
Dalle transizioni digitali e ambientali all’innovazione in azienda e nella Pubblica Amministrazione; dal Patrimonio culturale alla ricerca scientifica: i decreti numero 117 e numero 118 ripartiscono le risorse dando il via alla procedura di accreditamento dei corsi di dottorato per il nuovo anno accademico. Vediamo nel dettaglio cosa prevedono i due decreti.
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Università, dottorati di ricerca: come vengono ripartite le borse di studio
Le risorse saranno assegnate alle Università statali e non statali legalmente riconosciute e agli Istituti universitari a ordinamento speciale. Per accedere agli stanziamenti le attività dovranno essere avviate entro il 30 dicembre 2023. Nell’eventualità di borse non assegnate, queste saranno cumulabili e quindi attivabili per il ciclo successivo, nell’anno accademico 2024-2025.
Il maggior numero delle borse di dottorato sarà destinato ai dottorati innovativi con le imprese, per favorire le esigenze delle aziende in cerca di figure specializzate. Ecco come verranno ripartite le 18.770 borse di dottorato attive dall'anno accademico 2023-2024:
I benefici per le imprese
Dai decreti arrivano buone notizie anche per le imprese. Le aziende che cofinanziano al 50 per cento le borse di dottorato innovativi avranno diritto ad una agevolazione fiscale in relazione alle assunzioni a tempo indeterminato di personale in possesso di dottorato di ricerca. Una misura prevista sempre nell’ambito dei finanziamenti del PNRR e inserita nel decreto-legge approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri. L’esonero sarà applicato per 24 mesi a partire dall’1 gennaio 2024 e fino al 31 dicembre 2026 nel limite massimo di 7.500 euro a assunzione.