
Spesso costretti a sborsare cifre da capogiro per delle sistemazioni fatiscenti, gli studenti dicono basta. Con questo spirito sono scesi in piazza – lo scorso 11 ottobre – gli studenti universitari del comitato “Link Coordinamento Universitario”. Una situazione quella degli affitti, non più sostenibile secondo studentesse e studenti e che ha portato a ben più di una protesta. Accampamenti in tenda, manifestazioni e i più recenti trend di TikTok: gli studenti cercano in ogni modo di far sentire la loro voce.
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Emergenza abitativa, gli studenti chiedono un canone di affitto unico
Siamo di fronte a una vera e propria emergenza abitativa. Infatti, a causa dei costi elevati, sempre più studenti sono obbligati a scegliere un ateneo più vicino alla propria residenza, lasciando nel cassetto il sogno di studiare nell'ateneo di preferenza. Alla base di questa deviazione vi è il caro-affitti, per questo gli studenti chiedono un tavolo di trattativa con i Comuni per risolvere la questione. Ma cosa chiedono gli studenti? Prima di tutto che venga concordato un canone di affitto per gli studenti universitari, valido in tutta la penisola. In più si chiedono misure di recupero, come la riconversione degli edifici sfitti in studentati pubblici.
Virginia Mancarella, coordinatrice di Link, denuncia la difficile condizione abitativa degli studenti: “L’emergenza abitativa, il caro bollette e il carovita si sommano a quella che è una spesa sempre più ingente che deve essere sostenuta da uno studente durante il suo percorso universitario: possiamo tranquillamente affermare che ad oggi il diritto allo studio è in realtà un privilegio”. Chi non può permettersi di pagare le spese di affitto vede così tramontare la possibilità di studiare in uno degli atenei selezionati: ”I costi delle crisi vengono scaricati sui singoli fino ad impedire un reale accesso all’istruzione. Vogliamo dei tavoli con il comune e gli enti per il diritto allo studio, come è successo a Roma, Padova e Milano: che vengano immediatamente messi a norma edifici sfitti e trasformati in studentati pubblici e che si attivino politiche per il canone concordato!”.
Caro-affitti, dalle tende ai social: la denuncia della GenZ
Nell'ultimo periodo gli studenti hanno denunciato la situazione con ogni mezzo possibile. Non molto tempo fa vi abbiamo parlato della protesta degli studenti dell'Università di Padova, accampati con tende da campeggio appena fuori l'ateneo. Una misura estrema ma che ha portato a risultati immediati, con l'ateneo e il Comune che hanno ricevuto gli studenti inscenando un tavolo di trattative. Le proteste hanno poi raggiunto i social, il palcoscenico ideale quando si vuole diffondere iniziative o far circolare denunce di situazioni al limite. E' il caso della creator Nicole Mariani, che dal proprio profilo TikTok ha lanciato un nuovo format dal titolo “Case da incubo”.La tiktoker mostra tutti gli scandalosi annunci di affitto presenti sul web in cui si è imbattuta. Monolocali in affitto a più di 1.000 euro, stanze singole con lo stesso prezzo e appartamenti da 20 mq venduti come spaziosi: sono solo alcune delle “truffe” individuate da Noemi Mariani. ”Mi sono ritrovata di fronte a un mare di case da incubo a prezzi esorbitanti e da lì ho semplicemente scelto di fare una delle cose che mi riesce meglio: lamentarmi sui social. Nulla di troppo pretenzioso. All'inizio solo qualche stories. Poi ci ho preso gusto, ho visto che il mio pubblico rispondeva bene, era interessato e soprattutto empatizzava con la causa e ho continuato. Ora spero veramente di poter portare questa denuncia ai piani alti affinché qualcuno possa fare qualcosa prima che sia troppo tardi. Dopo una stanza in una casa condivisa a 980 euro più spese, cosa può arrivare?” racconta la creator a Wired.it., denunciando una situazione difficile che riguarda soprattutto la Generazione Z e i millennial.