
Giornalisti, manager, politici, persino cantanti. Un lungo elenco di personaggi spiati illecitamente per diversi motivi, ma con un unico scopo: quello di vendere informazioni sensibili, mettendo a rischio, tra le altre cose, la sicurezza del Paese.
La settimana inizia con una nuova spy-story tutta italiana, che vede coinvolte diverse aziende di rilievo dell'hinterland milanese, e molti volti di spicco della nostra società. L'inchiesta, avviata dalla procura di Milano, ha messo in luce un sistema di spionaggio hacker montato ad arte, in grado di 'bucare' migliaia di volte molti sistemi di sicurezza, tra cui quello del portale del Ministero dell'Interno.
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Inchiesta dossieraggio: cosa sappiamo finora
Secondo quanto riportano diverse fonti, tra cui 'Il Corriere della Sera', sabato scorso, la procura di Milano ha portato a galla un sistema che consentiva di accedere illegalmente alle banche dati dello Stato per ottenere informazioni riservate su persone di spicco.
Il sistema, gestito da un gruppo di aziende, mirava a raccogliere informazioni da vendere per scopi di spionaggio industriale e personale.
L'indagine, coordinata dalla Procura di Milano e dalla Direzione distrettuale antimafia, ha svelato che le società vendevano rapporti dettagliati sulle persone sorvegliate, accedendo illegalmente a dati personali come precedenti penali, dichiarazioni dei redditi e perfino informazioni sanitarie.
Al momento, sono sei le società identificate, tutte attualmente sotto sequestro. L’ipotesi di reato principale è l’associazione a delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistemi informatici: nell’inchiesta, oltre alle sei società, sarebbero oltre 60 le persone indagate, tra chi coordinava e portava avanti operativamente il sistema di spionaggio e chi ne aveva richiesto i servizi.
Dossieraggio, come agivano gli hacker
Tra i principali indagati c'è un ex poliziotto e proprietario in parte di una delle società coinvolte, accusato di aver usato le sue conoscenze nelle forze dell'ordine per accedere ai principali database pubblici. Altro personaggio cardine sarebbe il titolare della stessa società.
Questa avrebbe operato non solo grazie a membri corrotti delle forze dell'ordine, ma anche tramite un sistema di hackeraggio che permetteva di penetrare nei dispositivi delle persone spiate.
Tramite un sistema chiamato "Beyond", avrebbero addirittura potuto accedere direttamente a molte delle più importanti banche dati italiane. Sempre secondo quanto scrive il Corriere della Sera, dalle intercettazioni a una delle persone coinvolte si capisce che il sistema sarebbe arrivato direttamente ai database del Ministero dell’Interno tramite un doppio canale.
Prima di tutto grazie all'utilizzo del “RAT”, Remote Access Trojan, una sorta di virus inserito nei suoi sistemi, e poi tramite l’aiuto contestuale di alcuni informatici coinvolti nella manutenzione dei sistemi del ministero stesso, che davano informazioni su come adattare il sistema di hackeraggio ai cambiamenti della struttura informatica ministeriale.
Dossieraggio hacker, chi era spiato
Tra le figure spiate dal sistema di dossieraggio spiccano diversi nomi importanti. Primi fra tutti, quello di Giovanni Gorno Tempini, attuale presidente di Cassa Depositi e Prestiti, e di Paolo Scaroni, ex amministratore delegato di Eni e attuale presidente del Milan.
Nell'ottobre del 2022, poi, si sarebbero raccolte informazioni su Letizia Moratti, all'epoca candidata alle Regionali in Lombardia, per trovare elementi che potessero metterla in cattiva luce rispetto al suo avversario Attilio Fontana.
Sono stati inoltre creati dossier su Ignazio La Russa, attuale presidente del Senato, e su suo figlio Geronimo La Russa: dalle intercettazioni risulta che queste richieste sarebbero avvenute nel maggio 2023.
Le intercettazioni hanno rivelato anche un inquietante episodio riguardante Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, con un presunto accesso nel 2022 all'indirizzo e-mail. Infine, compare anche il nome di Matteo Renzi.