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Rimprovera due adolescenti, loro lo aggrediscono a calci e pugni: prende anche un bidone in testa articolo
Fonte foto: Il Corriere della Sera

Vicolo Rialto è una delle zone nevralgiche della città di Treviso, dove spesso nei finesettimana si riversano centinaia di adolescenti. Secondo i residenti si tratta di una 'terra di nessuno' dove proprio i giovani si rendono spesso protagonisti di gesti criminosi.


 

L'ennesimo episodio si è consumato lo scorso 5 aprile, quando un uomo è stato violentemente aggredito da due adolescenti che lo hanno preso a calci e pugni, oltre anche a tirargli un bidone in testa.

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L'aggressione

La faccenda risale allo scorso venerdì, quando in prossimità di Vicolo Rialto è andata in scena l'aggressione.

I due ragazzi, secondo quanto riporta 'Il Gazzettino', sfrecciavano in sella a una bici lungo la galleria. Quando una signora – sfiorata dai due – fa notare ai ragazzi che la galleria non è percorribile in bici, i due cominciano a inveire contro di lei. A quel punto, l'uomo si è messo in mezzo tentando di difendere la signora. In tutta risposta i due hanno iniziato a spintonarlo, come si vede anche dalle riprese delle telecamere di sorveglianza, prendendolo poi a calci e pugni. Un'aggressione in piena regola, sedata dal pronto intervento di alcuni passanti: “Ho visto una mamma insultata da quei due che circolavano in bici in Galleria Rialto. Li aveva redarguiti, chiedendo di scendere dalla bici e loro l’avevano insultata. L’ho difesa e sono stato colpito con calci e pugni” ha spiegato la vittima.

 

L'inaspettato invito a cena

Uno dei due bulli – un 17enne – è stato arrestato dai Carabinieri per aggressione e resistenza a pubblico ufficiale, mentre l'altro 15enne se l'è 'cavata' con una denuncia. A stupire, però, è stata l'iniziativa del padre del teppista arrestato. L'uomo ha infatti invitato a cena la vittima che ha accettato di buon grado con l'intento di volere conoscere il suo aggressore: “Il papà del ragazzetto che mi ha pestato è di una gentilezza disarmante. È proprio una brava persona. Il giorno della rissa mi ha pregato di chiamare i carabinieri e mi ha detto esattamente 'Faccia quello che deve fare', come se cercasse un’ancora di salvezza nelle forze dell’ordine per raddrizzare una situazione che non riesce più a gestire”.

 

Per questo ha accettato di buon grado l'invito: “Tra un mese, quando tornerò a Treviso, mi ha chiesto di andare a cena da loro per conoscere il figlio che mi colpito con calci e pugni. Per me sarebbe bellissimo. I giovani vanno raddrizzati e quell’anima va recuperata. Anche per i genitori che, credo, stiano facendo il possibile per quel figlio che ha preso da tempo una brutta strada. Mi piacerebbe parlargli e capire che è pronto a cambiare e a pagare il suo prezzo alla giustizia”.