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Concetti Chiave

  • La raccolta "La via del rifugio" di Gozzano, pubblicata nel 1907, riflette un distacco dallo stile sublime di d'Annunzio, abbracciando un linguaggio più prosaico e un materialismo dionisiaco ispirato a Nietzsche.
  • "I colloqui", pubblicati nel 1911, presentano una struttura unitaria in tre sezioni che esplorano la biografia e la psicologia di Gozzano, evidenziando l'inutilità dell'amore romantico e la morte come parte del ciclo naturale.
  • Le opere incompiute di Gozzano includono poesie sparse e un poema didascalico sulle farfalle mai completato, mostrando una varietà di temi e stili che non furono mai raccolti in un volume definitivo.
  • Il viaggio in India di Gozzano ispirò una serie di corrispondenze pubblicate su "La Stampa" e il libro "Verso la cuna del mondo", che descrive un viaggio di rinascita, contrapposto tra la decadenza dell'occidente e la vitalità dell'oriente.
  • Dalla sua produzione giornalistica, Gozzano selezionò principalmente fiabe, raccolte nei libri "I tre talismani" e "La principessa si sposa", dimostrando un interesse per la letteratura fantastica.

Indice

  1. La pubblicazione e selezione delle opere
  2. Il tema filosofico e materialistico
  3. La via del rifugio e l'evasione
  4. La pubblicazione delle liriche a Milano
  5. La parabola biografica e psicologica
  6. Il tema romantico e la morte
  7. Le poesie inedite e il viaggio in India

La pubblicazione e selezione delle opere

Uscì a Torino nel 1907, l’indice conta 25 titoli ma i testi sono in realtà 30 perché la sezione “I sonetti del ritorno” ne comprende sei e parte dei componimenti era già comparsa su varie testate a partire dal 1905. La raccolta rappresenta però il frutto di una rigorosa selezione: Gozzano preferì infatti escludere le prove più acerbe che accusavano in maniera più vistosa i debiti contratti con d’Annunzio, primo idolo della sua giovinezza, dal quale cerca di emanciparsi trovando degli antidoti efficaci in due poeti decisamente ribelli alla cattedra dannunziana. Ossia Arturo Graf, indiscusso maestro della gioventù letteraria torinese di inizio secolo, e il francese Francis Jammes, obbligato punto di riferimento di tutti i crepuscolari, da entrambi assimila il rifiuto dello stile sublime, in favore di una tendenza al linguaggio prosaico.

Il tema filosofico e materialistico

Questo è un libro filosofico, basta leggere il testo collocato in apertura, da cui la raccolta prende il titolo, in cui Gozzano disteso su un prato che medita sul senso della vita e della morte, arrivando alla conclusione che la vita appaia nient’altro che un “gioco degno di vituperio”. A consolarlo non viene in soccorso la sua fede, egli si professa infatti non credente e aderisce invece alla concezione materialistica del cosmo, gli esseri viventi sono soggetti alla morte ma dalla decomposizione dei loro corpi scaturiscono altre vite, in una catena ininterrotta di nascita e decessi. Quello di Gozzano è tuttavia un materialismo dionisiaco, con la teoria dell’eterno ritorno egli assimila della filosofia di Nietzsche l’idea dell’amor fati, dell’accettazione gioiosa del proprio e del comune destino, di qui il bisogno di evadere e di imboccare una via del rifugio.

La via del rifugio e l'evasione

Questa via conduce lontano dagli altri, Gozzano non si tuffa tra la folla e gli uomini che si urtano tra loro gli fanno una gran pena, ricordandogli che a nulla valgono i loro sforzi di fronte alla morte, il poeta lascia dunque i tumulti della vita cittadina e si concede una tregua in campagna, nella pace di una villa di famiglia.

La pubblicazione delle liriche a Milano

Vennero pubblicati a Milano dai fratelli Treves nel 1911 preceduti, anche in questo caso, dall’uscita in ordine sparso di singoli testi, l’opera raccoglie 24 liriche comprese “Le due strade” e “L’amica di nonna Speranza”, già inserite nella “Via del rifugio”. Il titolo sii impose su quello inizialmente ipotizzato da Gozzano, “Canti dell’attesa”, che poneva l’accento sulla situazione psicologica del soggetto preparato all’appuntamento con la morte, a differenza del titolo definitivo che invece dà maggiore importanza alla poetica, battendo sul registro intimo e dimesso dei versi, assimilabile a quello di una conversazione tra amici. Presentano inoltre una struttura unitaria, i testi sono infatti raggruppati in tre sezioni tematicamente omogenee:

1. Il giovenile errore, 9 liriche;

2. Alle soglie, 7 liriche;

3. Il reduce, 8 liriche;

La parabola biografica e psicologica

Esse disegnano una parabola biografica e psicologica: dall’inseguimento dell’amore poi rivelatosi vano, al pensiero della morte che si affaccia dopo che i medici gli hanno diagnosticato la tisi. Negli anni prima della sua giovinezza, Gozzano aveva sognato per sé una vita romanzesca sperando di poter provare l’ebrezza della passione intensa e accarezzando l’idea di morire di crepacuore, ma le cose erano andate diversamente: non si innamorò mai veramente, il grande amore sognato si era rivelato un inganno.

Il tema romantico e la morte

Il tema romantico dell’amore congiunto in un nodo indissolubile alla morte torna anche nella seconda sezione, in particolare in “Paolo e Virginia” e “L’amica della nonna Speranza”, alla cui origine stanno due celebri tragiche storie d’amore, ossia “Paolo e Virginia” di Bernardin de Saint-Pierre e “I dolori del giovane Werther” di Goethe. Nel primo romanzo, la nave che sta riportando la protagonista Virginia nell’isola selvaggia dove la attende il suo amato fa naufragio, la giovane affoga, le onde la restituiscono esanime a Paolo che muore di dolore; nel secondo invece del suicidio per amore di un giovane affranto perché la sua Charlotte è stata promessa a un altro uomo. Gozzano, rievocando le due storie, ne sottolinea l’inverosimiglianza, certi amori e certe morti esistono solo nei romanzi e i cuori infranti sono sepolti tra quelle pagine, constata quindi l’impraticabilità dell’ideale romantico, considerando la morte come un fenomeno privo di eroismo, come semplice parte del ciclo naturale.

Le poesie inedite e il viaggio in India

Alla sua morte, lasciò un corpus piuttosto consistente di poesie inedite o mai raccolte in volume, oggi indicate come “Poesie sparse”, si tratta talvolta di testi rifiutati in quanto mal riusciti o considerati semplici prove. In una lettera del 1908 ad Amalia, le confidò l’intenzione di scrivere un poema didascalico sulle farfalle attraverso un endecasillabo sciolto e la forma epistolare, tra il 1914 e il 1916 vennero anticipate quattro epistole entomologiche ma l’opera completa non venne mai pubblicata. Il viaggio in India, diede origine ad una serie di corrispondenze epistolari pubblicate su “La Stampa” di Torino, inoltre nel 1917 uscì il libro “Verso la cuna del mondo”, il quale tratta di un viaggio palingenetico, di rinascita in cui l’oriente incarna la naturalezza e la salute mentre l’occidente la decadenza e la malattia. Dalla propria variegata produzione giornalistica, l’autore ebbe cura di salvare soltanto le fiabe, raccogliendole in due libri chiamati “I tre talismani” e “La principessa si sposa”.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale delle opere di Gozzano?
  2. Il tema principale delle opere di Gozzano è filosofico e materialistico, con una riflessione sul senso della vita e della morte, e un'adesione alla concezione materialistica del cosmo.

  3. Come si manifesta il rifiuto dello stile sublime nelle opere di Gozzano?
  4. Gozzano rifiuta lo stile sublime in favore di un linguaggio prosaico, influenzato da Arturo Graf e Francis Jammes, allontanandosi dall'influenza di d'Annunzio.

  5. Qual è il significato della "via del rifugio" per Gozzano?
  6. La "via del rifugio" rappresenta per Gozzano un allontanamento dalla folla e dai tumulti della vita cittadina, cercando pace e tregua nella campagna.

  7. Quali sono le sezioni tematiche delle liriche pubblicate a Milano?
  8. Le liriche pubblicate a Milano sono suddivise in tre sezioni tematiche: "Il giovenile errore", "Alle soglie", e "Il reduce".

  9. Cosa rappresenta il viaggio in India per Gozzano?
  10. Il viaggio in India rappresenta per Gozzano un viaggio di rinascita, dove l'oriente incarna la naturalezza e la salute, in contrasto con la decadenza e la malattia dell'occidente.

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