
Varrebbe la pena di dire che l’educazione e le regole di vita non si imparano solo dietro i banchi, ma anche nel cortile della scuola muniti di guanti e palette. All’Istituto tecnico Pacinotti - Massari di Mestre, il Preside Massimo Zane ha deciso di punire i comportamenti incivili di alcuni studenti imponendo loro la pulizia degli spazi sporcati.
Una decisione molto lucida e ragionata che, per il momento, non ha suscitato proteste e polemiche, ma al contrario consensi da parte di insegnanti e alunni.IL LANCIO DELLA SPAZZATURA DALLE FINESTRE - Una delle scene più esilaranti del film di successo “Benvenuti al sud”, mostrava un impacciato settentrionale di mezza età, trapiantato in Campania per motivi di lavoro, alle prese con un insolito lancio della spazzatura dalla finestra di casa. Alcuni studenti dell’Istituto tecnico di Mestre hanno calcato, in queste prime settimane di scuola, le orme del nostro protagonista e, come lui che veniva prontamente multato dal vigile urbano, anche a loro è stata recapitata una bella sanzione. Sembra, infatti, che i giovani avessero assunto l’abitudine barbarica di liberarsi di scartoffie, cartacce, e rifiuti organici gettando ogni cosa dalle finestre delle classi, trasformando così il cortile interno della scuola in una discarica.
LA SCUOLA DI TUTTI - La sanzione stabilita dal Preside dell’Istituto parte dal presupposto che la scuola è uno spazio collettivo e, in quanto tale, degno del rispetto di tutti, dai più ai meno giovani. Pronta giunge la circolare in cui Massimo Zane parla agli studenti di sei classi della sua scuola, definendo il loro comportamento “irrispettoso verso tutti quanti condividono questo ambiente di studio e di lavoro”.
LA PUNIZIONE - Così venerdì scorso alcuni degli studenti destinatari della circolare del Preside, hanno indossato i guanti dello spazzino e muniti di palette hanno iniziato a pulire il cortile-pattumiera. Ma l’iniziativa presto verrà estesa anche ad altri studenti. L’intenzione del dirigente scolastico è quella di inculcare un po’ di sano senso civico nei giovani frequentanti del suo istituto, abituandoli così alle buone e civili maniere. Perché la scuola può e deve insegnare non soltanto tramite i libri e le interrogazioni, ma anche attraverso esperienze di questo genere.
GLI STUDENTI NON SI RIBELLANO - La decisione del Preside sembra essere stata accettata abbastanza a cuor sereno anche dagli studenti, che senza proteste hanno vestito i panni dei netturbini. I rappresentanti d’Istituto si sono espressi favorevolmente nei confronti dell’iniziativa. Tuttavia uno di loro, Dario Tosatto, pur appoggiando la decisione del Preside, ha affermato “non si può pensare di usare gli studenti per sistemare una scuola che cade a pezzi”. Ma, in linea generale, la regola “se sporchi pulisci” è apparsa ai più del tutto valida.
BARBARI DIETRO I BANCHI - Purtroppo quella degli atti vandalici da parte degli studenti nelle scuole, è una realtà abbastanza radicata all’interno degli istituti di tutta la Penisola. La tendenza, infatti, spesso e volentieri, è quella di imbrattare muri con scritte senza senso, scarabocchi e autografi d’autore, incidere dediche e frasi del momento sui banchi. L’origine di tali inciviltà sta nel fatto che gli studenti non pensano che la scuola è l’ambiente in cui, di fatto, trascorrono la maggior parte del loro tempo. Basterebbe considerare l’importanza che questa riveste all’interno della vita di ogni giovane per imparare a trattarla come si dovrebbe e lasciarla, di conseguenza, in eredità ai “posteri” in una veste decorosa.
Margherita Paolini