
Una nuova ondata di #MeToo potrebbe presto travolgere l'industria musicale americana. Lo scorso lunedì 16 settembre, Sean Combs, meglio conosciuto come Puff Daddy, è stato arrestato con l'accusa di stupro, favoreggiamento della prostituzione e traffico sessuale. I capi d'accusa sono legati alle ripetute denunce presentate dall'ex moglie Cassandra Ventura (e non solo) nel corso degli anni - oltre nove esposti da parte della donna -, con cui il rapper è in causa dal 2023.
Il fermo del celebre rapper ha provocato un grosso scossone nel mondo dello show business americano: nella settimana seguente all'arresto, infatti, hanno iniziato a circolare testimonianze, immagini e video, di alcuni atteggiamenti pubblici discutibili che l'artista avrebbe tenuto in più occasioni. Tra queste, c'erano anche i famigerati White Party tenuti da Puff Daddy, che negli anni avrebbero visto transitare alcune delle star internazionali più rinomate: da Paris Hilton a Leonardo Di Caprio, da Ashton Kutcher a Jennifer Lopez, passando per l'idolo della Gen Z, Justin Bieber. Proprio quest'ultimo nei giorni scorsi è finito al centro delle cronache: molti utenti sui social stanno infatti collegando Puff Daddy agli abusi che il cantante subì quando era ancora solo un 15enne. Sulla vicenda andrà fatta chiarezza, perché sono ancora molte le ombre da svelare: cerchiamo di ricostruire quello che sappiamo al momento sull'arresto di Puff Daddy e vediamo cosa c'entra Justin Bieber.
Gli episodi di violenza ai danni dell'ex moglie
Tutto inizia nel 2023, quando il tribunale federale di Manhattan cita in giudizio il rapper in seguito alle accuse dell'ex moglie Cassandra 'Cassie' Ventura, anche lei cantante. Cassie ha accusato Puff Daddy di stupro e ripetuti abusi fisici, tra cui anche la violenza sessuale, consumati sotto uso di stupefacenti. Tra i particolari che apprediamo dal 'New York Times', il rapper avrebbe sottoposto l'ex moglie a un vero e proprio regime di violenza, fatto di percosse, aggressioni - sia fisiche che verbali - e ripetuti abusi. 'Diddy' l'avrebbe anche costretta a prostituirsi come sex worker. A proposito delle violenze, lo scorso anno era circolato un video choc diffuso dalla 'CNN' - e risalente al 2016 - in cui si vedeva il cantante intento a picchiare e prendere a calci l'ex moglie, nel corridoio di un hotel.
Le altre denunce e l'arresto
A questa si legano altre tre denunce che hanno raggiunto la star negli anni. Prima di tutte, quella presentata da Rodney Jones, ex collaboratore e regista del producer. Secondo quanto riportano i principali quotidiani oltreoceano, Jones sarebbe stato vittima di abusi sessuali, ma anche di esser stato drogato. Una denuncia, la sua, che pesa come un macigno perché supportata da prove video: centinaia di ore di filmati e registrazioni audio del manager, impegnato in "attività illegali" come sostiene l'accusa: dall'acquisto di droga, all'adescamento di prostitute fino alla violenza sessuale.
Sempre lo scorso anno, poi, il rapper venne raggiunto dalla denuncia di Liza Gardner, che tentò una causa contro di lui con l'accusa di violenza fisica e sessuale subita tra il 1990 e il 1991. In seguito arrivò poi la denuncia di Joi Dickerson-Neal, un'altra donna che sosteneva di essere stata drogata e aggredita fisicamente da Puff Daddy nel 1991. Infine, il 6 dicembre poi, Jane Doe ha intentato una quarta causa contro l'uomo, con l'accusa di stupro.
Per questi motivi, il rapper si trova in galera dal 16 settembre: per i capi di accusa che pendono sulla sua testa, al momento si parla di una condanna di circa 15 anni. Con l'arresto del rapper, sono diversi gli artisti che hanno cominciato a prendere le distanze da Puff Daddy. Molti di loro, nel corso degli anni, avevano infatti partecipato ai cosiddetti White Party, finiti anche questi nell'occhio del ciclone.
Cosa erano e cosa succedeva ai White Party
Negli anni Sean Combs, in arte Puff Daddy, è diventato uno dei magnati dell'industria discografica statunitense. Secondo quanto riportato dal 'DailyMail', chi voleva entrare nel mondo della musica, prima o poi, finiva per bussare alla porta di Puff Daddy. Ad arricchire il racconto di questi giorni, sono le rivelazioni di alcuni testimoni che avrebbero partecipato ai famigerati White Party tenuti dall'artista tra il 1998 e il 2009. Si trattava di feste a tema, con tanto di dress-code che imponeva di indossare abiti bianchi. Negli anni, molti i volti celebri che vi avrebbero partecipato, tra cui Paris Hilton, Ashton Kutcher, Leonardo Di Caprio, Justin Bieber, Khloe Kardashian e Jennifer Lopez.
Secondo il quotidiano americano, queste feste potevano durare anche giorni ed erano il trionfo degli eccessi. Nel video ottenuto dal DailyMail – che riprende uno di questi White Party – si vede il rapper Puff Daddy rivolgersi così agli ospiti: “Vi abbiamo dato da mangiare, vi abbiamo dato da bere, ora è il momento di godervi la vita. I bambini hanno ancora un'ora [poi] questa cosa si trasforma in qualcosa che, quando sarete più grandi, è qualcosa a cui vorrete tutti venire. Quindi iniziamo a divertirci, mettiamo via i bambini". L'ipotesi, che si fa strada in questi giorni, è che Cassandra Ventura non fosse l'unica ad avere avuto a che fare con il lato oscuro del cantante.
Il caso Epstein dell'industria musicale?
Stando alle indiscrezioni, questi White Party erano solo la punta dell'iceberg. Ma anche in queste occasioni, il rapper avrebbe avanzato minacce ritorsioni nei confronti degli ospiti – sia femminili che maschili -, ricattati sessualmente per contratti discografici e soldi. Secondo lo youtuber Swoope, che in passato orbitava nell'industria musicale, un giovane cantante avrebbe ricevuto l'offerta di un contratto discografico e 100mila dollari per la registrazione, se avesse compiuto sesso orale sulla sua guardia del corpo, per poi fermarlo poco prima di compierlo. Da quanto apprendiamo, sembra proprio che Swoope conoscesse molto bene Puff Daddy, tanto che il rapper si lasciò andare a una confessione sull'utilizzo di droghe pesanti con l'ex addetto ai lavori: "Posso far fare qualsiasi cosa a chiunque perché questa vita è ciò che vogliono, e io ho le chiavi del castello".
Perché si parla del rapporto tra Daddy e Justin Bieber
Molti i cantanti che hanno bussato alla porta di Daddy negli anni da produttore discografico. Tra questi, c'era anche Justin Bieber. In più occasioni, il cantante ha ammesso di vedere Puff Daddy come una specie di mentore, e di dovergli gran parte della sua carriera. Sempre nelle ultime ore, è emerso un video risalente al 2009 in cui il rapper donava una Lamborghini a Bieber, come regalo di compleanno. Nello stesso video, il rapper svelava che i due avrebbero passato le successive 48 ore insieme, alludendo a fantomatiche ragazze e dinamiche di natura sessuale. Inoltre, visto il passato di abusi e violenza subiti da Bieber, molti utenti stanno collegando questa vicenda al passato traumatico dell'artista. Bieber, dal canto suo, si è detto sconvolto per l'arresto di Puff Daddy, sostenendo di volersi concentrare solo sulla sua musica e sulla famiglia: l'artista è da poco diventato papà.