Lorena Loiacono
di Lorena Loiacono
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 Universitari fuori corso esclusi dai fondi per costo standard studenti

Ormai è cosa fatta. Il ministro della pubblica istruzione, Stefania Giannini, ha firmato il decreto di ripartizione del Fondo per il Finanziamento Ordinario (FFO) che ammonta, quest’anno, a poco più di 7 miliardi di euro.

Per l’esattezza 7.010.580.532.

Il Miur, in una nota, spiega nel dettaglio la ripartizione delle risorse: il 18%, 1.215.000.000 euro, è assegnato alla cosiddetta “quota premiale su cui pesano i risultati conseguiti nella valutazione della ricerca (per il 70%), la valutazione delle politiche di reclutamento (20%), i risultati della didattica con specifico riferimento alle aperture internazionali (10%”). Meritocrazia è la parola d’ordine anche per il fondo per i dottorati, quello per il sostegno ai giovani e il piano triennale delle università per complessivi 259.296.174 euro. Così anche il fondo perequativo, che per l’85% premia “l’accelerazione del riequilibrio fra gli atenei”.

COSTO STANDARD – E qui arrivano le note dolenti. Le più dolenti, quelle cioè su cui gli studenti puntano la loro battaglia. “Una fetta della quota base dell’FFO – spiega il Miur - è poi assegnata, per 1 miliardo circa, in base al costo standard di formazione per studente in corso. Un sistema inedito che punta ad agganciare lo stanziamento delle risorse non più a criteri storici, ma alla qualità e alla tipologia dei servizi offerti agli studenti. Il costo standard, che è oggetto di un apposito decreto Miur-Mef, viene calcolato attraverso una formula che mette in relazione i costi che gli atenei sostengono per i diversi corsi di studio (costi dei docenti, degli amministrativi e tecnici, di funzionamento) alla popolazione studentesca in corso”. Praticamente vengono considerati solo gli studenti in corso. Quelli fuori corso no.

LA RIVOLTA – Per gli studenti è inaccettabile considerare solo gli universitari in corso. Anche perché indirettamente tutti gli altri andrebbero a gravare sui singoli Atenei che, nella peggiore delle ipotesi ma comunque concreta, potrebbero rivalersi proprio sui fuori corso aumentando per loro le tasse. “Grave la previsione del sistema del "Costo Standard per Studente" –denuncia LINK - Coordinamento Universitario - di cui manca ancora il decreto attuativo, che prefigura una serissima minaccia per gli studenti fuori-corso, infatti con questo sistema saranno loro a sostenere il finanziamento pubblico degli atenei poiché gli atenei si troveranno di fronte alla scelta o di aumentare la contribuzione studentesca per i fuori-corso o di dequalificare la didattica”.

QUOTA PREMIALE O…PUNITIVA? – Il ministero di viale Trastevere spiga inoltre che “da quest’anno non ci saranno più tetti all’incremento degli stanziamenti destinati agli atenei virtuosi, quelli che hanno aumentato il livello della loro prestazione. E cresce sensibilmente la quota premiale del finanziamento (dal 13,5% del 2013 al 18% del 2014), che sarà distribuita prendendo in considerazione anche l’internazionalizzazione delle università, con particolare attenzione per la partecipazione al programma Erasmus”. Ma per gli studenti non si tratta di una buona notizia. Anzi. L’aumento della quota premiale metterebbe addirittura a rischio le università come una sorta di punizione per le meno “virtuose”: "Il Fondo di Finanziamento Ordinario – spiega Alberto Campailla, Portavoce Nazionale di LINK - Coordinamento Universitario - rimane quello dell'anno scorso, con un taglio previsto in legge di stabilità che da oggi al 2023 ammonterà a 1,431 milioni di euro. A questo bisogna aggiungere l'aumento percentuale della c.d. "Quota Premiale" che passa dal 13,5 % dell'anno scorso al 18% trasformandola così in uno strumento punitivo per tanti atenei che si troveranno con una importante sottrazione di risorse"

BOCCIATO DALLE UNIVERSITA’ - "Questo Decreto viene approvato - spiega Alberto Campailla, di LINK - nonostante sia il CUN (Consiglio Universitario Nazionale) sia il CNSU (Consiglio Universitario Nazionale) abbiano espresso dei pareri negativi nel merito del provvedimento. Ancora una volta si sancisce l'alleanza tra il MIUR e i Rettori delle Università italiane che pur di strappare qualche piccolo correttivo stanno sostenendo questo assurdo provvedimento."