
Il mondo accademico cerca di avvicinarsi il più possibile a quello del lavoro. Una delle critiche maggiori che viene fatta al sistema universitario italiano, soprattutto ad alcune facoltà, è di concentrarsi troppo sugli aspetti teorici dedicando poco tempo alle applicazioni pratiche delle materie insegnate. Così, dopo la tanto sudata laurea, per gli studenti inizia un nuovo percorso: imparare la professione che vorranno fare da grandi. Perdendo così tempo prezioso da impiegare nella ricerca di un lavoro. Con il rischio di entrare con enorme ritardo nel mondo degli adulti. Dall’anno prossimo, però le cose potrebbero cambiare. Il ministero dell’Istruzione ha infatti dato il via libera ufficiale alle cosiddette lauree professionalizzanti. Percorsi con un approccio concreto che consentono ai ragazzi di formarsi rapidamente per svolgere una professione.
Ogni università potrà attivare un corso di laurea professionalizzate
Gli atenei potranno perciò attivare al massimo un corso di laurea di tipo professionalizzante per anno accademico da erogare in modalità tradizionale, (dunque non on line). Il corso dovrà essere attivato in stretta collaborazione con il mondo del lavoro e definito in relazione a professioni comunque disciplinate a livello nazionale, a partire da quelle gestite dagli ordini. Anche perché le università dovranno sviluppare i percorsi formativi coordinandosi proprio con gli ordini professionali. Inoltre, sottoscrivendo convenzioni con gli stessi ordini e con i collegi professionali, gli atenei potranno realizzare anche partenariati con le imprese. Previsti pure tirocini durante il percorso di laurea.
Un decreto che accoglie le richieste del mondo accademico
Il provvedimento è il risultato finale del lavoro fatto nei mesi scorsi da un’apposita Cabina di regia convocata dalla Miur col preciso scopo di armonizzare l’offerta formativa che sarà attivata dagli atenei con quella degli ITS, gli Istituti tecnici superiori. Il decreto firmato prevede, inoltre, un’importante modifica, sollecitata dal mondo accademico e dalla CRUI (la Conferenza dei rettori): ci sarà, infatti, una maggiore flessibilità rispetto ai numeri richiesti per la docenza. Le università, anche se in carenza di alcuni requisiti, potranno ampliare la propria offerta formativa, ma solamente nel caso di atenei dove gli indicatori di sostenibilità economico-finanziaria risultino positivi.
Fedeli: “I nostri giovani potranno qualificarsi in tempi rapidi”
“Grazie al lavoro della Cabina di regia, le università potranno ora avviare questi percorsi con un quadro di riferimento più chiaro e con obiettivi precisi, definiti dal documento finale del Gruppo di lavoro – ha sottolineato la ministra Fedeli, dopo la firma del decreto - Con l’avvio delle lauree professionalizzanti e la loro armonizzazione con l’offerta degli ITS il nostro Paese si dota finalmente di un proprio modello di formazione terziaria professionalizzante. Una risposta alla necessità espressa dalle nostre e dai nostri giovani di potersi qualificare rapidamente e anche alla domanda di personale altamente formato che viene da imprese e mondo delle professioni”.Marcello Gelardini