
Si preannuncia un futuro difficile per bulli e cyberbulli. Avete presente i tanti video e le centinaia di foto che girano in Rete e che riprendono episodi di violenza, soprusi e minacce nei confronti soprattutto di adolescenti? Ebbene, molto presto tra quelli che filmano ci potrebbero essere non solo i ‘complici’ dei bulli, quelli che poi saranno incaricati di far girare il video tra gli amici e, come spesso avviene, di pubblicarlo sui social network.
Perché tra loro si potrebbe confondere qualcuno che sta inviando – in tempo reale – il filmato al commissariato più vicino. Ha infatti debuttato ‘YouPol’, l’applicazione ufficiale della Polizia di Stato, con cui si vuole dare il colpo di grazia soprattutto al bullismo ‘da strada’ e, di riflesso, anche al cyberbullismo.
Arriva l’App per segnalare gli episodi di bullismo
Tutti possono contribuire a sconfiggere questo fenomeno. Molte vittime di bullismo non hanno il coraggio di denunciare. Da oggi ci posso pensare gli altri. Il funzionamento dell’App – scaricabile sia sui dispositivi iOS sia su quelli Android – è quanto di più semplice ci possa essere. Se ci si imbatte in un episodio di violenza, basta prendere in mano lo smartphone e documentare tutto. Dopodiché si apre l’applicazione e si invia il materiale all’ufficio di Polizia più vicino. Grazie alla geolocalizzazione – che sfrutta il segnale Gps del telefono – le prove raccolte saranno automaticamente smistate. Le questure competenti per quel determinato territorio prenderanno immediatamente in carico il caso, cercando d’intervenire il prima possibile.
Immagini, video, messaggi, siti web: tutto è utile nella lotta ai bulli
Ogni tipo di materiale è utile: immagini, video, segnalazioni scritte. Ma la denuncia può essere fatta pure dopo che l’episodio si è consumato: condividendo post social, link a pagine, a siti web. Anche le vittime o i testimoni più vicini alla ‘scena’ hanno uno strumento a disposizione: un bottone rosso con la scritta ‘chiamata di emergenza’ che in pochi secondi metterà l’utente in contatto con la sala operativa della Polizia, che individuerà immediatamente – sempre tramite Gps – da dove è partita la telefonata. I più impauriti potranno avviare la procedura in forma totalmente anonima. Mentre i più coraggiosi potranno rendere ancora più credibile la segnalazione, lasciando i propri riferimenti.
Entro l’estate il servizio sarà attivo in tutta Italia
Il progetto, per il momento, è partito in via sperimentale in tre città italiane: Roma, Milano e Catania. Ma, già con l’inizio del 2018, la copertura dell’App verrà allargata a tutto nostra il territorio: da febbraio sarà attiva in ogni capoluogo di regione. Ultima tappa agosto 2018, quando ‘YouPol’ sarà disponibile in tutte le città d’Italia. Un servizio che, nei piani delle forze dell’ordine, sarà utile pure per arginare una altro fenomeno dilagante: lo spaccio di droga. Anche la presenza di uno spacciatore – vicino a una scuola, in un parco pubblico, in una zona frequentata da bambini e adolescenti – potrà essere segnalata via App.
L’importante è non voltarsi dall’altra parte
“Si tratta di un'applicazione ‘amica’ che può aiutare i giovani nei momenti di difficoltà – spiega il ministro dell’Interno, Marco Minniti – Uno strumento consono alle nuove generazioni. L' importante è non voltarsi dall'altra parte, questa è l'unica cosa che voi giovani non dovete fare. Non abbiamo bisogno di ragazzi eroi, ma di giovani consapevoli che con questo gesto possono aiutare non solo chi subisce violenza, ma anche chi è parte attiva dell'episodio di violenza. Il cuore della questione è l'aiuto: trasmettere ai giovani il messaggio che in condizioni di difficoltà ci si deve aiutare reciprocamente".
Uno strumento più adatto alle nuove generazioni
Gli fa eco il Capo della Polizia, Franco Gabrielli: “YouPol – sottolinea Gabrielli - sostituisce gli sms, che erano strumenti antiquati e che non erano molto usati, soprattutto dai più giovani. Nell'App abbiamo consentito di fare segnalazioni anche in forma anonima, perché abbiamo ritenuto che possa esserci ancora una certa diffidenza. Ma auspichiamo che la forma della registrazione prenda sempre più piede e ciò comporterà un duplice vantaggio: da una parte certificare la comunicazione e dall'altra introdurre un meccanismo di consapevolezza e assunzione della responsabilità che nel nostro Paese deve essere coltivato nelle giovani generazioni”.Marcello Gelardini