
Studiare nel capoluogo emiliano è un'impresa davvero ardua per gli studenti, anche e soprattutto a causa dei prezzi degli alloggi. In città infatti – complice anche l'inflazione - il prezzo di affitto di una sola stanza oscilla tra i 500 e i 600 euro, spingendo gli aspiranti universitari a migrare verso altri lidi. Così il Sindaco Alessandro Santoni spiega a 'Il Fatto Quotidiano' in cosa consiste il progetto “Appennino” del Comune che amministra.
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L'Appennino, il progetto del comune bolognese che supporta lo studio dei fuori sede
“È un progetto di comunità studentesca nato nel 2018 che il Comune sta portando avanti con la collaborazione di Er.go (l’azienda regionale per il diritto allo studio) e Unibo. L’Appennino è in grado di accogliere gli studenti e, ora che a Bologna non si trovano più case, è un’occasione ancora più vantaggiosa. Qui da noi, al contrario, il patrimonio immobiliare sfitto è rilevante e, con il costo di un caffè e una brioche al giorno, si può avere un posto letto” ha detto il Sindaco. Al momento il progetto conta sette alloggi disponibili e grazie al piano “PinQua” (Programma per la qualità dell’abitare), il Comune è riuscito ad acquistare altri cinque appartamenti. Si tratta di bilocali che vanno dai due ai quattro posti letto, ma i nuovi appartamenti – spiega il Sindaco - ”saranno all’interno di uno stesso complesso residenziale. In questo modo, si potranno raggruppare gli studenti che hanno aderito al progetto e creare una vera e propria comunità”.”La prima studentessa che abbiamo avuto – racconta Santoni – è stata una ragazza siciliana. Ora ha finito il suo ciclo di studi, si è laureata con profitto e ha lasciato il suo posto ad altri studenti. La gran parte dei giovani, in questo momento, sono stranieri: arrivano dall’Iran, dal Nord Africa, dalla Danimarca. Quelli italiani da tutte le province”. Il paesino amministrato da Alessandro Santoni dista circa trenta minuti di treno dal centro di Bologna: per raggiungerlo gli studenti dovranno sborsare circa 59 euro di abbonamento mensile. Cifre - verrebbe da dire - irrisorie se confrontate con le spese derivanti dall'affitto di una stanza in città. Al contrario del capoluogo emiliano, San Benedetto non può certo vantare una movida dello stesso livello ma – assicura Santoni – il Comune ha già avviato ”delle interlocuzioni con Trenitalia, Città metropolitana e Regione Emilia-Romagna, ciascuno per le proprie competenze, perché vengano attivati più collegamenti diretti e treni anche oltre le 22 e 30”.