
Una storia di determinazione quella di Michele Mele, che non si è lasciato scoraggiare né dalla sua malattia, né da chi, in passato, gli aveva assicurato che per lui non ci sarebbero state prospettive, soprattutto in ambito matematico.
Michele ha dimostrato a tutti che si sbagliavano e che nessun ostacolo è davvero insormontabile.
Oggi è scienziato all’Onu, l’unico italiano che si occupa di politiche inclusive, contribuendo ad aiutare i non vedenti di tutto il mondo.
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La passione per la Matematica
Praticamente cieco dalla nascita, Michele Mele, quasi 33enne, è da sempre affetto eredodegenerazione retinico-maculare, una malattia che l’ha reso ipovedente e che si è aggravata drasticamente con il sopraggiungere di un’ulteriore patologia. Da subito, quindi, la sua vita non è stata facile. Da bambino Michele ha dovuto ingegnarsi per risolvere i problemi della quotidianità derivati proprio dalla sua condizione. E, quasi senza accorgersene, ha iniziato a servirsi del ragionamento matematico per compiere le azioni che a noi vedenti appaiono banali, ma che per lui rappresentavano una difficoltà non da poco. “Da piccolo ho sempre dovuto geometrizzare gli spazi per potermi muovere. - racconta Michele in un’intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’ - E per andare da una parte all’altra dovevo fare lo stesso per strade, marciapiedi, incroci. Imparare a utilizzare modelli di matematica per trovare il percorso più agevole, che non è detto sia più breve. Individuare gli ostacoli e come superarli. E’ in sostanza un algoritmo, un problema di cammino minimo con ostacoli aggiuntivi.”
Il consiglio del professore del liceo
Ed è così che sin da bambino Michele ha iniziato a coltivare una passione per la Matematica che è culminata all’Università, quando si è reso conto che si era da sempre servito della logica per affrontare qualsiasi situazione: “Così quando all’Università ho inserito l’esame di Ottimizzazione Combinatoria al piano studi, mi son detto: ma questo è quello che faccio fin da bambino senza saperlo.” ha rivelato. Prima di entrare nel mondo accademico, però, Michele ha dovuto mettere in campo tutta la sua determinazione per non lasciarsi influenzare da chi non lo riteneva in grado di proseguire negli studi scientifici. “Il professore di Matematica e Fisica mi disse che non era il caso, che non potevo studiarla per la mia condizione. Che quelli come me dovevano dedicarsi ad altro, magari a materie umanistiche. - ha raccontato Michele - Invece ho continuato, d’altra parte la Matematica è sempre stata la mia grande passione e anche ciò che mi ha permesso di risolvere i miei problemi fin da bambino”.
Il lavoro all’Onu
Adesso Michele ha scritto ben due libri e lavora come scienziato all’Onu, dove si occupa di politiche inclusive assieme ad un team di colleghi non vedenti: “Sono education officer della campagna Science in brail dell’Onu e membro del Rasit di Londra: un collettivo di scienziati ipovedenti o non vedenti che rappresenta un punto di riferimento per le politiche inclusive. Ci muoviamo su iniziative in tutto il mondo” ha spiegato Michele. In particolare, attualmente si sta occupando di un progetto che permetterà ai non vedenti di studiare Matematica, grazie al perfezionamento di MathSpeak, un sistema che permette di eliminare le ambiguità della matematica parlata. “Nel mondo il 2,5% degli studenti ha problemi di vista: vede poco o niente. Sono milioni di persone. Migliorare il loro apprendimento è importante. Manderò una lettera a tutti i ministeri dell’Istruzione del mondo per inserire MathSpeak nella formazione delle scuole” ha dichiarato Michele.
Chiara Galgano