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Fuori sede, gli studenti rivendicano la possibilità di votare
Le maggiori organizzazioni universitarie del Paese, tra cui il Coordinamento Universitario LINK, hanno sottoscritto negli ultimi giorni l’appello lanciato dall’associazione Collettivo Peppe Valarioti in merito alla possibilità di concedere il voto ai fuori sede durante la grande stagione di consultazioni elettorali prevista nel corso dell’anno.
Ecco il contenuto dell’appello e la soluzione proposta.

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Voto ai fuori sede: l’appello lanciato dagli studenti

La pandemia da CoViD-19 ci sta dimostrando quanto sia attuale la battaglia per l’affermazione dei diritti, nella fattispecie quella per consentire di esprimere il proprio voto alle cittadine e ai cittadini fuori sede”. Così l’appello lanciato dall’associazione Collettivo Peppe Valarioti, al quale le maggiori organizzazioni universitarie italiane hanno aderito. Il problema evidente che accomuna tutti i fuori sede è l’impossibilità di esprimere il proprio voto durante la grande stagione di consultazioni elettorali di cui l’Italia sarà protagonista nei prossimi mesi: oltre alle elezioni regionali previste in Calabria, infatti, andranno al voto anche le città metropolitane e centinaia di piccoli e medi comuni. Al centro dell’appello gli attivisti pongono un importante interrogativo: “Scegliere se prediligere il diritto, fondamentale, alla salute oppure quello di eleggere i propri rappresentanti?”. Data la presenza di diverse consultazioni in programma in Italia, la battaglia condotta dalla Calabria assume dunque una valenza nazionale, sebbene siano state già presentati sei disegni di legge, numerose interrogazioni ai Ministeri, un ricorso al Tribunale di Palermo al fine di sollevare la questione di fronte alla Corte Costituzionale.

Guarda il video che mostra come è cambiata la vita degli studenti universitari a causa del Covid-19:

Voto ai fuori sede: la proposta per esercitare il proprio diritto

Nell’appello lanciato dal Collettivo Peppe Valarioti è stata presentata anche una proposta per risolvere la problematica evidenziata. Per gli attivisti, così come previsto per i cittadini domiciliati all’estero, si potrebbe procedere con la medesima modalità anche i fuori sede domiciliati in Italia: “In un’epoca in cui molte incombenze amministrative si espletano ormai attraverso l’utilizzo dell’identità digitale, un’altra strada esplorabile è quella dello sfruttamento della SPID”. Utilizzando l’identità digitale riconosciuta in numerose operazioni amministrative, infatti, anche gli studenti fuori sede potrebbero esercitare il proprio diritto a distanza. Del resto, come riportato nelle conclusioni dell'appello, “un diritto non è tale se non viene riconosciuto e garantito a tutti, diversamente si tratta di un privilegio”.