
I laureati italiani sono tra i meno pagati d'Europa. I dati, resi noti dal Corriere della Sera, analizzati dalla società di consulenza Mercer, evidenzano una verità molto amara: i neolaureati nelle nostre università appena paghe molto basse insieme a quelle dei polacchi e degli spagnoli.
Guarda anche
- Laureato da record: 10 esami in un anno e 110 e lode a 22 anni
- Laureata con 110 e lode in 3 anni e 6 mesi (anziché 5): ma come ha fatto?
- Matteo, laurea in streaming e 110 e lode con... le pantofole dell'Inter
Stipendi neolaureati, il quadro in Europa
Il problema principale è la valorizzazione del titolo di laurea sul mercato. Un neolaureato in Italia guadagna infatti mediamente 28mila euro annui lordi, mentre un collega inglese ne guadagna 32mila, un francese 35mila, per non parlare poi di un tedesco che ne intasca circa 50mila e di uno svizzero che ne guadagna addirittura 80mila. Un altro dato che è possibile estrapolare dal rapporto è che vi sono ogni anno in Italia pochi laureati. Nel 2018, infatti, la percentuale di 30-34enni con un livello di istruzione terziaria era pari al 27,8%, di molto inferiore rispetto alla media Ue che si attesta intorno al 40,7%. Dunque pochi laureati e anche scarso valore in termini di retribuzione. Tuttavia, conseguire la laurea non è certo inutile. In realtà, secondo la Corte dei Conti, la laurea comporta un notevole vantaggio, in termini di livelli di retribuzione, nella maggior parte dei Paesi dell’Ocse. In Italia i 25-64enni laureati con un reddito da lavoro a tempo pieno guadagnavano il 37% in più, rispetto ai lavoratori a tempo pieno con un’istruzione secondaria superiore.