6' di lettura 6' di lettura
Il prof? Meglio empatico che di “manica larga”. Ecco la pagella data ai prof dagli studenti

Che l’università sia il segmento della formazione più costoso per le famiglie è cosa nota. La retta universitaria, anche nelle strutture pubbliche, non è una spesa banale. Tuttavia anche per lo Stato sostenere gli atenei statali non costa poco: nel 2021 sono stati stanziati più di 8 miliardi di euro per finanziarli.

A darne risalto è stata qualche giorno fa la pubblicazione del Decreto con cui il ministero dell’Università e della Ricerca ha stabilito i criteri di ripartizione del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) delle Università Statali e dei Consorzi interuniversitari per l’anno 2021, ovvero una delle principali fonti di entrata per gli atenei pubblici italiani.

Guarda anche:

A quanto ammonta il Fondo per gli atenei?

L’importo complessivo dello stanziamento del FFO per quest’anno è di ben 8,383 miliardi di euro, in crescita di oltre 508 milioni rispetto allo stanziamento di 7,875 miliardi del 2020. Una buona notizia, se pensiamo che una decina di anni fa questo fondo ammontava a poco più di 7 miliardi di euro. Ma come vengono ripartiti questi fondi e cosa andranno a finanziare nel dettaglio?

La ripartizione del FFO 2021 per le università italiane

Gli 8.383.445.950 che vanno a costituire il FFO sono stati ripartiti tra diversi interventi che il ministero dell'Università e della Ricerca è intenzionato a mettere in atto nel prossimo futuro. Si tratta quindi di fondi che sono vincolati allo sviluppo di specifiche attività o sulla base di specifiche motivazioni.

Una buona metà, pari a 4.186.322.163 euro, viene assegnata per i cosiddetti “interventi quota base”, in proporzione al “peso” di ogni università. A questi si aggiungono 2.223.000.000 euro, pari a circa il 30% del totale delle risorse disponibili, per assegnazioni per finalità premiali con “riferimento ai risultati conseguiti nella Valutazione della qualità della ricerca, nella Valutazione delle politiche di reclutamento e negli indicatori di risultato di cui alle linee generali d’indirizzo della programmazione delle università per il triennio 2021-2023”. In buona sostanza alle università più meritevoli sono assegnati in proporzione maggiori fondi. Ci sono poi 175.000.000 euro, pari a circa il 2,8% del totale, per interventi al fine di accelerare il processo di riequilibrio delle università statali.

In tema di personale, sono previsti 20.000.000 euro per chiamate dirette di professori e ricercatori nonché di docenti esterni all’ateneo. Stanziati, poi, 8.500.000 euro per favorire il rientro dei ‘cervelli in fuga’, ovvero per la prosecuzione del Programma per giovani ricercatori “Rita Levi Montalcini” dedicato a giovani studiosi ed esperti italiani e stranieri, in possesso di titolo di dottore di ricerca o equivalente da non più di 6 anni e impegnati stabilmente all’estero in attività di ricerca o didattica da almeno un triennio, finalizzato alla realizzazione di programmi di ricerca autonomamente proposti presso Università italiane.

Tra le altri voci di spesa significative, si segnalano 21.750.000 euro per il finanziamento di Consorzi interuniversitari CINECA e ALMALAUREA, di progetti di ricerca presentati dai Consorzi interuniversitari di ricerca che hanno partecipato alla Valutazione della Qualità della Ricerca 2011-2014, per il sostegno e la gestione della rete scientifica di telecomunicazione a banda larga a favore del Sistema universitario (rete GARR).

Infine, sono previsti 637.200.000 euro per interventi a favore degli studenti, dalle borse post lauream (anche quelle prorogate a causa della pandemia da Covid-19) alle misure per favorire la mobilità degli studenti, dagli interventi integrativi di orientamento pre-universitario, di sostegno didattico e di tutorato a quelli per il sostegno agli studenti con disabilità o con disturbi specifici dell’apprendimento, dalla copertura delle contribuzioni degli studenti totalmente o parzialmente esonerati dal pagamento del contributo stesso alle azioni di recupero e inclusione.

Quanti soldi sono destinati agli studenti?

Ma, dopo aver visto nel dettaglio la previsione e la destinazione della spesa del FFO, viene spontaneo chiedersi: quanti di questi 8,3 miliardi andranno effettivamente ad aiutare gli studenti? Premesso che il FFO permette di sostenere i bilanci degli atenei e quindi di ridurre il costo delle tasse universitarie, i fondi destinati espressamente agli universitari sono pari a 637.200.000 euro, in aumento rispetto ai 528 milioni del FFO 2020, ma comunque una parte abbastanza marginale del totale, circa il 7%. Somma che, peraltro, include anche la doppia proroga per i dottori di ricerca che si sono visti prolungare la borsa a causa del Covid-19. Da segnalare, infine, gli 8,5 milioni assegnati ai giovani ricercatori e alle risorse per i bandi Rita Levi Montalcini che, in un anno esatto, sono aumentati di 1,5 milioni.

Secondo Giovanni Sotgiu, coordinatore dell’Udu-Unione degli Universitari “l’analisi sui criteri di riparto dell’FFO 2021 e le somme stanziate parlano chiaro. Qualche pezza su reclutamento e ricerca, ma mancano tutele tangibili per la comunità studentesca. Il mancato aumento di risorse destinate alla copertura della no-tax area e alla calmierazione delle fasce immediatamente successive sottolinea una scarsa attenzione da parte del Ministero sulla condizione studentesca attuale”.