Marcello G.
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C’è una nube che avvolge gli studenti italiani, non stiamo parlando né del maltempo né di problemi legati alla didattica. Piuttosto, di quella generata dalle migliaia di sigarette accese tra bagni, corridoi e cortili di scuola durante l’orario scolastico. Perché il decreto legge del 2013, con cui il Governo aveva cercato di mettere un freno alla cattiva abitudine di fumare a scuola, sembra essere finito nel dimenticatoio. In realtà la norma che prevede il divieto di fumo in tutti i locali scolastici - cortili e aree all’aperto comprese - non è che sia entrata mai a pieno regime: nel 2014, infatti, noi di Skuola.net avevamo già verificato l’effettiva applicazione del provvedimento alla fine del primo anno di scuola in cui era entrato in vigore. All’epoca i numeri furono tutt’altro che confortanti.

Il decreto anti-fumo non entra a scuola

Così, dopo un triennio dal decreto anti-fumo, siamo tornati a chiedere agli studenti qual è la situazione oggi. E i miglioramenti sembrano essere davvero poca cosa, con dati sostanzialmente in linea con quelli di due anni fa: almeno così dicono i 2.100 ragazzi, tra gli 11 e i 19 anni, che hanno risposto alla web survey di Skuola.net. Assenza di controlli, cattivi esempi e punizioni troppo blande: un triangolo che impedisce di affrontare di petto il problema.

Fumare in cortile: qual è il problema?

Perché, nonostante i ragazzi conoscano fin troppo bene la normativa sul fumo a scuola (l’88% conosce i termini del divieto) e i rischi collegati al fumo (il 95% sa che fumare fa male e il 74% appare anche preoccupato dalle possibili conseguenze), continuano imperterriti ad accendersi la loro sigaretta. Quasi 4 su 5, infatti, ammettono che è abitudine degli studenti del proprio istituto fumare nel cortile o nel giardino, di nascosto (40%) o alla luce del sole (38%).

Il bagno non passa mai di moda

Si fuma anche all'interno della scuola. Solo il corridoio sembra ancora zona off-limits per il fumo: l’87% dice che almeno lì il divieto viene ancora rispettato.Il nascondiglio preferito? Un grande classico: il bagno. Il 44% afferma che qui gli studenti accendono le proprie sigarette stando ben attenti che nessuno li scopra, mentre per il 17% nessuno si preoccupa di essere ripreso. Nel complesso quindi è il 61% a indicarlo come il luogo preferito dagli studenti per fumare senza farsi vedere.

Pochi controlli

Arriviamo così al secondo fronte da tenere sotto controllo: le sanzioni, rare e forse inefficaci per convincere i fumatori in erba a smettere. Il 22% dei ragazzi, infatti, conferma che non sono mai stati presi provvedimenti nei confronti di chi abbia infranto il divieto di fumo a scuola, mentre il 38% dice di non essere informato sulla questione. Solo il 40%, invece, afferma che nel proprio istituto sono state applicate delle misure contro i trasgressori, sotto forma di provvedimenti disciplinari (23%) o di multe in denaro, come previsto per legge (17%).

Il cattivo esempio

Ma, forse, la cosa che manca di più è il buon esempio visto che la maggioranza degli studenti denuncia che anche professori e bidelli fumano nel giardino o nel cortile dell'istituto, senza farsi problemi a essere visti (37%) o di nascosto (20%). Anche l'informazione appare carente: solo il 37% degli studenti dice che la propria scuola abbia organizzato incontri o approfondimenti per far comprendere fino in fondo le problematiche legate al vizio del fumo.

Marcello Gelardini

Data pubblicazione 8 Novembre 2016, Ore 11:09
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