi ottonari con numerose rime baciate: il secondo verso rima con il terzo, il quarto rima con il quinto e il sesto con il settimo. Il primo è l’ottavo non hanno rime.
Traduzione
Traduzione del canto rivoluzionario
Fin dalla nascita il Sardo è soggetto
di mille obbligazioni:
tributi e pagamenti
che deve versare al Signore
in bestiame e in lavoro,
in denaro e e in natura
e paga per far pascolare gli animali
e paga per poter lavorare.
O povera gente dei villaggi,
lavorate, lavorate
per mantenere belli puliti e lucenti.
tanti cavalli nella stalla
A voi lasciano la paglia,
essi, invece, raccolgono il grano:
e pensano mattina e sera
soltanto ad ingrassare.
Il cielo non lascia sempre
trionfare la malvagità;
il mondo deve cambiare
le cose che vanno male;
il sistema feudale
non può durare a lungo;
questo vendere la gente
per arricchirsi deve cessare.
Testo in lingua sarda
Testo originale in lingua sarda
Nasché su Sardu soggettu
a milli cumandamentos:
tributos e pagamentos
chi faghet a su Segnore
in bestiamen e laore
in dinari e in natura;
e pagà pro sa pastura,
e pagà pro tribagliare.
O poveros de sas biddas,
trabagliade, trabagliade
pro mantenner in zittade
tantos caddos de istalla.
A bois lassan sa palla,
issos regoglin su ranu:
e pensan sero e manzanu
solamente a ingrassare.
Su Chelu no lassa’ sempre
sa malissia trunfare;
su mundu dê’ reformare
sas casa ch’àndana male;
su sistema feudale
non pode’durare meda;
custu bender pro moneda
sos pobulos, cessare dê’.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine del canto rivoluzionario in Sardegna?
- Quali furono le conseguenze delle riforme economiche post-Congresso di Vienna in Sardegna?
- Come si diffuse il canto rivoluzionario e qual è la sua struttura metrica?
- Qual è il messaggio principale del canto rivoluzionario?
Il canto rivoluzionario è nato da un movimento antifeudale in Sardegna, sostenuto da intellettuali del Settecento, che cercavano di porre fine al regime feudale per garantire libertà e giustizia.
Le riforme economiche, nonostante l'intento di rivedere il sistema feudale, aggravarono la situazione economica, imponendo riscatti maggiori ai sardi e trasformando la proprietà comune in privata, peggiorando le condizioni dei pastori.
Il canto si diffuse in varie lingue, dimostrando la maturità sociale dei sardi. Metricamente, è composto da tre strofe di versi ottonari con rime baciate, eccetto il primo e l'ottavo verso.
Il canto denuncia le ingiustizie del sistema feudale, esprimendo la speranza di un cambiamento e la fine della vendita delle persone per arricchimento, auspicando una riforma delle cose che vanno male.