
Momentanea vittoria degli studenti universitari. Il decreto sul diritto allo studio contenente le nuove norme per l’assegnazione delle borse di studio, tanto discusse in questi giorni, è stato bloccato alla conferenza Stato - Regioni che avrebbe dovuto deciderne le sorti.
Ora tutto è rimandato al 21 febbraio prossimo, giorno in cui tale Conferenza dovrà riunirsi nuovamente per decidere cosa fare. Intanto il decreto oggetto del rifiuto degli studenti è stato leggermente modificato.RETE UNIVERSITARIA NAZIONALE: LE LOTTE NON DEVONO FERMARSI - Nel frattempo, gli universitari cantano vittoria. “Continueremo a lottare fino al termine della discussione – dichiarano gli studenti di RUN, Rete Universitaria Nazionale - Il ministro Profumo ha subito il rinvio del voto del decreto, poi ha garantito un aumento delle borse del 20% e l'approvazione della norma entro due settimane. Finché non ci mostra i fatti, come intende aumentare le borse se contestualmente aumenta le soglie ISEE e i criteri di merito per gli idonei, le sue rimangono solamente promesse. Finché non ci mostra i numeri e criteri precisi - continuano - la discussione se siamo noi a non capire o lui a non spiegarsi non ha valore. L'unica certezza è che il diritto allo studio è un diritto sancito dalla Costituzione e strumento fondamentale di mobilità sociale: tagliarlo significa tagliare conoscenza, opportunità, possibilità di futuro e di sviluppo per le giovani generazioni e per il nostro paese”.
PER LINK OCCORRE CANCELLARE IL DECRETO - Anche Link – Coordinamento universitario si è pronunciato sul rinvio della decisione al 21 febbraio: “Siamo felici che il Ministro abbia fatto un passo indietro - dichiara Luca Spadon, Portavoce nazionale di Link Coordinamento universitario - questa vittoria è stata possibile grazie alle mobilitazioni degli studenti di questi giorni e alla ferma opposizione di molte regioni. Ci auguriamo che il ministro non tenti inutili colpi di coda a tre giorni dalle elezioni con il chiaro obiettivo di strumentalizzare per meri fini elettorali temi così importante come il diritto allo studio e il futuro degli studenti - continua Spadon - Pretendiamo la definitiva cancellazione del decreto e che, dopo le elezioni politiche, si riapra un serio dibattito sullo stato dell'Università e del diritto allo studio nel nostro paese”.
LE LOTTE CONTINUANO - Intanto, la momentanea vittoria non ferma gli studenti che continueranno a lottare fino al prossimo 21 febbraio affinchè il decreto venga ritirato. E per dimostrare che i giovani non attuano solo proteste distruttive, Link ha stilato un decalogo di proposte insieme a studenti, dottorandi, professori e ricercatori, sia precari che strutturati, che in questi anni hanno difeso con determinazione l’università pubblica.
Serena Rosticci