
Un terremoto che sta scuotendo l'università in quel di Torino. Si potrebbe riassumere così la vicenda che in questo periodo sta tenendo banco ai piedi della Mole.
Tutto è cominciato lo scorso 6 febbraio, quando sulle colonne del rettorato dell'università di Torino sono apparse diverse segnalazioni di presunte violenze subite dalle studentesse.
Docenti, personale amministrativo, ma anche gli stessi studenti: nessuno si salverebbe stando alle parole riportate nelle denunce.Ci sono anche le molestie sessuali denunciate da cinque specializzande tra le accuse che hanno portato all'arresto del professor Giancarlo Di Vella, fino al 2021 direttore della Scuola di medicina legale dell'Università di Torino pic.twitter.com/uqLEHhEfZi
— Tg3 (@Tg3web) February 10, 2024
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L'accusa delle presunte molestie sessuali
Le segnalazioni lasciano davvero poco spazio all'immaginazione. “Un professore mi ha accarezzato la gamba per complimentarsi con me durante un consiglio di dipartimento”. E ancora: “Un mio compagno mi ha toccato più volte senza il mio permesso mentre studiavamo. Mi sono allontanata da lui e per fortuna è in un’altra città in magistrale”. Poi si legge anche del “dipendente della biblioteca che ci ha provato con me facendo battute sul mio aspetto”. Sono solo alcuni degli sfoghi delle studentesse universitarie riportati da 'La Repubblica' e raccolti dal collettivo universitario dell'università insieme al movimento 'Non una di meno'.
Quello che ne sarebbe emerso, è un mondo universitario fatto di violenza sia fisica che verbale ai danni delle studentesse. Secondo le stesse, nell'ateneo regnerebbe un clima di omertà che però ha fatto passare in sordina, o comunque minimizzato, determinati comportamenti tenuti da studenti e docenti maschi. E, in molti casi, le vittime non avrebbero denunciato, per paura poi che la denuncia potesse ritorcersi contro di loro: “Avevo paura di denunciare per paura di passare come esagerata” si legge, infatti, in una delle tante lettere appese nell'ateneo. Anche per questo, sempre lo scorso 6 febbraio, le studentesse avevano risposto con l'auto-organizzazione, manifestando in un sit-in di protesta nell'ateneo.
Il Rettore ha promesso il pugno duro
“Ben vengano le contestazioni e le segnalazioni delle studentesse su questo tema. Purtroppo non sono episodi che nascono oggi, ma di certo non è più il momento di far finta di niente o di minimizzare quello che è un problema presente ovunque, atenei inclusi” parole del Rettore dell'università che da subito ha voluto vederci chiaro sulla questione. Il numero uno dell'ateneo ha promesso di indagare a fondo sulla vicenda, affermando di adottare la linea del 'pugno duro' nei confronti di del personale (e non solo) dell’ateneo che si rende protagonista di atteggiamenti inappropriati.

Molestie sessuali all'Università di Torino: due prof nella bufera
Dalle molestie fisiche e verbali alle umiliazioni, dai favoritismi agli apprezzamenti non richiesti: la lista delle accuse delle studentesse è lunga e pesante. In particolare, durante il corteo, le studentesse avrebbero puntato il dito contro il dipartimento di filosofia. Nelle lettere affisse nell'ateneo, infatti, una ragazza raccontava proprio del comportamento inappropriato di un docente ordinario di filosofia: “All’epoca ero dottoranda, era luglio, ero a una conferenza organizzata nel cortile del rettorato. Un ricercatore (il prof in questione) che lavorava a Filosofia mi disse 'come puoi pretendere che la gente ascolti la conferenza se sei così scosciata'?”. La testimonianza poi continua raccontando di “un ordinario di Filosofia che abitualmente chiede ai suoi post doc se vanno a p*****e”. E, proprio negli ultimi giorni, il prof in questione sarebbe stato sospeso per un mese in seguito alla pioggia di denunce pervenute: il provvedimento include anche la sospensione dello stipendio.
Ma non finisce qui. Perché in questa vicenda, che sembra avere ancora molto altro da raccontare, è finito anche un prof del dipartimento di Medicina. Il docente in questione – titolare della Scuola di specializzazione - è finito agli arresti domiciliari per avere di fatto mentito sul suo status accademico, cercando di nascondere il mancato raggiungimento dei requisiti e degli standard previsti a livello ministeriale per ottenere l’accreditamento accademico della Scuola. Ma c'è dell'altro, stando al racconto de 'La Repubblica'. Anche il docente arrestato, infatti, sarebbe finito nelle mire delle studentesse. Non ci sono state querele eppure, secondo il quotidiano, ben 11 studentesse avrebbero ricevuto presunte attenzioni morbose da parte del docente. Si legge, infatti, di frasi inopportune rivolte alle studentesse come “Quanto è fortunato il tuo fidanzato”, o ancora, “Che bella biancheria che indossi”.
Una serie di comportamenti talmente fuori luogo da costringere le vittime a ad adottare degli stratagemmi per tenersi alla larga del prof: “La sera cercavo di non trattenermi in istituto, come facevo prima”, spiega una delle allieve. “Chiedevo a un amico di accompagnarmi quando dovevo andare nel suo ufficio”, rivela un’altra. E poi c’è chi addirittura prestava attenzione a “non camminargli davanti”. Insomma, una serie di comportamenti adottati per prevenire possibili ingerenze da parte del prof.