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strage bologna cosa è successo 2 agosto 1980
fonte foto: via 'IlSole24Ore'
Sono ormai 43 anni che il grande orologio della stazione ferroviaria di Bologna

segna sempre la stessa ora, le 10:25. Il tempo sembra essersi fermato a quel 2 agosto 1980, quando nel capoluogo emiliano si consumò uno degli attentati terroristici più gravi nella storia dell'Italia del dopoguerra.

La strage di Bologna è tra quelle più efferate degli anni di piombo, assieme a quelle di piazza Fontana nel '69, piazza della Loggia nel '74 e il treno Italicus nel '74. Il bilancio di quel giorno ancora oggi pesa come un macigno: 85 le persone scomparse, con oltre 200 feriti. Ripercorriamo quel triste giorno che ancora oggi viene ricordato con grande senso di comunità da parte della cittadinanza.

Cosa è successo il 2 agosto 1980

Un normale sabato di agosto che ben presto si è tramutato in una giornata infernale: questa fu la strage di Bologna. Alle ore 10:25 del 2 agosto, un ordigno a tempo collocato in una valigia abbandonata esplose nella sala d'aspetto della stazione ferroviaria gremita di viaggiatori. La deflagrazione, causata da esplosivo militare potenziato con nitroglicerina, provocò il crollo dell'intera ala ovest. Una potenza letale la cui onda d'urto raggiunse anche l' Adria Express 13534 Ancona-Basilea fermo sul primo binario, devastando la pensilina e il parcheggio taxi.

Subito dopo l'esplosione si formò una catena spontanea di aiuti, che coinvolse moltissime persone. Iniziò poi anche la conta delle vittime: la più giovane fu Angela Fresu, di appena 3 anni. Inizialmente si pensò all'esplosione di una caldaia, ma nel punto dell'esplosione non fu rinvenuto alcun sistema a gas. Ci volle poco tempo alle autorità per individuare la vera causa dell'esplosione: una bomba ad alto potenziale che lasciò dietro di sé solo miseria e distruzione. L'ora della tragedia rimarrà impressa, come ricordo indelebile, nelle lancette ferme del grande orologio che si affaccia sul piazzale della stazione.

Le indagini e le condanne

In un primo momento, le indagini iniziali portarono all'identificazione di alcuni esponenti di estrema destra dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari) come esecutori materiali, tra cui Valerio Fioravanti e Francesca Mambro. Le indagini si concentrarono prevalentemente intorno agli ambienti neofascisti ma, tra depistaggi e complicazioni, ci volle molto tempo prima di arrivare a delle condanne. Solo nel 1995 Fioravanti e Mambro furono riconosciuti come membri effettivi dei NAR, a cui venne associato poi, nel 2007, anche Luigi Ciavardini, all'epoca dei fatti minorenne.

I veri mandanti tuttavia rimasero per molto tempo nell'ombra e solo nel 2020 la Procura generale di Bologna arrivò a delle risposte. Il PM identificò nella figura di Paolo Bellini uno dei mandanti dell'attentato: la Corte d'Assise lo condannò all'ergastolo il 6 aprile 2022. Insieme a lui, vennero poi identificati Licio Gelli, Umberto Ortolani e Mario Tedeschi, tutti però ormai deceduti.

La commemorazione per la strage di Bologna

Negli anni l'episodio fu commemorato in diversi modi.

Quest'anno in occasione di questa giornata è stato installato un totem multimediale su cui scorrono, in formato video di venti secondi, i racconti delle vite delle 85 vittime. L'installazione, dal nome 'Vite interrotte il 2 agosto 1980', si trova nel "cantone" all'angolo tra via Ugo Bassi e Piazza del Nettuno, nel cuore del centro città.

Un'iniziativa patrocinata dal Comune di Bologna che la vice-sindaca Emily Clancy spiega così: "Negli ultimi anni il Comune di Bologna si è speso molto per preservare e difendere la memoria collettiva della nostra città. Perché crediamo nella comunità e crediamo in quel rito collettivo che è la ricerca di verità e giustizia. Dobbiamo vigilare e impegnarci ogni giorno, tutti insieme, fino a quando non saranno raggiunte" ha detto Clancy all' 'Ansa'.

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