
Dopo settimane di crescenti pressioni da parte dei suoi, alla fine, Joe Biden ha dovuto fare marcia indietro. Non sarà più lui, dunque, il candidato dei Democratici per la corsa alla Casa Bianca.
L'attuale Presidente degli Stati Uniti ha annunciato il suo ritiro tramite una lettera aperta pubblicata su 'X': pochi minuti dopo, sempre sulla piattaforma social, Biden ha indicato Kamala Harris come persona più adatta a prendere il suo posto.Ma l'endorsement del presidente non consiste in una candidatura ufficiale: nonostante l'investitura, infatti, Harris dovrà ottenere la fiducia dei membri del partito Dem per potere concorrere alle elezioni presidenziali di novembre. Vediamo allora cosa succede adesso che Biden ha ufficialmente annunciato il suo ritiro e cerchiamo di scoprire qualcosa in più su Kamala Harris, la favorita - in questo momento - dai bookmakers.
Biden si ritira: cosa succede adesso?
“La mia primissima decisione come nominato del partito nel 2020 è stata quella di scegliere Kamala Harris come mio vicepresidente. Ed è stata la migliore decisione che ho preso. Oggi voglio offrire il mio pieno sostegno e il mio appoggio affinché Kamala sia la candidata del nostro partito quest'anno. Democratici: è ora di unirsi e battere Trump. Facciamolo", ha scritto Joe Biden su 'X', dando di fatto la sua benedizione alla vice Harris. Il presidente ha sottolineato che rimarrà comunque in carica fino alla scadenza naturale del proprio mandato, invitando il Partito Democratico a fare cerchio intorno alla Harris. La corsa della vice di Biden, infatti, è ancora tutt'altro che certa: la scelta spetta infatti ancora alla Convention del partito, in programma dal 19 al 22 agosto a Chicago, in Illinois.
USA, come funziona la Convetion dei Democratici?
Il passaggio di testimone, quindi, non è affatto automatico. Per potersi candidare, infatti, Kamala Harris dovrà rimettersi nelle mani della Convetion dei Democratici: si tratta in sostanza di un congresso, il cui scopo principale è quello di ratificare il vincitore emerso dalle primarie, nonché il candidato alla presidenza. Un compito, questo, che spetta ai delegati assegnati da ogni stato ai vari candidati.
Biden, da presidente in carica e candidato per un secondo mandato, poteva contare su quasi la totalità di questi delegati, ma adesso che si è ritirato, questi avranno la facoltà di votare per chiunque desiderino. Non è detto infatti che nei prossimi giorni non spuntino fuori nomi pronti a insidiare la posizione di Kamala Harris. Tra questi potrebbero esserci i governatori della California Gavin Newsom, del Michigan Gretchen Whitmer e della Pennsylvania Josh Shapiro, che è anche dato in pole position per la vicepresidenza. Girano i nomi anche di altri governatori, secondo alcuni pronti per candidarsi come prossimo Presidente degli Stati Uniti per i Dem: J.B. Pritzker (Illinois), Tony Evers (Wisconsin) e Andy Beshear (Kentucky).
Il rischio è quello di una conferenza 'brokered' ovvero 'aperta', con diversi candidati a contendersi la vittoria. Se nessuno passasse al primo turno, entrerebbero in gioco i 700 super delegati, ossia dirigenti ed eletti del partito. Ma come funziona l'ipotetica candidatura? Per candidarsi alla nomination in una Convention dei due partiti, i candidati devono presentare almeno 300, ma non più di 600, firme di delegati. Ogni delegato può appoggiare un solo candidato.

Chi è Kamala Harris
A questo punto urge fare un passo indietro: chi è Kamala Harris? Avvocata e vicepresidente degli Stati Uniti, potrebbe essere la candidata democratica che sfiderà Donald Trump alle prossime elezioni presidenziali. La Harris, californiana di 59 anni, è figlia di una biologa di origine indiana e dell'economista giamaicano Donald Harris. Kamala è sposata dal 2015 con Douglas Emhoff, anche lui avvocato. Una lunga carriera quella di Kamala Harris, spesa come vice procuratrice distrettuale della Contea di Alameda, dal 1990 al 1998, e, sempre nelle vesti di procuratrice distrettuale, ha operato anche in California per due mandati (2011-2017), diventando la prima donna e prima afroamericana a raggiungere tale obiettivo.
Dopo essere salita alla ribalta delle cronache per via delle sue posizioni pro-aborto, la Harris entra in politica nel 2019, dove addirittura si scontra con Biden – quello che sarebbe poi stato il suo mentore – in un confronto tv. In prima linea contro l'impeachment che raggiunse Trump nel 2020, la Harris è tra le personalità più di spicco del mondo Dem americano. L'avventura nei palazzi del potere, e come vide di Biden, comincia in piena emergenza: prima l'assalto al Campidoglio del 2021, quindi gli strascichi della pandemia che continuava a causare molte vittime, mettendo in ginocchio l'economia.