
Fonte foto: Netflix
Seong Gi-hun ha deciso di vendicarsi dopo le crudeli e macabre esperienze vissute durante i giochi? La polizia della Corea del Sud avrà ricevuto il materiale inviato da Hwang Jun-ho prima di essere sparato dal Frontman? Sono tanti gli interrogativi degli spettatori che hanno visto tutto d’un fiato la prima stagione di Squid Game, la serie tv coreana che ha conquistato in poche settimane la top ten delle serie tv più popolari di Netflix. Ci sarà dunque una seconda stagione? Ecco cosa ha raccontato al riguardo il regista Hwang Dong-hyuk in un’intervista rilasciata a Variety.
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Squid game, cosa si sa sulla seconda stagione
Nonostante i valori della condivisione e dell’importanza dell’amicizia contro la persuadente necessità del denaro nella società odierna, la serie tv porta in scena la crudele realtà di un gioco macabro per un programma di scommesse per sadici e ricchi vip americani. In poche settimane Squid Game è riuscito a conquistare milioni di spettatori da tutto il mondo, ora curiosi di sapere se ci sarà una seconda stagione. In un’intervista rilasciata a Variety, il regista, Hwang Dong-hyuk, ha dichiarato che ancora non vi è la certezza che ci sia un sequel. Il motivo? Scrivere la sceneggiatura della prima stagione è stata per il regista un’impresa ardua: “Mi ci sono voluti sei mesi per scrivere e riscrivere i primi due episodi” ha dichiarato. Non solo, ha aggiunto che se dovesse scrivere un sequel si circonderebbe di un team di scrittori e registi famosi per non sopportare da solo il peso della nuova serie. Del resto, ha raccontato che proprio durante i primi giorni di realizzazione della prima stagione ha dovuto bere una tradizionale bevanda alcolica coreana per allentare la tensione: “All’inizio ho bevuto mezza bottiglia di Soju in modo che il succo della creazione scorresse dentro di me. Non ce la facevo più”.
Squid game, di cosa parla
Squid Game non è solo la serie che in poche settimane ha raggiunto milioni di abbonati a Netflix da tutto il mondo ma è un’esperienza che va oltre le storie narrate nei nove episodi e che crea un flusso che smuove le coscienze di chi la vede. Nonostante i diversi vissuti, ad accomunare i 456 partecipanti al game è la necessità di ritrovare se stessi e mettere fine alla propria situazione di disagio mediante la vincita del montepremi. Ma è davvero il denaro la soluzione ad ogni problema? E se fosse proprio la moneta il motivo di tanta violenza e crudeltà d’animo? Il tema della scelleratezza è accostato nella serie a quello della condivisione e del ritorno alle origini. Ogni spettatore ha dunque la possibilità di immedesimarsi nei personaggi e scavare a fondo nella propria coscienza.Paolo Ferrara