3' di lettura 3' di lettura
foto di fondo di funzionamento universitario

Il Miur ha inviato il decreto contenente la ripartizione del Fondo di Finanziamento ordinario (Ffo) per il 2016. Saranno 6,9 miliardi di euro, da distribuire a 85 università pubbliche e private, in lieve calo rispetto ai numeri del 2015.

Salgono invece gli stanziamenti per i dottorati e le borse post lauream: da 122,9 a poco oltre 135 milioni di euro.

GLI ALTRI NUMERI DEL DECRETO - Viene rinnovato un cofinanziamento di 10 milioni per chiamate dirette, nuovi ricercatori di tipo B e incentivi alla mobilità dei docenti. Confermate le risorse per il bando Montalcini per il rientro degli studiosi dall’estero, a cui sono destinati 5 milioni. Rimangono gli interventi perequativi per non penalizzare alcuni atenei: è previsto che ogni università non perda più del 2,5% della quota assegnata nel 2015. Un dato che però era al 2% lo scorso anno secondo quanto riporta Repubblica.it. Il decreto è stato inviato per il previsto parere alla Conferenza dei Rettori (Crui), al Consiglio Universitario Nazionale (Cun), al Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (Cnsu) e all’Agenzia di valutazione del sistema universitario (Anvur). Insieme al Fondo 2016, il ministro Stefania Giannini ha presentato anche la nuova Programmazione triennale del sistema universitario, che contiene tre novità.

Ma com'è la vita all'università? Guarda il video:

IL PREMIO E PIÙ AUTONOMIA ALLE UNIVERSITÀ - La prima riguarda il 20% della quota premiale, che dal 2017 sarà ripartita in base a indicatori scelti dalle stesse università fra una lista fornita dal Miur. Una seconda concerne le possibilità di reclutamento dei vincitori di programmi ERC, che potranno essere chiamati dalle università sia come ricercatori che come professori universitari. Con la terza, infine, si dà agli atenei maggiore flessibilità nella costruzione dei percorsi di laurea, al fine di avvicinarli al mondo del lavoro.

STUDENTI: BISOGNA AUMENTARE I FINANZIAMENTI - Soddisfatto il ministro Giannini: "Stiamo dando al sistema accademico strumenti innovativi per essere più competitivo e per rispondere meglio alle esigenze di chi studia". Ma loro, gli studenti, la pensano diversamente. Alberto Campailla, portavoce nazionale di Link, parla di decreto miope e scelte che andranno a penalizzare il Sud: "Va evidenziato che i fondi sono invariati rispetto all’anno scorso, e questo è già un dato negativo dopo due anni di lievi aumenti. Più grave è che il decreto prevede che gli atenei possano perdere in un solo anno fino al 2,5% mentre lo scorso anno il tetto era fissato al 2". Dal 2009 a oggi il fondo ha perso più di 800 milioni. "Il sistema universitario è già al collasso - dicono da Link - e le università di Cagliari, Palermo, Catania, sono a rischio. Bisogna incrementare i finanziamenti, altrimenti viene meno il ruolo della didattica nel nostro modello sociale".

Università: non aumentano i soldi pubblici, Sud a rischio? articolo