
Oggi sentiamo più che mai l’esigenza di abbattere l’illegalità, in qualunque maniera si manifesti. Ma per capire bene cosa ne pensano i ragazzi di questo tema e quanto sentono vicino a loro i due magistrati, Falcone e Borsellino, abbiamo chiesto ad uno studente, Lorenzo Serafinelli, di parlarci di cosa significa per lui e i suoi compagni “legalità.
La zanzara punge la legalità
Lorenzo è il direttore del giornalino della scuola in cui studia, il liceo scientifico “Grassi” di Latina. Uno dei numeri de “La Zanzara”, questo il nome del giornalino scolastico, è stato dedicato proprio al tema della legalità e qui di seguito potete leggere l’intervista che ha rilasciato a Skuola.net.
Ciao Lorenzo, puoi spiegarci di cosa parla il vostro giornale scolastico e, nello specifico, di come avete affrontato il tema della legalità nell’ultimo numero speciale?
Diciamo che "La Zanzara" tocca qualsiasi tipologia di argomento, dagli eventi della nostra scuola fino ad arrivare a quelle che possono essere problematiche di gran lunga più delicate, mi viene in mente per esempio un particolare numero sul sesso o un altro sul concetto allargato di omologazione. Il tema della legalità è stato una scommessa con noi stessi [...]. Con parecchio lavoro poi siamo arrivati a pensare un giornale che potesse sensibilizzare e responsabilizzare sostanzialmente i giovani sulla tematica, senza essere troppo pedanti o retorici. Per esempio abbiamo inserito una drammatizzazione, plasmata da due ragazzi molto in gamba, delle stragi palermitane del '92 [...]. Siamo riusciti a non dimenticare nessuno e ad inserire il fondamentale ruolo delle scorte, di fatto degli Angeli custodi. Il tutto è ovviamente incentrato sull'iniziativa delle "Navi della Legalità", ma il nostro vero obiettivo è quello di far conoscere e di mettere i ragazzi nello stato d'animo giusto per capire le cose, senza pensare che in qualche modo potremmo contaminare gli eventi e la storia.
Data la giovane età, tu e i tuoi coetanei non avete vissuto direttamente le stragi di Falcone e Borsellino. Che idea vi siete fatti di quel periodo e cosa rappresentano per voi oggi Falcone e Borsellino?
[...] Il periodo che va dal 1986, e quindi dal maxi-processo, al 1992, scatena in noi molteplici emozioni. Se da una parte quell'Italia, che sembra essere sempre in debito con qualcuno, si prende, anche se in maniera temporale, una rivincita morale, dall'altra il pool anti-mafia, con Falcone e Borsellino, a mio avviso, ci testimonia che è possibile la libertà ed è possibile che questo processo venga iniziato proprio dalle giovani generazioni. Di interpretazioni sulle figure di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone ne ho sentite parecchie, ad oggi si parla di eroi. Penso sia semplicistico definirli degli eroi, in quanto non hanno mai chiesto questo. Erano Uomini. Ci dovrebbe far riflettere il fatto che chi fa il proprio dovere è considerato un eroe, quando l'errore è proprio nel nostro modo di vedere e di pensare le cose.
Che cosa significa per te il termine “legalità”? Pensi che sia possibile oggi avere successo nella vita rimanendo fedele ai propri principi e valori oppure per andare avanti è necessario scendere a qualche compromesso?
"Legalità" è tutto ciò che rende possibile la convivenza sociale, mi riallaccio in questo alla stessa etimologia di legge-legalità-legittimo. [...] Non siamo fatti per essere dei lupi solitari, ma per condividerci. E la "Legalità" rappresenta il mezzo perché ciò accada nella maniera più corretta. Per quanto riguarda invece il successo, guardi, credo e sono fiducioso nel fatto che sia possibile fare successo rimanendo pur fedele a quelli che sono i valori. Il compromesso morale, perché di tale si parla in ampia scala, è il problema, a mio avviso, della società attuale e dell'Italia attuale, in primis. Il fatto che preferiamo una raccomandazione e una "spintarella", come si usa in gergo, per un buon posto di lavoro non fa altro che danneggiarci. In un'ottica più generale, si priva chi ha le potenzialità e magari non i mezzi di andare avanti secondo meritocrazia. Il danno si ripercuote su tutti.
ìPuoi dirmi se c’è, secondo te, qualche comportamento che nella società di oggi è tacitamente accettato ma che, invece, consideri sbagliato?
Mi perdoni il parecchio dissenso, ma della società di oggi ci sono delle cose che difficilmente, da ragazzo quale sono, riesco ad accettare che vengano accettate. Prima fra tutte il fenomeno sociale e criminale della mafia, che sembra apparirci come una sorta di "eterno ritorno". A mio avviso il problema sostanziale è che una buona parte di "mafia" è intrinseco ad ognuno di noi. Finché la parte che rappresenta il giusto non riesce a prevalere sulla a-logicità della violenza non potremo andare in nessun dove. Il trucco risiede nello stimolo dei ragazzi alla cultura, al conoscere e al pensare come passo imprescindibile. Il vero atteggiamento tacitamente accettato dai più che non posso accettare di pensare che sia tale è proprio questo, l'ignoranza, intesa come voglia di non conoscere.
Cristina Montini