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di Cristina Montini
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Il lavoro che rende felici e quello che rispecchia le nostre caratteristiche psicologiche e soddisfa la nostra personalità. Per scegliere la strada giusta, quindi, bisogna riflettere sulle proprie attitudini anziché seguire i propri sogni da bambino

Volete trovare il lavoro perfetto? È quello che rispecchia la vostra personalità. Uno studio pubblicato sul Journal of Happiness Studies sottolinea che non si è tanto felici quando si riesce a realizzare il sogno che si aveva da bambini, piuttosto quando il lavoro che si accetta è conforme alle nostre caratteristiche psicologiche.

QUALE STRADA SCEGLIERE? - Se vi state tormentando su quale strada scegliere, se state valutando quante opportunità vi offre una facoltà universitaria anziché un’altra, concentrate la vostra attenzione sulla vostra personalità. Siete timidi o estroversi? Ottimisti o pessimisti? Da questo dipende il tipo di professione su cui dovete puntare.

FELICI SUL LAVORO - I ricercatori Claudia Harzer e Willibald Ruch hanno chiesto a 1000 lavoratori di definire le loro attitudini positive e, successivamente, hanno messo in relazione tali inclinazioni con le mansioni lavorative da questi quotidianamente svolte. I lavoratori con il sorriso erano quelli che vedevano soddisfatte sul posto di lavoro almeno quattro delle loro innate inclinazioni.

SCOPRI PRIMA CHI SEI - Chi sogna di fare l’astronauta, ma è una persona che non ama la solitudine, non potrà essere felice lassù nel Cosmo. Quindi, nella scelta della strada da intraprendere, non dovreste tanto chiedervi cosa vi piacerebbe diventare da grandi, bensì per cosa siete portati.

SELEZIONE CON PSICOLOGO- Inoltre, in Italia, quando si deve assumere qualcuno, difficilmente si tiene conto delle caratteristiche personali del candidato, ci si sofferma piuttosto sull’esperienza pregressa e sul “saper fare”. Lo psicologo del lavoro Andrea Castello sostiene che ciò sia “Un peccato, perché quello tra personalità e mansioni lavorative è un legame fondamentale”.

RINUNCERESTI AI TUOI SOGNI? - Anche se di questi tempi si accetta tutto pur di lavorare, essere assunti per una mansione per la quale non siamo portati crea infelicità. Durante il colloquio di lavoro dovrebbero emergere anche le caratteristiche personali e i selezionatori dovrebbero tenerne debitamente conto, ma per il momento ancora pochi lo fanno. E i lavoratori sarebbero disposti a rinunciare ai loro sogni se scoprissero che questi sono in disaccordo con la loro personalità?

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Cristina Montini