Concetti Chiave
- Il positivismo è una corrente filosofica del XIX secolo, basata su ragione, scienza e progresso, e caratterizzata da un materialismo rigoroso.
- Nato in Francia, il positivismo applica il metodo scientifico a ogni ambito del sapere, promuovendo l'osservazione e la sperimentazione.
- Auguste Comte ha contribuito a diffondere il termine, affermando che il vero sapere è scientifico e che l'uomo dovrebbe concentrarsi sul "come" piuttosto che sul "perché".
- La teoria dell'evoluzione di Darwin, con la selezione naturale, è uno dei principali esiti del positivismo e ha influenzato vari campi del sapere.
- Il darwinismo sociale di Herbert Spencer e il socialismo scientifico di Karl Marx hanno ulteriormente sviluppato le idee positiviste in contesti sociali ed economici.
Indice
La nascita del positivismo
Gli intellettuali nella seconda metà del XIX secolo, elaborano una nuova visione razionalistica della realtà, fondata sulla fiducia nella ragione, nella scienza e nel progresso ed caratterizzata da un rigido materialismo (dottrina filosofica secondo cui tutta la realtà si fonda sulla materia e si risolve in essa).
Nasce così il positivismo, una corrente filosofica nata in Francia tra il 1860 e la fine dell’Ottocento, che si propone di applicare a tutte gli ambiti del sapere il metodo sperimentale delle scienze(dette “positive” perché basate su una realtà dimostrabile con l’esperienza): l’osservazione diretta dei fenomeni, la sperimentazione e una concezione della realtà come un qualcosa di nuovo scientificamente conoscibile.
Il positivismo diventa parte della mentalità dell’epoca e rappresenta l’ideologia dominante della borghesia, influenzando anche lo sviluppo dell’arte e della letteratura.
Comte e la filosofia positiva
Il termine “positivismo” viene usato per la prima volta in Francia nel 1822 dal filosofo Henri de Saint-Simon (positivismo = metodo rigoroso delle scienze positive), ma è grazie ad
Auguste Comte che passa a indicare la filosofia e la cultura dominanti in Europa nella seconda metà dell’Ottocento.
Nel suo Corso di filosofia positiva (1830-1842) esso afferma che l’umanità ha compiuto un cammino progressivo sulla via della conoscenza giungendo ad una fase in cui l’uomo comprende finalmente che l’unico vero sapere è quello scientifico. Per padroneggiare la realtà, l’uomo deve rinunciare ad indagare sul “perché” della vita e concentrarsi sul “come”, applicando il metodo scientifico anche allo studio dell’uomo.Darwin e l'evoluzione
Tra i maggiori esiti della cultura positivista vi è la teoria dell’evoluzione di Darwin:
nel saggio l'origine delle specie (1859) esso sostiene che le diverse specie esistenti in natura si modificano nel corso del tempo, evolvendosi per meglio adattarsi all'ambiente ed entrando in competizione tra loro. Questa lotta per la vita si risolve
con la vittoria degli individui dotati delle caratteristiche più adatte alla sopravvivenza, che vengono poi trasmesse ai loro discendenti; dunque, l’evoluzione e il progresso della specie sono determinati dal principio della selezione naturale;
nel saggio l’origine dell’uomo (1871) Darwin giunge alla conclusione che anche l’uomo è frutto della selezione naturale, che lo ha portato a differenziarsi gradualmente da altre specie di primati.
Le ipotesi di Darwin si estendono ben presto anche ad altri campi del sapere.
Darwinismo sociale e Marxismo
Il filosofo Herbert Spencer applica i principi dell’evoluzionismo alla società umana, sostenendo che anche le classi sociali si evolvano nel tempo secondo una fisiologica selezione naturale, che garantisce il successo dei ceti sociali più “forti”. Questa teoria prende il nome di “darwinismo sociale”.
Oltre alla fiducia nel progresso c’è la dottrina socialista con Karl Marx, che espone le sue riflessioni nel Manifesto del Partito Comunista (1848) e nel capitale (1867) elaborando una critica della società borghese e capitalistica che prende il nome di “socialismo scientifico”. Questa interpretazione si fonda su una visione storica improntata sulla lotta di classe e sull'inevitabile sconfitta della borghesia che sarà rimpiazzata dal proletariato con la rivoluzione sociale che condurrà al comunismo e alla soppressione delle classi sociali.
La riflessione marxista determina la nascita delle prime associazioni sindacali e induce molti artisti e scrittori a rivolgere la loro attenzione ai ceti meno benestanti.
Domande da interrogazione
- Qual è la visione centrale del positivismo?
- Chi ha contribuito maggiormente alla diffusione del positivismo in Europa?
- Qual è il contributo principale di Darwin alla cultura positivista?
- Come si applica il darwinismo sociale alla società umana?
- Qual è l'approccio del marxismo alla società borghese e capitalistica?
Il positivismo si basa su una visione razionalistica della realtà, fondata sulla fiducia nella ragione, nella scienza e nel progresso, caratterizzata da un rigido materialismo.
Auguste Comte ha contribuito significativamente alla diffusione del positivismo in Europa, definendolo come la filosofia e la cultura dominante nella seconda metà dell'Ottocento.
Darwin ha contribuito con la teoria dell'evoluzione, sostenendo che le specie si evolvono per adattarsi meglio all'ambiente attraverso la selezione naturale.
Il darwinismo sociale, proposto da Herbert Spencer, applica i principi dell'evoluzionismo alla società umana, sostenendo che le classi sociali evolvono attraverso una selezione naturale che favorisce i ceti sociali più "forti".
Il marxismo, elaborato da Karl Marx, critica la società borghese e capitalistica attraverso il "socialismo scientifico", basato sulla lotta di classe e l'inevitabile sconfitta della borghesia da parte del proletariato.