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truffa-bonusIl Bonus Cultura ancora una volta nel mirino di malintenzionati. Dopo la pioggia di denunce segnalate nei territori di Napoli e Trieste, adesso anche la Procura di Firenze è pronta ad aprire un fascicolo contro ignoti.


Oggetto dell'indagine una nuova truffa orchestrata ai danni di 18enni in possesso del Bonus Cultura: sono oltre 600 denunce su tutto il territorio toscano, a riprova del fatto che ci troviamo di fronte a una vera e propria banda organizzata. Più di qualcuno si è visto sottrarre il bonus a causa di una falla nel sistema SPID, l'identità digitale ormai entrata in pianta stabile nella nostra vita quotidiana.

Bonus Cultura, l'assenza di controlli e verifiche

Il fatto che la truffa sia stata messa in atto tramite SPID ha giustamente messo in allerta le autorità. Come leggiamo su 'la Repubblica', il presidente della Confconsumatori Toscana, Duccio Panti, ha inviato una lettera alla presidenza del Consiglio, e ai Ministeri di Economia e Istruzione e al Garante della Privacy. Panti ha spiegato che è sufficiente entrare in possesso del codice fiscale della vittima per potere attivare un secondo profilo SPID: da questo poi è possibile inoltrare richiesta per il Bonus Cultura. L'assenza di effettivi controlli, poi, rende tutto più facile: ”Gli enti certificatori non hanno controllato l’identità di chi chiedeva lo Spid, infatti non solo bisognerebbe presentare un documento, ma anche dimostrare la propria identità” ha detto Duccio Panti.

Allo stesso modo, librerie e negozi dove il Bonus è spendibile dovrebbero effettuare controlli, tramite la verifica del documento: “Anche in questo caso, però, nessuno ha verificato e saranno le indagini a verificare cosa sia successo. Di certo, dalle verifiche che abbiamo fatto, molte delle librerie che avrebbero consentito di spendere il bonus non esistono e i loro indirizzi corrispondono ad abitazioni o a nulla” ha aggiunto il presidente di ConfConsumatori Toscana.

Talvolta può anche capitare che gli esercenti siano in accordo con i truffatori, come fu nel caso di una libreria di Ercolano, il cui gestore riuscì a convertire quasi 6mila euro di Bonus Cultura. Ma, a prescindere dal caso in sé, la problematica in questione abbraccia una platea decisamente più ampia dei soli giovani cui è destinato il bonus: ”Se chiunque può ottenere uno Spid a nostro nome, anche pensioni, risarcimenti Inps o Inail e moltissimi altri servizi, compreso il voto elettronico se un domani verrà abilitato, sono a rischio” spiega l’avvocato Panti.