
Come ha detto più volte nei suoi video, sul tema c'è tanta ignoranza visto che non se ne parla mai nonostante "noi sordi siamo tantissimi".
-
Leggi anche:
- Studentessa con disabilità scrive al premier Meloni: "Sono Marta, ho 22 anni e mi girano le ruote!"
- Carlotta a 23 anni si laurea in Medicina con 110 e lode: “Studiavo dalle 6 del mattino alle 2 di notte”
- Alex muore prima di finire gli esami, università gli conferisce laurea postuma
La storia di Chiara Bucello, l'influencer che racconta la sua sordità su Instagram
A 28 anni e con quattro lauree, come scrive Chiara sul suo profilo Instagram:"Ho deciso di aprirmi per fare in modo che le persone capiscano che la mia disabilità non deve creare né disagio né compassione. Agli altri chiedo solo un comportamento normale".Disabilità che non le ha impedito di raggiungere diversi risultati anche nel suo percorso scolastico: dopo aver frequentato il liceo artistico, si è iscritta all'Accademia delle Belle Arti di Catania dove si è laureata in Graphic Design. La sua decisone di esporsi e raccontarsi giorno dopo giorno è arrivata durante la pandemia a causa dell'utilizzo della mascherina.
Chiara infatti non parla la L.I.S. (Lingua Italiana dei Segni) ma legge il labiale. Per lei la mascherina ha sicuramente rappresentato un ostacolo notevole: come ha raccontato, inizialmente provava disagio nel chiedere di abbassarla per parale ma poi ha trovato il coraggio di esporsi e lo ha fatto con un video su Instagram in cui raccontava cosa significasse essere sordi.
Le lauree e l'esperienza scolastica
Innamorata dell'arte, come ha più volte raccontato nei suoi video, il suo principale problema non erano le lezioni da seguire ma alcuni professori che la facevano sentire diversa rispetto agli altri mettendola in difficoltà.Dopo quest'esperienza e i tanti luoghi comuni sulle persone non udenti, Chiara ha deciso di esporsi maggiormente sui social lanciando un messaggio molto chiaro:"Non abbiate paura di mostrarvi per quello che siete. Se tutti ci facciamo vedere le cose non si possono ignorare".
Paolo Di Falco