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L'Università per stranieri di Siena si fermerà per la fine del Ramadan e per il giorno del Kippur articolo
Fonte foto: Facebook

Mentre irresponsabili pulsioni belliche travolgono l'Europa e il mondo, noi crediamo che chi vuole la pace debba preparare la pace": è il messaggio che manda il Rettore dell'Università per Stranieri di Siena, Tomaso Montanari.


 

L'ateneo ha scelto di sospendere la didattica il prossimo 10 aprile in occasione della fine del Ramadan. Non solo, il Rettore ha tenuto anche a specificare che lo stop delle attività verrà osservato in occasione della festa ebraica del Kippur.

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“Costruire” la pace

"Siamo una comunità multiculturale, plurilingue, inclusiva per statuto e missione, amica della diversità e impegnata a costruire il riconoscimento dell'altro come presupposto di una convivenza pacifica tra popoli e culture", è la spiegazione contenuta in una nota dell'ateneo senese. "In questo momento terribile, un momento in cui tutto l'Occidente si fa complice del massacro senza fine di Gaza, è importanteprosegue la nota - dare un segno preciso di amicizia e condivisione con le persone che - fra noi, a Siena, in Italia e nel mondo - si riconoscono nella cultura islamica". Confermata, inoltre, anche la volontà di sospendere la didattica per la festa ebraica del Kippur "per sottolineare - si spiega - la nostra vicinanza al popolo ebraico nell'anniversario dell'eccidio del 7 ottobre".

 

Le polemiche

Una decisione che per il Rettore Montanari coincide con un atto di “sensibilità e rispetto” verso la comunità musulmana e che l’Università ha il dovere di “promuovere il dialogo interculturale e la pace”. Dalla politica, però, si levano le prime polemiche. Siamo ormai alla follia, nelle università italiane dilaga un vero e proprio antisemitismo” ha commentato il forzista Maurizio Gasparri, intervistato dal quotidiano 'Domani'.

Il Senatore di Forza Italia ha poi sottolineato: “Chiudere scuole ed università per il Ramadan è una scelta errata. Queste vicende sono regolate, lo ribadisco, da concordati e da intese tra lo Stato ed i culti religiosi. Dove stanno queste intese? E per sottoscrivere un concordato bisogna impegnarsi a rispettare i principi ed i valori costituzionali fondamentali di libertà e di uguaglianza. Che evidentemente a certi rettori di Siena e di altri posti non interessano affatto. Sono nemici della democrazia quando si devono inginocchiare all’Islam. Lo sapevamo, non ci meravigliamo. Maconclude Gasparri – che facciano i rettori è una cosa assai grave”.