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di Cristina Montini
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Sentenza Tar test ingresso

Sentenza storica: il Tar di Brescia ha deciso per l’iscrizione alle Professioni sanitarie di tutti gli studenti dell’università bresciana che avevano presentato ricorso per i test di ingresso errati.

Una vittoria per l’Udu che è stata in prima linea per difendere gli interessi degli studenti.

LA STORIA - Durante i test di ingresso del settembre scorso per l’accesso alle Professioni sanitarie presso l’università di Brescia, qualcuno aveva fatto notare alla commissione degli errori di impaginazione. Federico Micheli dell’Udu (Unione degli Universitari) aveva dichiarato: “Tra le domande di logica e cultura generale alcuni testi non erano posizionati in corrispondenza dei quesiti a cui facevano riferimento; la commissione ha comunicato così che quelle 4 domande non sarebbero state considerate, ma cambiare in corsa crea confusione senza contare che è stato alterato il peso delle varie materie”. Così l’Udu, tramite l’avvocato Michele Bonetti, decise di fare ricorso al Tar di Brescia.

SENTENZA DEL TAR - Ed ora la risposta del Tar è arrivata: tutti gli studenti che avevano fatto ricorso possono essere ammessi alle facoltà mediche per le quali hanno sostenuto il test. Nella sentenza si legge che è stata rilevata una “oggettiva alterazione nella modulazione e proporzione del test”.

SODDISFAZIONE DEGLI STUDENTI - Il rappresentante dell'Udu Federico Micheli ha commentato soddisfatto: “E' stata molto dura, ma alla fine è stata fatta giustizia, rispetto a un test di ingresso che non premia i più meritevoli ma lede i diritti dei giovani e degli studenti”. E il coordinatore nazionale dell'Unione degli Universitari, Michele Orezzi, ha sottolineato che la sentenza del Tar di Brescia è da considerarsi “una pietra miliare nella lotta contro il numero chiuso”.

PRECISAZIONE DEL RETTORE - “Tengo a ribadire – è intervenuto il rettore dell'Università di Brescia Sergio Pecorelli – che come università abbiamo fatto tutto ciò che era nelle nostre possibilità fin dal primo istante per venire incontro ai ragazzi. Nel momento stesso in cui ci siamo resi conto degli errori, eravamo intervenuti, previa consultazione del Ministero, mettendo in condizioni gli studenti di sapere come comportarsi nei confronti di quelle domande. Non potevamo prevedere l'errore fatto dalla società privata che, fra l'altro, era garante della segretezza dei test, inaccessibili a tutti, prima dell'inizio delle prove di selezione. Società a cui si appoggiano anche altre università italiane e che in questi anni si era sempre dimostrata affidabile”.

Secondo te è giusto che alcune facoltà siano a numero chiuso?

Cristina Montini