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quanti bocciati condottaPiù uno strumento da utilizzare in caso di emergenza che una vera e propria “caccia all’indisciplinato”. Le nuove regole sul voto di condotta e il suo conseguente impatto sulla regolarità della carriera scolastica degli studenti, quando diventeranno ufficiali - bisogna infatti attendere che il Parlamento le codifichi in una legge - dovrebbero infatti avere degli effetti limitati sulla maggior parte delle ragazze e dei ragazzi.

Perlomeno è questo lo scenario che lasciano intravedere i più recenti dati ufficiali diffusi dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, relativi al 2021/22, sui voti di comportamento assegnati durante gli scrutini di fine anno.

Il sito Skuola.net ha provato a fare delle proiezioni su quanto potrebbe accadere.

In base all’analisi fatta, giusto gli alunni delle prime classi, specie se frequentano istituti tecnici e professionali potrebbero rischiare un po’ di più, ma più che altro si potrebbe trattare di dover fare i conti con un “debito”, da recuperare a settembre; più rara la vera e propria bocciatura per “comportamento”. Così come, alla luce della riforma, dovranno prestare particolare attenzione alla disciplina gli studenti dell’ultimo triennio delle superiori, soprattutto però se vorranno non avere brutte sorprese agli esami di Maturità.

Pochissimi i bocciati per la condotta

La norma base, infatti, ci dice che con l’insufficienza in condotta alle superiori si venga automaticamente bocciati. Ma gli studenti, su questo punto, possono dormire sonni tranquilli. Facendo una media di tutte le classi d’Italia, nel 2021/2022 appena l’0,1% degli alunni è rimasto sotto quella soglia. E in primo superiore, cioè laddove si prendono faticosamente le misure con le nuove regole imposte dal livello scolastico superiore, si arriva allo 0,2%. La situazione più complessa, per modo di dire, si riscontra negli istituti professionali: la media del quinquennio vede lo 0,4% di insufficienti, in primo si sale fino allo 0,7%.

Marginale il numero degli studenti con 6 in condotta: con le nuove regole c'è la sospensione in giudizio

Le cose cambiano leggermente, ma non in modo tragico, se ci si sofferma sui “6 in condotta”. È in questo caso che la riforma prevede la “sospensione del giudizio” e il rinvio della questione agli esami di riparazione di fine estate (o, per i maturandi, direttamente agli esami di Stato), quando gli studenti, per recuperare, dovranno presentare ai professori un elaborato sui temi di “Cittadinanza attiva e solidale”. Se nel 2021/2022 ci fossero già state le nuove regole, ci sarebbe passato in media il 2,4% degli alunni (in primo superiore il 3%). Ma nei tecnici ciò avrebbe riguardato il 3,4% sul totale degli iscritti (il 4,5% tra quelli del primo), nei professionali addirittura il 7,2% di media (l’8,9% in primo).

Credito scolastico "tagliato" per la condotta, potrebbe interessare molti più studenti

Ben altre considerazioni vanno invece fatte, come anticipato, per l’ultimo triennio delle superiori. Qui, infatti, il voto di condotta non influirà solo sull’eventuale passaggio alla classe successiva ma avrà un ruolo abbastanza importante anche nella determinazione del punteggio con cui si accede all’esame per il conseguimento del diploma: solo chi ottiene tra il 9 e il 10 potrà sperare di prendere tutti i crediti curricolari disponibili, proprio nel corso delle tre classi conclusive, in base alla media dei voti; altrimenti - con votazioni inferiori - si potranno perdere fino a 3 punti in totale. Non crolla il mondo, quei punti si possono benissimo recuperare con un percorso eccellente nelle materie vere e proprie e con un esame impeccabile. Ma è un pericolo che è meglio non correre.

Se non fosse che potrebbero essere davvero tanti gli alunni esposti a questo spauracchio. Sempre usando come parametro l’anno scolastico 2021/2022, escludendo ovviamente gli insufficienti (quindi direttamente bocciati), la novità potrebbe essere sofferta da quasi 4 studenti su 10: nel periodo preso a riferimento, in terzo superiore si è attestato tra il 6 e l’8 in condotta il 39,1% degli scrutinati, in quarto superiore il 36,9% (i dati sul quinto non sono stati indicati). Con la solita dinamica che vede le ragazze e i ragazzi dei tecnici e dei professionali i più vulnerabili: nei primi a non arrivare al 9 in condotta in terzo e quarto è stato, rispettivamente, il 48,8% e il 46%; nei secondi, rispettivamente, il 58,9% e il 56,1%.

Questa, dunque, la situazione che potrebbe verificarsi quando la riforma sarà realtà concreta - se tutto procede regolarmente dobbiamo aspettarcela come minimo per l’anno scolastico 2024/2025 - a meno che, assieme alle regole, non cambi anche il metro di giudizio dei docenti, diventando più benevolo. Ma questo potremo saperlo solo all’atto pratico.